Super Mario diventa un'intelligenza artificiale
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Tecnologia

Super Mario diventa un'intelligenza artificiale

Se il progetto Mario AI avrà successo, in futuro i personaggi videoludici non saranno controllati dall'utente, ma solo addestrati

Immagina un videogioco in cui tu non abbia alcun controllo sul protagonista. Immagina un videogioco in cui il personaggio giocante decida in autonomia quali azioni compiere per superare un livello. Immagina un videogioco in cui tu non possa fare altro che addestrare il personaggio prima che inizi a giocare. Immagina, dunque, un videogioco senza giocatore.

È quello che stanno cercando di realizzare gli esperti in modelling cognitivo della University of Tübingen con il progetto Mario AI, in cui il personaggio più famoso della storia dei videogame cessa di essere un mero pupazzo bidimensionale per trasformarsi in una vera e propria intelligenza artificiale capace di imparare dalle proprie azioni e dalle conseguenze che ne scaturiscono.

Per decidere come agire, Mario si basa su un albero logico in cui l’intelligenza artificiale organizza gli input impartiti vocalmente da un essere umano e le cose che ha imparato esplorando il suo mondo virtuale. Il team ha inoltre dotato Mario di un novero di “stati emotivi” che possono cambiare a seconda di quello che il personaggio fa nell’ambiente di gioco.

Può capitare che Mario sia affamato, allora andrà in cerca di monete; può capitare che sia semplicemente curioso, e che preferisca quindi esplorare lo spazio circostante; e se qualcuno gli dice qualcosa di poco carino, può anche capitare che si senta triste e demotivato.

Sì, perché una componente fondamentale del progetto consiste nella possibilità di interloquire con Mario AI utilizzando frasi in inglese. In questo modo Mario può aggiornare i ricercatori sul suo stato emotivo, sulle cose che ha imparato e sulla sua effettiva conoscenza del mondo virtuale in cui si muove; ma soprattutto, può apprendere nuove informazioni che influiranno significativamente sul suo modo di agire nella sua realtà virtuale.

Nel video girato dal tema di ricerca viene presentato un esempio perfetto: un ricercatore chiede a Mario se sappia cosa sappia dei Goomba (uno di quei funghi bipedi che infestano i livelli del gioco), lui risponde che non ha idea di cosa sia, a quel punto il ricercatore gli chiede di andare in cerca di un nemico, Mario comincia a muoversi, salta su un Goomba e questo viene distrutto. Quando il ricercatore gli chiederà di nuovo cosa sa dei Goomba, Mario risponderà che sa che saltandoci sopra "esiste la possibilità che muoia".


Il progetto Mario AI apre la strada a un modo completamente nuovo di intendere i videogiochi e il concetto stesso di apprendimento nel campo delle intelligenze artificiali. Proiettando i risultati ottenuti dai ricercatori in un uno scenario futuro, è ragionevole aspettarsi titoli in cui il giocatore, più che controllare il personaggio giocante come una marionetta, dovrà preoccuparsi di educarlo nella maniera più efficace possibile.

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Fabio Deotto