Elton John contro Dolce & Gabbana: le reazioni della politica
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Elton John contro Dolce & Gabbana: le reazioni della politica

Destra e sinistra entrano nella querelle sui "figli sintetici" dopo l'intervista degli stilisti a Panorama: le dichiarazioni più interessanti

Tutto il mondo parla della polemica tra Elton John e gli stilisti Dolce & Gabbana per il riferimento ai "figli sintetici" nell'intervista proposta dal numero di Panorama in edicola, e non potevano ovviamente esimersi dal farlo anche i rappresentanti della nostra politica. Ecco un mix delle dichiarazioni più interessanti, da destra come da sinistra.

Giovanni Donzelli, membro dell'esecutivo nazionale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: "Difendo Dolce e Gabbana perché innanzitutto difendo la libertà di espressione. Certi potentati gay, di cui Elton John è rappresentante, sono intolleranti e pronti a fare crociate ideologiche contro chi non è allineato con loro. Tra il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre e i capricci delle coppie gay di avere figli da mostrare come trofei noi staremo sempre dalla parte dei più deboli: i bambini. Difenderemo la famiglia tradizionale dall'assalto della lobby gay che invece vorrebbe distruggerla".

Paola Binetti, deputato del Gruppo Area Popolare (Ncd-Udc): "La vicenda Barilla era stata chiarissima, in particolare per le sanzioni successive del boicottaggio commerciale che non poteva non condurre a una ritrattazione da parte dell'imprenditore, diventato oggetto di persecuzione mediatica. Oggi tocca a Dolce&Gabbana. Non vorrei che fosse semplicemente un anticipo del clima culturale in cui si svilupperà il prossimo dibattito in Parlamento sul riconoscimento dei diritti civili. Tutti d'accordo sul 'sì' ai diritti individuali, ma fortissime le perplessità a destra e sinistra sulle adozioni per le coppie omosessuali". 

Mara Carfagna, responsabile del dipartimento libertà civili e diritti umani di Forza Italia: "Ridurre un dibattito così importante a uno scontro tra tifoserie rischia di eludere la discussione di tematiche che andrebbero affrontate con il massimo rispetto e con maggiore attenzione. Sarebbe importante, quando affrontiamo questi temi, tenere a mente che parliamo di questioni che toccano nel vivo un groviglio di sentimenti, affetti e legami che valicano il confine della discussione pubblica ripercuotendosi sulle vite di migliaia di nostri concittadini. Spero che questo dibattito anche se aspro, possa rappresentare per il Parlamento uno stimolo a non lasciare che il vuoto di diritti e di doveri delle coppie omosessuali continui ad essere colmato dalla giurisprudenza".

Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: "Dolce e Gabbana hanno espresso, sull'adozione di bambini da parte di coppie gay, posizioni di buon senso che fortunatamente sono condivise da gran parte dei cittadini italiani e degli stessi omosessuali. La reazione sopra le righe di Elton John è stata molto simile a quella che colpì mesi fa Barilla, quando in un'intervista promosse la famiglia tradizionale e fu poi costretto a ritrattare per salvare dal boicottaggio internazionale il marchio del noto pastificio, minacciato dalla comunità gay. Questo e molti altri episodi dimostrano quanto sia a rischio nelle democrazie occidentali la libertà di opinione, insidiata dalla pur doverosa lotta all'omofobia".

Matteo Salvini, segretario della Lega Nord: "Io sto con Dolce & Gabbana, anche se non ho mai comprato i loro vestiti, perché ciascuno ha il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero senza esser aggredito. Anche se, musicalmente, mi piace Elton John" (dichiarazione fatta al programma di Radio2 "Un Giorno da Pecora").

Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: "Grandi personaggi simbolo della comunità gay hanno taciuto davanti alle orribili esecuzioni di omosessuali da parte dell'Isis, che getta dal tetto dei palazzi vittime innocenti, ma sono pronti a boicottare Dolce e Gabbana perché non si piegano ai diktat del pensiero unico dei manipolatori di vite. Dolce e Gabbana avevano ragione sulle tasse, per le quali furono perseguitati e insultati senza motivo, hanno ragione sui figli che devono nascere da padre e madre. Elton John e altri dedichino piuttosto una canzone alle persone omosessuali uccise dall'Isis". 

Gian Luigi Gigli, del gruppo parlamentare Per l'Italia-Centro Democratico: "In tema di gay, preferiamo decisamente il presunto tradizionalismo siculo di Domenico Dolce al neocolonialismo progressista di Elton John. Col suo denaro, il cantante inglese non ha esitato infatti a comprarsi i gameti e l'utero della schiava per dare i natali al figlio che non avrebbe potuto avere altrimenti, oltre a comprarsi la disponibilità della povera donna a lasciarsi portare via il bambino. Nella società in cui tutto ha un prezzo, Elton John pensa evidentemente di poter comprare anche la natura e vuole la rovina commerciale di chi, anche tra gli omosessuali, osa pensarla diversamente da lui. Dopo Barilla, ora tocca a Dolce&Gabbana, ma è ora di dire basta all'intolleranza: boicottiamo il boicottaggio".

Enrico Oliari, presidente di GayLib, e Daniele Priori, segretario nazionale dell'Associazione dei gay liberaldemocratici e di centrodestra: "Gli stilisti Dolce&Gabbana sono stati gli unici, sia pure con parole forse troppo forti, a trovare il coraggio di dire no a un pensiero unico fuorviante e mistificatorio che una parte del movimento gay vorrebbe imporre a tutti gli omosessuali. Per questa ragione noi siamo assolutamente contrari alla campagna internazionale liberticida di boicottaggio della nota griffe e anzi, senza la necessità di condividere ogni parte del pensiero espresso dagli stilisti in materia ma in una ferma e convinta difesa del bene supremo e primario che è la libertà d'espressione, lanciamo un altro hashtag: #SiamoTuttiDolce&Gabbana e siamo pronti a consegnare ai due stilisti la tessera onoraria della nostra associazione" (dichiarazione effettuata in una nota congiunta).

Manuela Repetti, senatrice di Forza Italia: "Non inviterei mai nessuno a boicottare un'azienda, tantomeno italiana. Non lo trovo corretto. Ma ha ragione Elton John a reclamare maggior rispetto e a pretendere che la coppia Dolce e Gabbana non si permetta di definire sintetici i suoi bellissimi bambini, come tanti altri nati in vitro. Dolce e Gabbana hanno tutto il diritto di dire la loro opinione su certi tipi di inseminazione artificiale, ma non hanno il diritto di definire sintetici i bambini concepiti in vitro. Credo debbano chiedere scusa a tutti i bambini, e ai loro genitori, che - per motivi diversi - non sono stati concepiti in modo tradizionale".

Eugenia Roccella, parlamentare di Area Popolare e vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera: "L'attacco di Elton John a Dolce e Gabbana ha finalmente aperto una discussione sul modo in cui i gruppi omosessuali organizzati affrontano le questioni del matrimonio gay e dell'utero in affitto: se qualcuno la pensa diversamente va intimidito, boicottato, messo a tacere. Non e' fascismo, questo? L'avversario va subito manganellato, e le sue idee non meritano alcun rispetto. In Italia è successo già a Barilla, che si è spaventato e si è sparso il capo di cenere pubblicamente; succede oggi ai due stilisti, che sembrano resistere e non voler rinnegare la propria esperienza e le proprie convinzioni. Negli Usa e negli altri paesi europei l'impossibilità di esprimere opinioni a favore della famiglia naturale è 'normale': basta pensare al caso clamoroso di Brendan Eich, co-fondatore di Mozilla, costretto alle dimissioni perché aveva dato 1000 dollari per la campagna contro la legge sul matrimonio gay. Dolce e Gabbana hanno una carta in più, sono omosessuali e non l'hanno mai nascosto, eppure nemmeno questo li salva dalla bastonatura. Beh, almeno tutto questo ci ha fatto scoprire che Elton John è omofobo".

Barbara Saltamartini, parlamentare del Gruppo Misto: "Da Elton John campagna intollerante e illiberale contro Dolce e Gabbana, siamo al fondamentalismo omosessuale. #iostoconDolceeGabbana" (dalla pagina Facebook).

Micaela Campana, responsabile Welfare, terzo settore, immigrazione, diritti del Pd: "Al contrario di quello che pensano D&G i bambini sono tutti uguali e hanno il diritto di essere amati dai loro genitori @eltonjohndotcom" (via Twitter).

Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Udc: "Consiglierei a Stefano Gabbana e Domenico Dolce, a cui evidentemente si imputa di aver espresso una libera opinione, di rileggere il Manzoni quando scrive della peste a Milano: 'il buon senso esisteva ancora ma se ne stava nascosto per paura del senso comune!'. Sostegno a #dolceandgabbana" (dal profilo Facebook).

Elvira Savino, deputata di Forza Italia: "Elton John è un intollerante che vorrebbe impedire a chi non la pensa come lui di esprimere il proprio pensiero. La sua fatwa contro Dolce e Gabbana è davvero isterica e poco british. Ancor più importante del contenuto delle affermazioni di Dolce e Gabbana è il diritto di entrambi e di tutti a potersi esprimere liberamente, cosa che Elton John nega. Non vorrei che l'operazione del cantante inglese di boicottare il marchio di Dolce e Gabbana sia in realtà un'azione premeditata per danneggiare uno dei più rinomati e apprezzati esempi del made in Italy nel mondo".

Rosaria Iardino, consigliere comunale milanese del Pd ed esponente della comunità Lgbt: "Grande delusione, prima di tutto personale. Idealmente i due stilisti dicono alla sottoscritta che la sua famiglia non esiste e 'derubricano' la figlia avuta con la procreazione assistita insieme alla mia compagna a 'figlia della chimica'. Mi trovo perfettamente d'accordo con Elton John. Vorrei invitare Dolce e Gabbana a passare una giornata in compagnia della mia famiglia e far vedere loro quanto il nostro nucleo non abbia nulla di meno (o di più) di una situazione con mamma, papà (di sesso diverso) e figli (naturali). La nostra è una famiglia assolutamente normale".

Alessandro Pagano, deputato di Area popolare (Ncd-Udc): "Assistiamo basiti alla polemica tra Dolce e Gabbana e star internazionali come Elton John, Ricky Martin su adozioni gay sì o no. Premesso che ognuno è libero di pensarla come crede, desta comunque sconcerto l'indecente spettacolo da parte di questi artisti, che si definiscono di mentalità aperta ma poi affermano che bruceranno gli abiti dei due stilisti perché non la pensano come loro, oppure che boicotteranno il loro marchio. E' questa la solita libertà di pensiero a convenienza, la solita discriminazione al contrario. Al di là di tutto, al di là di come la pensano effettivamente Dolce e Gabbana, Elton John continua a 'steccare' vergognosamente".

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