Eternit: la storia del cemento che uccide (1901-2014)
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Eternit: la storia del cemento che uccide (1901-2014)

Nato dallo sviluppo tecnico-scientifico di fine '800, diventa uno dei materiali più utilizzati nelle costruzioni tra gli anni '30 e gli anni '60

La storia dell'Eternit è strettamente legata allo sviluppo dello sfruttamento minerario degli anni della prima Rivoluzione Industriale. A livello estrattivo, l'Italia fu leader assoluta nell'ultimo ventennio del secolo XIX con le miniere attive in Valmalenco, Val D'Aosta e nelle Valli Piemontesi (Susa e Lanzo). Il Brevetto del fibrocemento, ossia del composto cemento-carta-amianto è del 1901 e porta la firma dell'ingegnere austriaco Ludwig Hatschek. Poco dopo lo svizzero Alois Steinmann acquisisce i diritti di produzione del materiale e fonda la Schweizerische Eternitwerke AG a Niederurnen.

La licenza italiana è affidata all'Ingegnere vogherese Adolfo Mazza, un ex ciclista professionista, che fonda lo stabilimento Eternit di Casale Monferrato nel 1907 su un area di 94000 mq.

La produzione iniziale si concentrò soprattutto sugli elementi di copertura, ma già nel 1912 dalla Eternit di Casale uscirono i primi tubi a pressione in cemento-amianto, largamente utilizzati negli anni seguenti per la costruzione della rete idrica. Dagli anni '30 l'Eternit è utilizzato per le coperture dei capannoni attraverso l'uso delle lastre ondulate, che trovarono larghissima diffusione in tutti gli ambiti. Nel 1935, all'inizio della svolta autarchica del fascismo, la produzione di Eternit è aumentata con la fondazione della fabbrica di fibrocemento Fibronit a Bari.

Nel dopoguerra e con la ricostruzione l'utilizzo dell'Eternit conobbe un vero e proprio boom. Dalle applicazioni tradizionali in campo edilizio e idraulico, si affiancarono oggetti di uso comune e di design come le poltrone realizzate in cemento-amianto.

Era la metà degli anni '60 quando furono scoperte le prime prove di tossicità delle polveri di amianto rilasciate dal' Eternit. Nel frattempo, il materiale era stato utilizzato largamente in campo ferroviario avendo il fibrocemento sostituito le vecchie coperture in sughero dei vagoni a scopo ingnifugo. Si legò l'effetto delle polveri di amianto ad una particolare forma di carcinoma, il mesotelioma, oltre all'asbestosi, una malattia polmonare cronica. L'aspetto peggiore del decorso clinico del cancro generato dall'amianto è l'incubazione estremamente lunga della neoplasia. Dalla prima formazione alla diagnosi possono passare anche 30 anni e la prognosi nella maggioranza dei casi è infausta.

La prima causa civile contro la Eternit data 1981, dove fu accertata la pericolosità degli ambienti dello stabilimento Casalese. Per tutti gli anni '80 si susseguirono le proteste e le manifestazioni per la chiusura e la bonifica conseguente dell'area dello stabilimento fino alla legge 257 del 1992 che mise al bando definitivamente l'utilizzo dell'amianto. Da quell'anno partirono le opere di bonifica da Eternit dei siti pubblici e privati contaminati (il materiale era stato ampiamente usato in strutture come scuole e ospedali).

Nel 2005, lo stabilimento di Casale Monferrato viene bonificato e sarcofacizzato. E'la fine del più grande sito produttivo di Eternit in Europa. Ma la scia di vittime delle polveri letali non finisce e solo nell'area della cittadina del monferrato vengono registrati oltre 120 nuovi casi nei due anni tra il 2009 e il 2011. Il resto, è storia giudiziaria di questi giorni.

Eternit: la storia - Foto

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Ritratto dell'ingegnere austriaco Ludwig Hatschek, che brevettò l'Eternit nel 1901.

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Edoardo Frittoli