Achille Lauro, Inoki e Space One: l'arte del dissing
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Achille Lauro, Inoki e Space One: l'arte del dissing

Dopo la lite in rima tra Fabri Fibra e Vacca tocca ad Achille Lauro, Space One e Inoki. Viaggio nell'Italia hip hop del disrespecting - Tutti gli articoli di #hiphopanorama

Dissing, beef, to disrespect. Si può chiamare in tanti modi ma la sostanza non cambia: quando nell'hip hop due artisti non si sopportano è guerra aperta. Non più solamente a colpi di rime ma anche con fendenti fatti di stati sui social network. L'era 2.0 del disrespecting italiano vive un momento particolarmente florido che divide il pubblico in fazioni. Dopo lo scontro tra Fabri Fibra e Vacca  l'intrattenimento nell'hip hop della penisola è diventato degno dei migliori feud della World Wrestling Federation. Tra i protagonisti principali c'è Achille Lauro, giovane rapper romano classe 1990 scelto da Marracash per lanciare la sua nuova etichetta Roccia Music . Provocatore, visionario e degno erede del genio stilistico di Marracash Achille è però stato accusato da più parti di essersi eretto a principe del rap italiano con contenuti che discostano totalmente dai messaggi che la cultura hip hop ha veicolato a fatica negli anni.

Gangsta rap secondo alcuni, progetto da collocare sul mercato senza dare un peso morale a tutto secondo altri. Tra le critiche più pesanti ha però fatto rumore quella di Space One, membro storico della Spaghetti Funk che negli anni ha calcato tanti palchi italiani al fianco di J-AX: "Mini rappers dietro mega rappers fanno i grandi rappers e non se li caga nessuno... Incapaci come Achille Lauro state sulla minchia a pelle".

Apriti cielo, la replica del diretto interessato non tarda ad arrivare: "Un certo Space One mi offende su Twitter, la domanda è... Ma chi è? Ah si, il più scarso del pianeta che vive sulle spalle di J-AX da anni". A prendere di mira il gioiellino di Roccia Music non poteva però mancare Inoki, veterano della musica hip hop italiana che dopo un'esperienza in major si è distaccato dal mondo mainstream ergendosi a portabandiera dell'hip hop vero e non contaminato, al punto da chiamare "Antidoto" il suo nuovo album. Inoki, indubbiamente tra gli artisti che hanno portato più in alto il genere in Italia (impossibile non ammetterlo), ha da tempo dato via libera ad una vera e propria maratona del dissing, spesso con toni molto ironici e a volte con vere e proprie apologie nei confronti della musica hip hop underground, quella non intaccata da soldi e industria. Una teatralità unica che per tanti è appuntamento e spettacolo imperdibile e per altri cozza con il "siamo sempre per la strada mentre tu sei on line" cantato in "Bolo by night". 

Achille Lauro non ha atteso rispondendo prontamente su Facebook. Così come successo in passato con Vacca e Salmo lo show di Inoki è continuato scatenando una vera e propria pioggia di commenti, pareri, fazioni ed offese libere. "E' invidia per i soldi che lui non ha fatto", "Achille Lauro è un prodotto venuto male", "Inoki non vale, lui dissa tutti e si fa spazio sul nome degli altri". Impossibile dare giudizi, ognuno ha la sua idea. Quel che è certo è che il momento florido dell'hip hop italiano vive molto (forse troppo) sul web distraendo tanti da quelle che dovrebbero essere le priorità: il rispetto per i messaggi da offrire nel caso di alcuni, la voglia di emergere con un prodotto di successo nel caso di altri. Se l'obiettivo è sviluppare un messaggio giusto promuoverlo e proteggerlo, allo stesso modo se si cerca il successo si può comprendere un tipo di scelte diverso. I beef restano comunque una delle caratteristiche uniche dell'hip hop, basti pensare ai più storici della scena americana: da Tupac contro Notorius fino a Nas contro Jay-Z e G-Unit contro The Game. Gli amanti del genere non possono negare di nutrirsi anche di questo: musica nell'ipod e gossip su inimicizie o presunte tali. Perché peace & love e basta dopo un po' può anche annoiare. 

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Matteo Politanò