Parla la zia di Sollecito: "Attento, i giudici cercheranno di fartela pagare"
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Parla la zia di Sollecito: "Attento, i giudici cercheranno di fartela pagare"

Il racconto della donna che ha studiato gli atti dell'omicidio di Meredith Kercher per il quale il nipote è stato incarcerato e definitivamente prosciolto

Sara Achille è la zia di Raffaele Sollecito, il suo angelo custode nella battaglia contro quella giustizia che gli ha rubato alcuni degli anni migliori della sua vita, da quando nel 2007 è stato coinvolto con Amanda Knox nell'omicidio di Meredith Kercher. Sara è la moglie di Giuseppe, fratello di Franco, papà di Raffaele.

Insegnante di scuola materna ora in pensione, in tutti questi anni la donna è stata il suo Perry Mason familiare, colei che ha studiato tutti gli atti fino a impararli a memoria, pagina per pagina, comprese le virgole. Un lavoro maniacale alla ricerca di ogni piccola contraddizione, un dettaglio che potesse essere sfuggito, da portare all'attenzione dei legali di Raffaele, Giulia Bongiorno e Luca Maori.

Signora, come ha accolto la decisione della Corte d'appello di Firenze di negare a Raffaele il risarcimento per ingiusta detenzione?
Era una sentenza scritta.

In che senso?
Non mi aspettavo nulla di diverso.

Perché?
Mi sembra che alla base ci sia un'anomalia. Una richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione viene portata alla decisione di una Corte che si trova accanto a quella che ha emesso la sentenza di condanna...

Intende la Corte d'appello di Firenze, che ha condannato Raffaele in secondo grado.
Ma non sono però gli stessi giudici. Sono colleghi che con la loro decisione sul risarcimento avrebbero di fatto certificato che gli altri hanno sbagliato.

Lei pensa che abbia pesato una sorta di fattore ambientale?
Non accuso nessuno, sia chiaro. Ma il dubbio credo sia legittimo.

Nel merito della decisione, che cosa non la convince?
Nell'ordinanza si fa riferimento a elementi che poi sono stati superati nel corso delle indagini, e non sono entrati negli atti processuali. Quindi mi domando come possano rappresentare il presupposto per il diniego di un risarcimento.

Si riferisce alle contraddizioni nelle dichiarazioni iniziali di Raffaele? In ogni caso, lei come le spiega?
Gli fu detto che Amanda aveva ammesso di essere uscita quella sera. E lui, abilmente, fu portato a dire: se lo dice lei, allora vuol dire che mi sono confuso. Quelle dichiarazioni sono state fatte quattro giorni dopo la morte di Meredith. Non fu Raffaele a cambiare versione, furono loro a dire che Amanda l'aveva cambiata. Poi andarono da lei e le dissero che Raffaele l'aveva mollata, e a quel punto li hanno portati in contraddizione.

Le dichiarazioni di suo nipote alla fine rimangono.
Sì, ma tutto questo è successo la notte quando stava lì come persona informata sui fatti, e passò a persona indagata senza che gli fossero letti i suoi diritti, senza che gli fosse data la possibilità di chiamare un avvocato. Gli fecero togliere anche le scarpe, e lo portarono scalzo a casa sua. Quella notte furono violati i suoi diritti civili, non gli fu concesso di chiamare un avvocato, né di telefonare al padre. Noi abbiamo saputo del fermo il giorno dopo all'ora di pranzo dalla televisione. Le sembra degno di un Paese normale questo?

No.
Ecco, con questa decisione di rigetto del risarcimento hanno calpestato Raffaele e la sua dignità. In questo Stato non c'è rispetto per la dignità umana. È uno Stato che, ricordiamolo, non ammette mai di avere sbagliato.

Facciamo un passo di lato. Ha letto quello che suo nipote ha scritto su Facebook? Come minimo, con i riferimenti a omicidi e violenze sessuali, sono battute di cattivo gusto.
È vero e l'ho chiamato subito.

Per dirgli che cosa?
Che aveva sbagliato.

E lui?
Mi ha detto che erano gruppi colpevolisti, e lui è entrato per difendersi. Si è sentito come chi non può né tirarsi indietro né affrontare la cosa in maniera seria. Alla fine ha scelto l'ironia, lo stare al gioco, e gli altri hanno capito che si trattava di un paradosso e che lui è un ragazzo come tutti gli altri.

Ce l'ha più con Raffaele o con chi lo ha denunciato?
Con Raffaele. Gli ho detto chiaro che il problema è suo.

In che senso?
Non si rende conto che fino alla fine dei suoi giorni, Raffaele non potrà mai più essere un uomo libero.

La sua è una affermazione forte.
È così. È come se Raffaele fosse in libertà vigilata o agli arresti domiciliari. Deve fare attenzione a ogni piccolo passo, perché una buccia di banana per lui può avere effetti catastrofici.

Sta dicendo che rimarrà segnato a vita, inseguito dalla sua vicenda?
Sì, vive un dramma. Ma da ragazzo che vuole riappropriarsi della propria vita, si rifiuta di accettare questa realtà.

Lei, invece, riesce ad accettare tutto ciò?
No, certo, non è giusto. Ha il diritto di vivere. Ma la situazione è questa, e lui deve decidere se vuole tutelare la sua serenità o continuare a darsi in pasto a questa gentaglia che fa il proprio lavoro, anche se in modo squallido.

Perché?
Perché finiscono per strumentalizzare ogni sua parola. È quello che fa la selvaggia di turno (Selvaggia Lucarelli, che ha stigmatizzato i post su Facebook di Sollecito, ndr), che condanna tutti coloro che istigano all'odio sui social. Perché lei cosa fa? Ogni volta che scrive qualcosa su Raffaele si rende conto di quanto odio viene fuori dalla gente e si riversa su un ragazzo che ha già pagato un prezzo così caro? Finisce per istigare l'odio e la violenza che dice di voler combattere.

Diciamo che lei però non ha inventato nulla: ha riportato parole testuali.
Infatti ho detto che il problema principale è Raffaele. Troppo ingenuo, lo è sempre stato e continua a esserlo.

Che cosa dovrebbe fare?
Quello che dissi a lui e suo padre il giorno dopo l'assoluzione della Cassazione: ora viene il difficile. Raffaele aveva bisogno di essere aiutato e supportato psicologicamente. Cosa che non è avvenuta, per volontà di Raffaele e di mio cognato, il quale disse che a suo figlio bastava lui. Invece aveva bisogno di aiuto per costruire un nuovo percorso di vita che lo avrebbe portato, forse un giorno, a essere di nuovo una persona libera.

Come vede il futuro di Raffaele?
Ho paura.

Di che cosa?
Di qualcuno che gli ha giurato vendetta.

Intende della giustizia?
Purtroppo ha fatto fare una figuraccia alla giustizia italiana. Se non sta attento potrebbe trovarsi implicato in situazioni costruite ad arte. La sua vita non sarà mai facile.

Anche lei, Sara, ha passato anni su quelle carte. Sembra una maledizione, una storia senza fine.
Sono stanca. Mi ero ripromessa di non leggere più niente e di non commentare più nulla, perché anch'io voglio riappropriarmi della mia vita, con la famiglia, i figli e i nipoti.

Lei che conosce profondamente Raffaele. Che impressione le fa?
L'ho guardato in televisione. Non è lo stesso Raffaele che conosco, è disorientato, confuso. Mi fa pena, perché ha una grande sofferenza interiore.

Raffaele Sollecito esce dalla Cassazione dove si svolge l'udienza per l'omicidio Meredith, Roma, 27 marzo 2015. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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Carmelo Abbate