Pos obbligatorio, niente sanzioni per chi non si adegua
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Pos obbligatorio, niente sanzioni per chi non si adegua

Professionisti ed esercenti festeggiano il ritiro del ddl che prevedeva multe e sospensione dell’attività per i trasgressori

Una precipitosa marcia indietro: è quella che ha dovuto fare il Parlamento in materia di Pos obbligatorio per professionisti ed esercenti, e di sanzioni per quei soggetti che non si fossero adeguati alla nuova normativa. È stato infatti ritirato il disegno di legge n.1747 che appunto, oltre a introdurre l’uso obbligatorio del pagamento con bancomat e carte di credito per alcune categorie professionali, prevedeva anche pesanti sanzioni per gli inadempienti: fino a mille euro di multa e in casi estremi addirittura la sospensione dell’attività professionale. Un dispositivo di legge fortemente criticato soprattutto dagli ordini professionali che in esso vedevano semplicemente un ulteriore aggravio di costi per i propri iscritti.

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Contestazioni che erano state in parte accolte dal governo, che aveva deciso di andare incontro a queste richieste prevedendo, in seno alla nuova norma, degli incentivi economici per quei professionisti e quesgli esercenti commerciali che avessero deciso di dotarsi di una postazione Pos. Ebbene, è proprio su questo punto che l’intera struttura della nuova legge è crollata: la Commissione Finanze del Senato, dove il provvedimento era giunto per la sua approvazione, ha dovuto infatti prendere atto della mancanza delle necessarie coperture economiche e dunque ha deciso il ritiro dell’intero ddl. In pratica, nessuno si era preoccupato di stabilire da dove dovessero essere presi i soldi per garantire i citati incentivi. In questo modo dunque, si chiude, almeno per il momento, una querelle che, come detto, aveva visto soprattutto le associazioni di rappresentanza dei professionisti salire sulle barricate.

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Si era parlato infatti apertamente di favore alle banche, che con le commissioni previste sui pagamenti tramite bancomat, sarebbero state le uniche a trarre beneficio da questo provvedimento. Certo, resta come al solito l’amara constatazione che nel nostro Paese la certezza del diritto sia un elemento assolutamente aleatorio. Infatti, tutti quei professionisti e quegli esercenti che, in questi mesi in cui comunque si dava per scontata l’introduzione della nuova normativa, si sono affrettati a mettersi in regola, oggi si ritrovano con una vera e propria fregatura: una postazione Pos, con annessi costi, senza più un obbligo in materia e senza, soprattutto, le sanzioni per quei colleghi che invece, forse opportunamente, avevano deciso di attendere gli sviluppi della situazione.

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In ogni caso, il tema resta aperto e scottante, anche perché il governo sembra aver legato la diffusione dei Pos a una lotta più efficace all’evasione fiscale, e c’è dunque da scommettere che prima o poi tornerà alla carica sulla questione. Da parte loro i professionisti hanno sempre sostenuto che un obbligo in tal senso potrebbe anche essere in futuro accettato, ma a fronte di un azzeramento dei costi di installazione del Pos e di una cospicua riduzione delle commissioni bancarie. Vedremo dunque se in futuro la discussione potrà riaprirsi su queste nuove basi. 

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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