Pedofilia, quando l'orco si nasconde nella squadra di calcio
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Pedofilia, quando l'orco si nasconde nella squadra di calcio

Baby calciatori abusati da accompagnatori, massaggiatori e allenatori. I casi degli ultimi anni e come capire se il proprio figlio è una vittima

Castelfranco Veneto

La sua passione per squadra di calcio giovanile di un paese in provincia di Treviso non era dettata dall’amore per il calcio, ma solamente per la morbosità verso i suoi giovani calciatori. È così che un uomo di 52 anni originario di Padova, adescava le sue piccole vittime.

Approfittando del ruolo di accompagnatore della società sportiva, l’uomo avvicinava i giovani giocatori mentre li accompagnava in auto, negli spogliatoi e anche mentre erano sul campo di calcio. Non solo. In alcune circostanze avrebbe persino abusato degli atleti all’interno delle loro abitazioni.

Un 16enne che non sapeva come fermare le violenze sessuali subite, dopo aver confidato il suo dramma ad un professore, ha spiegato agli investigatori di aver subito violenza da parte dell’uomo anche nella sua camera, mentre i genitori si trovavano in un'altra stanza. L’uomo, ad oggi, è indagato per violenza sessuale su giovani giocatori, tra i 13 e i 17 anni. Dieci, per il momento, le vittime individuate dai carabinieri.

Panorama.it ha intervistato la psicologo giuridica Sara Pezzuolo chiedendo come è possibile proteggere i propri figli dalle violenze e soprattutto come "intercetttare" il disagio procurato dalle attenzioni morbose di un pedofilo.  

Una squadra giovanile della Capitale

25 settembre 2014: Arrestato per pedofilia allenatore di calcio giovanile a Roma. Le indagini sono durate sette mesi. Ad investigare la IV sezione della squadra mobile, specializzata in reati sessuali contro i minori.

L'uomo si conquistava la fiducia dei ragazzi, di 13-15 anni, attraverso somme di denaro, ricariche telefoniche e regali di ogni sorta. Ovviamente in cambio pretendeva prestazioni sessuali. Scoperti anche altri casi in passato.

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Le attenzioni morbose del Mister

Padova, ottobre 2014: Le indagini scattano in seguito alla denuncia presentata dai genitori di uno dei ragazzi molestati, un 14enne, che aveva raccontato di essere stato invitato a casa del mister "per vedere la televisione", diventando invece oggetto delle sue attenzioni morbose.

Dall'inchiesta emerge anche che l'uomo utilizzava sempre la stessa "tecnica": era solito invitare nella sua casa i ragazzi, anche di età superiore ai 15 anni, ma sempre minorenni, e qui dava sfogo ai suoi istinti, con palpeggiamenti e altre molestie. Oppure, quando in campo i ragazzini si facevano male, l'allenatore pedofilo non esitava ad accompagnarli personalmente negli spogliatoi e, con la scusa di medicarli, li sottoponeva a "massaggi" che altro non erano che atti sessuali "camuffati".

Adescava nella parrocchia e sul campo di calcio

Milano, maggio 2001: Viene condannato per abusi sui minori, un massaggiatore di squadra di calcio. Francesco Conti, 54 anni, accompagnatore-animatore della parrocchia di Motta Visconti, nel milanese, viene condannato a tre anni e due mesi di reclusione dal giudice per le indagini preliminari di Pavia per violenza sessuale su minori.

L'uomo, che era stato arrestato a settembre 2000, aveva confessato di aver abusato sessualmente di alcuni giovani che frequentavano l' oratorio di Motta Visconti. Le vittime del pedofilo, tutte tra i 13 e i 16 anni giocavano nella squadra di calcio dell' oratorio, in cui Conti faceva il massaggiatore.

Le indagini dei carabinieri di Abbiategrasso erano partite proprio dopo la denuncia presentata dai genitori di una delle vittime.

Se il pericolo è in famiglia

Treviso, novembre 2011: Per violenza sessuale sui baby calciatori viene arrestato un allenatore pedofilo 77enne. Nel mirino degli investigatori 5 o 6 casi. Il pedofilo si isolava con i ragazzini in ritiri di montagna. I sospetti dei genitori vengono raccontati a un carabiniere. Che inizia ad indagare.

Secondo i militari l'anziano nelle ultime due stagioni ha adescato decine di ragazzini fra i 12 e i 14 anni di società calcistiche della zona, abusando di almeno cinque o sei.

L'ultimo caso di Treviso

Treviso maggio 2015: Dieci, per il momento, le vittime individuate dai Carabinieri di Castelfranco Veneto, coordinati dalla magistratura di Padova. Le indagini sono iniziate un mese fa dopo che all'Arma si è rivolto un insegnante che aveva raccolto la confidenza di un suo studente, un 16enne che non sapeva come fermare le violenze sessuali subite.

Il giovane ha riferito agli investigatori di aver subito anche nella sua camera, mentre i genitori ignari si trovavano in un'altra stanza, le attenzioni dell'accompagnatore, un 52enne padovano.

Quest'ultimo, approfittando  anche della fiducia che la dirigenza della società gli aveva dato, abusava dei giovani giocatori mentre li accompagnava in auto, negli spogliatoi e anche mentre erano sul campo di calcio.

Come conquistano la fiducia dell'adolescente

Dottoressa Pezzuolo, con quali "meccanismi psicologici" il pedofilo riesce a conquistare la fiducia del ragazzino fino al punto di non farlo ribellare agli abusi?

La pedofilia si inserisce all'interno delle parafilie. Con il termine parafilia si intendono quei disturbi in cui l'interesse sessuale è diverso dall'interesse sessuale per la stimolazione o i preliminari sessuali con partner normali, fisicamente maturi e consenzienti.
Il pedofilo riesce a conquistare la fiducia del ragazzino creando un clima di complicità e fornendo a quest'ultimo uno spazio di gratificazione e di contenimento emotivo ed affettivo. In alcuni casi il pedofilo riesce a diventare per il minore un adulto così significativo da diventare una sorta di “sostituto paterno”.
Nei casi di abuso sessuale dove sono coinvolti, ad esempio, insegnanti o allenatori, il minore può anche percepire l'autorevolezza dell'adulto e, pertanto, assecondare le sue eventuali richieste. È comunque opportuno precisare che, laddove si faccia riferimento agli abusi sessuali collettivi, è necessario prestare attenzione al contagio che può determinare falsi positivi.



Con chi si confessano gli adolescenti abusati

Spesso i genitori non si accorgono degli abusi subiti dai figli e quest'ultimi preferiscono "sfogarsi" con professori o amici. Che cosa li blocca? Paura? Vergogna?

Sicuramente, sentimenti quali la paura e la vergogna possono essere deterrenti alla denuncia. È opportuno precisare che il periodo pre-adolescenziale è una fase critica per lo sviluppo della propria identità anche nella sua componente sessuale ed il gruppo dei pari può rappresentare il contesto principale all'interno del quale confrontarsi.
Spesso, le prime conoscenze in materia di sesso, i ragazzi le fanno da soli con accessi ad internet non controllati o con gli amici pertanto, anche la comprensione di ciò che è lecito e ciò che non lo è, diventa difficile se non si è aiutati.
E' difficile per un genitore accorgersi dell'abuso sia perchè il minore non ne parla in famiglia per i motivi suddetti sia perchè, cosa ancora più rilevante, il disagio conseguente ad un abuso sessuale non è specifico e, pertanto, seppure attento alle manifestazioni del figlio il genitore può ricercare in altre cause la spiegazione (es. difficoltà scolastiche, problemi adolescenziali, difficoltà con i genitori etc.)


Come capire se un figlio è vittima di violenze

I genitori identificano la palestra o il campo di calcio come un luogo sicuro per il proprio figlio. Che cosa possono fare, invece, per "intercettare" eventuali abusi o tentativi di violenza?

Le attività di gruppo sono importanti per lo sviluppo psico-fisico del figlio ed è importante che non si degeneri in un atteggiamento fobico verso coloro che coordinano e sono impegnati seriamente in attività educative.
Un genitore può aiutare il figlio attraverso una condivisione emotiva della sua vita, dei suoi interessi e delle sue esperienze. Il rischio, nel proporre strategie di prevenzione non idonee, è che si creino falsi positivi. La prima e più importante prevenzione la si può fare in famiglia: è importante che in famiglia si affronti e si educhi al tema della sessualità e della sua relativa scoperta.

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Nadia Francalacci