Scarlett Johansson in "Lucy"
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Lucy, audace sci-fi di Luc Besson: 5 cose da sapere

Non privo di altalenante fascino nelle sue stravaganti conclusioni, è un thriller di fantascienza aggressivo

Ardito e non privo di altalenante fascino nelle sue stravaganti conclusioni, Lucy è il nuovo film di Luc Besson, dal 25 settembre al cinema. Thriller di fantascienza aggressivo, mescola senza pudori elementi da film d'azione sulla Yakuza a scene visionarie e naturalistiche, tra Tree of life di Malick e i documentari di Focus Tv. Smuove riflessioni e curiosità sulle possibilità sottoutilizzate del cervello umano ma, forse proprio perché le capacità cerebrali dello spettatore non sono impiegate al 100%, stuzzica ma non conquista.
Scarlett Johansson è l'eroina che compie una cavalcata impetuosa verso la conoscenza, in mezzo a un cast popolato quasi soltanto da uomini. È la preda dalla giacchetta ghepardata che, complice una droga che accidentalmente le si insinua nel corpo, diventa ghepardo.

Promettente ma meno entusiasmante di quanto sperato, screziato di brevi attimi di umorismo, Lucy è un film tipicamente "bessoniano", coi suoi pregi e difetti.
Ecco 5 cose da sapere sul film.

1) Dieci anni per arrivare a Lucy

Il regista francese, già autore di Nikita, Léon e Il quinto elemento, di Lucy è anche produttore e sceneggiatore. Aveva questa storia in mente già 10 anni fa, ma ha avuto bisogno di tempo per maturarla. Era sicuro che l'idea di espandere le capacità del cervello di una persona fosse un materiale fantastico per un thriller d'azione, ma voleva ancorare Lucy, almeno in parte, a dati e verità scientifiche. "Dopo aver parlato con alcuni scienziati, ero stupefatto da quello che mi avevano detto: sul cancro, sulle cellule, sul fatto che abbiamo centinaia di miliardi di cellule che comunicano tra loro", ha detto Besson. "Apparentemente ogni cellula invia una cosa come mille segnali al secondo. Il web non è niente in confronto. Mi ci sono voluti alcuni anni per trovare il giusto equilibrio tra la realtà e la fantasia".
"Vi sono più connessioni in un corpo umano di quante stelle sono nell'universo", dice infatti in Lucy Morgan Freeman nei panni del professor Samuel Norman, massimo studioso sul potenziale del cervello.

2) Tra verità scientifiche e iperbole dell'immaginazione

Nel corpo di Lucy circola la fantomatica droga CPH4, una sostanza naturale che le donne incinte producono in minime dosi nella sesta settimana di gravidanza... Ed ecco che inizia una vertiginosa scalata verso la conoscenza. Dalla percentuale del 10% tipica di ogni umano, Lucy inizia a usare il 20% del suo cervello, quindi 28%, il 40%, il 50%, in un'escalation che corrisponde a capacità sempre più sorprendenti e anche assurde (il 10% è un'ipotesi di Besson; in realtà la percentuale è incerta). "Sto colonizzando il mio cervello", dice Lucy. Ecco che la vediamo percepire l'essenza vitale di ogni essere vivente, controllare il suo corpo e anche il colore dei suoi capelli o la forma della mano, provare primordiali ricordi, comandare i corpi altrui... Arriva addirittura al teletrasporto e si trasforma in un blob simil-asfalto sinuoso che rende perplessi.
Ovviamente  non è tutta verità scientifica quella che si vede, ma non è neanche solo iperbole di una mente ambiziosa o spudorata.
Besson si è infatti confrontato con un gran numero di scienziati, incluso il neurologo di fama mondiale Yves Agid, che ha co-fondato l'Istituto del Cervello e del Midollo spinale (ICM), con base all'ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi, di cui Besson è membro fondatore. Besson ha parlato con Agid di una storia che fosse "una combinazione di fatti e finzione". Lo studioso ha detto: "Quando Luc mi ha parlato del copione, l'ho trovato straordinario. Ciononostante, ho dovuto un po' imbrigliare la sua creatività con i dati, ma alla fine è stato facile perché lui capisce tutto molto velocemente". E ancora: "Quello che trovo splendido nel film è che ci sono fatti veri. Per esempio, Lucy si occupa del numero di cellule nel cervello, del numero di segnali al secondo prodotti da una cellula, ecc. Approfittando di tutti questi numeri, Luc pone in essere un'affascinante dinamica durante tutto il corso del film. Naturalmente, più Lucy avanza attraverso il film, più la storia diventa finzione, cosa che trovo estremamente forte. Quando vedi il film, ci credi. Ti prende perché è radicato, in parte, nella realtà".

3) Scarlett e la missione insidiosa dell'insensibilità

Dopo essere stata un'intelligenza artificiale in Lei e un'aliena che scopre il genere umano in Under the Skin, Scarlett sembra al culmine del suo percorso naturale con Lucy, donna dalla super intelligenza quasi divina. 
Lucy, però, ha nella sua natura in evoluzione una delle più grandi insidie per la riuscita del film. Q
uando la droga comincia a fare effetto, la ragazza perde gradualmente la capacità di provare empatia e di sentire il dolore. Diventa sempre più inespressiva e immune alle emozioni. Gradualmente, anche per chi sta seduto in sala si fa più difficile provare empatia nei suoi confronti. "Anche se può scavare in profondità nella memoria delle persone e infine controllarle fisicamente, Lucy non ha opinioni", ha osservato Johansson. "Perde le sue idee precostituite o il giudizio sull'altra persona. È stato difficile evitare di rendere la mia interpretazione piatta e monotona".
Scarlett ci prova e dà tutta se stessa per appassionare, nonostante tutto. Ma non sempre coglie il segno.
Uno dei momenti più emozionanti del film? La telefonata che Lucy fa alla madre: "Riesco a sentire tutto, lo spazio, l'aria", "percepisco la forza di gravità", "ricordo il sapore del tuo latte nella mia bocca la pancia, il liquido", "ti voglio ringraziare per i tuoi mille baci che sento ancora sul viso"... Non a caso, infatti, Lucy era ancora agli albori della sua evoluzione cerebrale.

4) Scene d'azione accessorie, effetti speciali convincenti

Besson cattura subito l'attenzione con un inizio violento, tra mistero e malavita. Il supercattivo contro cui a che fare Lucy è Mr. Jang, interpretato da Min-sik Choi, attore sudcoreano conosciuto per il cult Oldboy. Se all'inizio è indispensabile la presenza di Mr. Jang, con l'incedere della narrazione diventa quasi pretestuosa la sua inarrestabile caccia a Lucy. Le scene d'azione per Rue de Rivoli a Parigi e alla Sorbona sembrano accessorie, un vezzo che Besson concede alla sua brama di action.
Convincenti gli effetti speciali, realizzati dai super esperti della Industrial Light & Magic (ILM) di San Francisco (quelli di Guerre stellari). Fanno di Lucy il film di Besson più ricco di effetti visivi e speciali.
La colonna sonora è firmata Eric Serra, mentre il musicista britannico Damon Albarn, dei Blur e Gorillaz, ha scritto il brano Sister Rust.

5) Lo scopo dell'umanità?

"La vita ci è stata donata un miliardo di anni fa. Cosa ne abbiamo fatto?". Con questa domanda solenne e fisolosofica si apre Lucy. "La vita ci è stata donata un miliardo di anni fa. Ora sapete cosa farne". Con questa affermazione abbastanza presuntuosa si chiude Lucy
Non illudetevi però che Besson faccia piovere dal grande schermo l'illuminazione esistenziale e che sia lui l'atteso profeta che possa indirizzare l'animo umano verso un fine noto. È tramandare la nostra missione? Nel mio 10% di capacità cerebrali sviluppate ci rifletterò su.

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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