Chiara Passilongo
Lifestyle

Passilongo, La parabola delle stelle cadenti - L'intervista

L'autrice dell'esordio letterario italiano più sorprendente della stagione racconta il suo romanzo

In questo libro, la prima cosa a prendere forma è stata il titolo, La parabola delle stella cadenti: una frase evocativa, che colpisce. Non è frutto di scelte di marketing, imposte dall’editore che cerca di catturare il lettore quando lancia il romanzo di un esordiente. È stata l'autrice a proporlo alla Mondadori, insieme alle bozze. All'editore sono piaciuti entrambi – titolo e romanzo - tanto da decidere di pubblicare questo esordio in una delle sue collane più prestigiose, la SIS (Scrittori Italiani e Stranieri).

Ce lo ha detto proprio l'autrice, Chiara Passilongo:

"Volevo raccontare una storia ambientata nella provincia veneta, che conosco bene, e il titolo ha cominciato a ronzarmi in testa. Da lì la trama, la scelta di far iniziare tutto nella notte di San Lorenzo, l'idea dei biscotti a forma di stella e dell'industria dolciaria".

Classe 1981, veneta, di professione dentista, Chiara ha scritto un libro sorprendentemente maturo, in cui 30 anni di vita italiana scorrono come sfogliando un album di fotografie. Attraverso 370 pagine, seguendo la storia di una famiglia di piccoli industriali del Nord Est, assistiamo all'ascesa e al declino dell'imprenditore dolciario Achille Vicentini e alle svolte inattese che prenderà la vita dei suoi figli gemelli, per i quali il padre prevedeva un destino ben diverso.

Personaggi veri, ben delineati: grazie a una scrittura piana, in cui non mancano termini ricercati ("per dare rilievo alle caratteristiche un po' demodèe di certi personaggi"), i protagonisti e i loro tratti peculiari rimangono impressi nella memoria, catturati in atteggiamenti e abitudini generazionali in cui tutti gli italiani sono in grado di riconoscersi. Un libro a cui si partecipa, spesso prevedendone svolte e percorsi - ma non tutti - e in cui tutti i fili tessuti dall'autrice vengono lavorati e annodati perché nulla rimanga incompiuto.

Chiara, leggendo il tuo libro si ha l'impressione che il romanzo sarebbe perfetto per diventare un film, o una fiction. Ti piacerebbe se accadesse?

“Mi piacerebbe moltissimo. Amo le fiction in più puntate, dove è possibile conservare il carattere dei personaggi, che in un film rischierebbero di essere un po' semplificati. Vedere la famiglia Vicentini muoversi in carne e ossa sarebbe magnifico”.


La parabola delle stelle cadenti ha visto la luce dopo un corso di scrittura creativa. Frequentarlo, per te, è stato determinante per scrivere il tuo libro?
“La passione per la scrittura l'ho sempre avuta. Da adolescente ho scritto degli abbozzi di romanzi, ma poi ho accantonato quest'interesse per mancanza di tempo. Quando ho avuto l'occasione per dedicarmi alla scrittura, la scuola è riuscita a far riemergere la voglia di raccontare e mi ha aiutato a concretizzarla”.

L'impianto del tuo romanzo è complesso e articolato. Come hai lavorato per realizzarlo?
"Ho vissuto per mesi sommersa da post-it e fogli di carta, che usavo per fare la scaletta delle scene. Sono partita da 15 scene iniziali, per poi lavorarle e ridurle: le scrivevo a penna, poi rielaboravo tutto al computer. Fin dall'inizio ho cercato di usare una scrittura semplice e scorrevole. Alla fine, ho vissuto quasi due anni in compagnia dei miei personaggi sparsi nei fogli. Poi c'è stato il periodo di revisione del romanzo, che non è durato molto”.

Leggendo il libro si ha la sensazione che i fatti accaduti siano reali, il che suppone un lungo e dettagliato lavoro di documentazione. Da dove hai preso spunto per i fatti narrati?
“Ho cercato di vivere di persona tutto il possibile. Molti luoghi presenti nel romanzo, come Istanbul, li ho sperimentati recandomi sul posto. Dove non sono riuscita ad andare, mi sono documentata su Internet. Mi sarebbe piaciuto entrare anche all'interno delle industrie dolciarie, per testare le fasi di produzione che racconto, ma non mi è stato possibile visitarle. Ho passato interi pomeriggi a visualizzare video: si tratta della parte più noiosa quando si scrive, ma, a mio avviso, è necessaria, per calarsi nella storia e risultare attendibili”.

Quanto c'è di te nei tuoi personaggi?
“Tutti hanno qualcosa di me: Achille ha la mia testardaggine; Gloria un certo conformismo che avevo da adolescente; Francesco ha il mio amore per la letteratura e la storia; Nora, la madre, è il mio personaggio più riuscito ed è ciò che vorrei diventare. Ho creato due fratelli gemelli per indagare due diverse strade e due diversi caratteri”.

Pensi di scrivere altro, dopo questo romanzo?
“Il mio sogno proibito è scrivere un romanzo storico. Spazio molto nelle lettura di generi, ma l'idea di ambientare una storia nel passato mi attrae molto”.

Quale libro consiglieresti di leggere a una persona che ha apprezzato il tuo?
“Per continuare sul filone familiare, di sicuro un libro che ho appezzato moltissimo: Le correzioni di Jonathan Franzen”.


Chiara Passilongo

La parabola delle stelle cadenti

Mondadori, 2015, 374 p.

I più letti

avatar-icon

Antonella Sbriccoli