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Trump: tutti i nomi della squadra di governo

Segretari e consulenti: dal segretario di stato Rex Tillerson, a Elon Musk e Travis Kalanick, all'ambasciatore in Israele: ecco gli uomini del tycoon

Dopo la vittoria che ha spaccato in due l'America, Donald Trump ha ormai completato la squadra di governo (composta da un insieme di "Secretary", segretari, che corrispondono ai nostri Ministri). I principali ruoli chiave sono stati già assegnati. Inoltre il tyconn ha raggiunto un accordo con il patron di Tesla, Elon Musk e di Uber, Travis Kalanick e altri 16 grandi imprenditori membri del forum di consulenti del mondo degli affari (Trump's Strategic e Policy Forum) che lo affiancano gia dall'inizio del mese per consigliare il prossimo inquilino della Casa Bianca. Forum guidato dal n.1 di Blackstone, il più ricco hedge fund del mondo, Steve Schwarzman, di cui fa parte anche l'Ad di Pepsi Cola, Indraa Nooy come riferisce Business Insider Uk.

Friedman ambasciatore in Israele
Alla squadra vera e propria di governo, si aggiunge poi un'altra nomina controversa in politica estera, nel ruolo chiave di ambasciatore Usa in Israele.

Sarà David Friedman a ricoprirla. Avvocato specializzato in diritto fallimentare - ha rappresentato Trump nei fallimenti di alcuni suoi hotel ad Atlantic City - è stato in questi mesi nel team di consulenza per la politica estera.

Friedman è su posizioni estremiste, considerato molto vicino ai gruppi che sostengono l’espansione degli insediamenti nella West Bank, ha più volte attaccato con virulenza verbale gli ebrei liberal americani, definiti peggiori dei kapo dei campi di sterminio.
Per Friedman, il presidente Barack Obama è un antisemita.
Nei suoi progetti c’è il trasferimento dell’ambasciata da tel Aviv a Gerusalemme e il massimo sostegno alla American Friends of Bet El Institutions, organizzazione che presiede e che sostiene con particolare impegno un insediamento illegale di coloni appena fuori Ramallah nei territori occupati della Cisgiordania.
Insomma, a parte di Trump un’altra scelta nel segno dell’estremismo, della contrapposizione e della divisione.

In generale quindi, lo scenario complessivo è quello di un team in netta contrapposizione con quanto finora portato avanti dalla presidenza Obama e radicalizzato su posizioni conservatrici e, in alcuni casi, di estrema destra che catapultano gli Usa in un 2017 davvero imprevedibile.

Ecco chi sono tutti i membri del Governo.

Rex Tillerson, segretario di Stato
Con la scelta di Tillerson, amministratore delegato di Exxon Monil, il presidente eletto mette fine alla girandola di nomi delle ultime settimane, e mostra di respingere i timori bipartisan sulle relazioni troppo strette fra il manager e il presidente russo Vladimir Putin.

Tillerson ha trascorso gli ultimi 40 anni a Exxon, stringendo accordi in tutto il mondo. Il colosso petrolifero è infatti presente in 50 Paesi, inclusa la Russia con la quale ha una joint venture con Rosneft.

Niente da fare dunque per Mitt Romney, ex candidato repubblicano alla presidenza sconfitto da Barack Obama nel 2012 che sembrava in pole per l'incarico.

- LEGGI ANCHE: Perchè Trump ha scelto Tillerson

Reince Priebus, capo dello staff
Il ruolo di "chief of staff" (capo dello staff) della Casa Bianca (considerato spesso il secondo incarico di maggiore potere a Washington) è stato affidato a un insider di Washington: Reince Priebus, presidente del partito repubblicano, che ha cercato di fare da ponte tra Trump e i dirigenti Gop, a partire dallo speaker della Camera Paul Ryan.

Stephen Bannon, capo della strategia
Priebus ha avuto la meglio su Stephen Bannon, presidente della campagna elettorale del tycoon, un ex di Goldman Sachs ma soprattutto padre padrone del sito conservatore di destra (a sfondo razzista) Breitbarb News e figura anti establishment: è stato ricompensato con la nomina a chief strategist e consigliere "anziano".

LEGGI QUI: Chi è davvero Stephen Bannon

Jeff Sessions, segretario alla Giustizia
Sessions, 69enne senatore dell'Alabama, ha ricoperto lo stesso incarico a livello statale ed è stato il primissimo sostenitore di Trump al Senato, quando ancora il controverso tycoon era guardato dall'alto in basso dai maggiorenti del partito, diventandone ben presto uno dei più ascoltati consiglieri. Ha tutte le caratteristiche per entrare nella prossima amministrazione, essendo ostile senza riserve all'immigrazione clandestina, all'aborto e alla parità per i gay, e favorevole tanto al taglio della spesa pubblica quanto alla lotta senza quartiere alla criminalità.

Pompeo, direttore della Cia
Il repubblicano Mike Pompeo, 52 anni, sarà il prossimo direttore della Cia. Deputato del Kansas, Pompeo è un esponente dei Tea Party, quindi della galassia della destra repubblicana. Oppositore radicale dell'accordo nucleare con l'Iran, membro a vita della National Rifle Association, è stato tra i più convinti oppositori all'Obamacare ed è contrario alla chiusura di Guantanamo.

Pompeo ha scritto su Twitter di "non vedere l'ora di tirarsi fuori da un accordo tanto disastroso con il principale Stato sostenitore del terrorismo al mondo".
Esperto di intelligence, è un nemico dichiarato di Hillary Rodham Clinton e dei democratici in genere: a suo tempo accusò l'una di aver taciuto all'opinione pubblica la verità sull'attacco dell'11 settembre 2012 contro il consolato americano di Bengasi, in Libia, e gli altri di aver sistematicamente nascosto la reale pericolosità originaria dello Stato Islamico in Iraq.

Pompeo è inoltre noto per essere stato tra i sostenitori del programma di sorveglianza dell'Nsa rivelato da Edward Snowden.

Flynn, Consigliere Sicurezza nazionale
L'incarico da consigliere per la Sicurezza Nazionale viene invece dato al generale a riposo Michael T. Flynn, 57 anni, altro collaboratore della prima ora di Trump. Per essere un isolazionista, come sostengono i detrattori, finora sembrerebbe interessarsi soprattutto a ciò che avviene oltre frontiera, o a ridosso della medesima.

Flynn spiega il New York Times, è uno specialista dell'intelligence, ora a riposo. In questo modo, avrebbe detto una personalità del transition team di Trump, si avrebbe, in uno dei ruoli di maggiore potenza nella definizione della politica estera, un uomo convinto che l'islamismo radicale rappresenti una minaccia esistenziale per gli Stati Uniti.

Flynn è stato consigliere di Trump per i temi di sicurezza nazionale durante la campagna elettorale.
Come Trump, ama twittare i suoi successi come outsider della politica, ed esattamente come il presidente eletto, ha da tempo superato la linea dell'islamofobia radicale.

Entrambi, spiega sempre il New York Times, hanno dimostrato inoltre una relazione piuttosto fiacca con i fatti: Flynn, per esmepio, ha detto che la Shariah - la legge islamica - si sta diffondendo negli Stati Uniti. Le sue affermazioni prive di legami con fatti si sono guadagnate, quando guidava Dia (Defense Intelligence Agency) l'appellativo di "Flynn facts", attribuito dai suoi subordinati.

James "Mad Dog" Mattis, segretario alla Difesa
Trump ha scelto il leggendario ex generale dei marine, il super-falco pluridecorato James Mattis, come prossimo capo del Pentagono. "Nomineremo Mad Dog (cane pazzo) Mattis come nostro segretario alla Difesa", ha annunciato Trump in persona a Cincinnati, nell'Ohio, dove ha inaugurato il suo "Thank You" tour, che toccherà diversi stati, per ringraziare gli elettori. Ufficializzando la scelta di Mattis, Trump ha tenuto a sottolineare il suo soprannome, segnalando di aver individuato un leader per tempi di guerra e non un burocrate. Il nomignolo "Mad Dog" gli fu infatti affibbiato dai marine nel 1991, durante la prima guerra del Golfo.

Mattis, contrario all'accordo per il nucleare con l'Iran, è stato costretto ad andare in pensione prima del previsto per tensioni con l'amministrazione Obama proprio su Teheran. Mattis e la Casa Bianca si erano già scontrati in precedenza per la gestione della Primavera Araba e sul numero delle truppe in Iraq.

Mattis ha dismesso l'uniforme nel 2013, dopo aver guidato il comando centrale, controllando le operazioni militari Usa in Africa e in Medio Oriente. Avrà bisogno di una dispensa ad hoc da parte del Congresso per servire nell'amministrazione di Trump perché una legge federale vieta ai militari andati in pensione da meno di 7 anni di guidare il Pentagono. Si dovrebbe trattare di una pura formalità, considerando che i repubblicani controllano il Congresso e che Mattis vanta sostenitori influenti tra i parlamentari come l'ex candidato repubblicano alla presidenza, John McCain, presidente della commissione Servizi Armati del Senato.

Segretario del Lavoro: Andrew Puzder
L'amministratore delegato del colosso dei fast-food "CKE Restaurant" è uno dei maggiori finanziatori e sostenitori della prima ora di Trump ma soprattutto è tra i maggiori critici dell'innalzamento a livello federale della retribuzione minima dell'orario di lavoro a 15 dollari.

Puzder, che nella sua catena di fast-food (tra i marchi più noti Hardee's e Carl's Jr.) paga i suoi dipendenti 7,25 dollari l'ora, ritiene che alzare la paga minima a 15 dollari farà aumentare i costi delle società, quindi a ricaduta per i consumatori e alla fine questo porterà al taglio di posti di lavoro perchè meno gente sarà disposta a pagare di più per lo stesso panino.

Steven Mnuchin, Segretario al Tesoro
È stato il direttore finanziario della campagna elettorale di Donald Trump, ex partner di Goldman Sachs e produttore cinematografico. È stato scelto per guidare il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti.

Elaine Chao, Segretario ai Trasporti
Ai Trasporti va Elaine Chao. Segretaria al Lavoro durante il governo di George W. Bush (2001-2009) la Chao è stata definita dal neopresidente una risorsa con "un'esperienza senza paragoni".

Wilbur Ross, Segretario al Commercio
Anche la carica di segretario al Commercio ha un nome, quello di Wilbur Ross, 79 anni, presidente e strategist numero uno della società di private equity W.L. Ross & Co, noto alle cronache per avere comprato aziende in crisi, poi ristrutturate e vendute.

Nikki Haley, ambasciatrice Usa all'Onu
Una delle due quote rosa del governo Trump porta il nome di Nikki Haley, che nelle primarie aveva appoggiato Marco Rubio, al punto che si era parlato di un possibile "dream team" per i due giovani e brillanti politici, suggestione poi soffocata dall'inarrestabile corsa del tycoon. Haley però era rimasta vigile e scettica, anche nel suo intervento alla convention repubblicana in cui - presentata come astro nascente del partito - pur accettando la nomination di Trump aveva messo ben in chiaro che lo slancio era in larga misura volto a impedire che Hillary Clinton diventasse presidente. Poca esperienza in politica estera, è una "deal maker, una capace di unire le persone a prescindere dal loro background o dall'appartenenza di partito", ha spiegato Trump, concedendo quindi che la "diversità" è la chiave di volta in questa nomina, cui Haley può contribuire a partire dal suo dna da figlia di genitori sikh.

Betsy Devos, ministro dell'Istruzione
È invece molto chiara la logica per la scelta della seconda donna del Governo, la miliardaria e grande donatrice a favore di Trump, Betsy Devos, già legata al partito repubblicano in Michigan e attivista nel mondo della scuola, a guida del dipartimento dell'Istruzione.

Ben Carson, ministro dell'Edilizia
Ben Carson guiderà il dipartimento per l'Edilizia, il primo afroamericano tra gli uomini del presidente. Del resto l'ex neurochirurgo, dopo il ritiro dalle primarie, si era speso parecchio per Trump. E che ora il presidente eletto trovi per lui una collocazione efficace non stupisce.

Rick Perry, ministro dell'Energia
La poltrona è andata all'ex governatore del Texas. 

Nicholas Kamm/AFP/Getty Images
Rex Tillerson, chairman e ceo di Exxon Mobil

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