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Warner Bros contesa tra Netflix e Paramount. E gli utenti nel mezzo (del caos)

Warner Bros contesa tra Netflix e Paramount. E gli utenti nel mezzo (del caos)

La sfida tra Netflix e Paramount per Warner Bros Discovery rischia di confondere milioni di utenti tra HBO Max, produzioni esclusive, cataloghi frammentati e strategie di rilascio. Il risultato è una vera e propria giungla di abbonamenti multipli e difficoltà a seguire serie e film preferiti, con la necessità di scegliere tra più piattaforme per accedere a tutti i contenuti desiderati.

Due colossi dell’intrattenimento se ne contendono un terzo, Warner Bros Discovery, e gli abbonati si trovano nel bel mezzo del fuoco incrociato delle piattaforme di streaming. Da una parte Netflix, che ha già firmato venerdì 5 dicembre un accordo per acquisire gli studi WB. Dall’altra Paramount, che qualche giorno dopo, lunedì 8 dicembre, ha lanciato un’offerta ostile interamente in contanti per strappare il controllo del gruppo che possiede alcuni dei marchi più famosi di Hollywood, da HBO ai DC Studios con Batman e Superman, da Harry Potter a Game of Thrones. Nella stretta tra colossi, è inclusa quindi la piattaforma HBO Max e milioni di utenti già faticano a orientarsi tra abbonamenti, cataloghi frammentati e strategie di distribuzione sempre più complesse.

Warner Bros contesa tra Netflix e Paramount. E gli utenti nel mezzo (del caos)

Il labirinto dello streaming

La situazione per gli appassionati è già complesso, con i fan di The Last of Us, House of the Dragon o The White Lotus che devono sottoscrivere HBO Max, piattaforma che debutterà ufficialmente in Italia il 13 gennaio 2026 con ben tre diversi piani tariffari. Ma molte di queste serie sono disponibili anche su Sky e Now, e convivranno su tutti e tre i servizi, almeno nel breve periodo, creando però confusione su dove e come accedervi. Harry Potter era inizialmente prevista su quest’ultime due piattaforme, ma le nuove serie saranno esclusive HBO Max, costringendo a un ulteriore abbonamento i fan del maghetto utenti di Sky. Come anche A Knight of the Seven Kingdoms che nonostante sia uno spin off di Game of Thrones, sarà godibile esclusivamente su HBO.

Ogni piattaforma propone poi una giungla di opzioni: piano con pubblicità o senza, risoluzione HD o 4K, numero di dispositivi utilizzabili in contemporanea. Netflix offre tre piani diversi, Disney+ altri tre, Prime Video due più i canali aggiuntivi a pagamento. Gli utenti devono calcolare quale combinazione sia più conveniente, spesso scoprendo che per vedere tutti i contenuti desiderati servono quattro o cinque abbonamenti simultanei. Per non parlare dei tifosi di calcio o di basket, piuttosto che ciclismo o altri sport frammentati tra Dazn, Prime Video, la coppia Sky e Now, e, da gennaio, HBO Max come pacchetto aggiuntivo.

Binge watching e cadenza settimanale

Molti allora adottano la strategia dell’abbonamento lampo per un solo mese per fronteggiare i prezzi sempre più in aumento. Abbonarsi a tutte le piattaforme al piano premium senza pubblicità significa sborsare più di un centinaio di euro al mese. Meglio recuperare in binge watching la serie appena uscita e poi cancellare l’iscrizione. Netflix ha però risposto modificando la distribuzione: la seconda stagione di Mercoledì, la terza di The Witcher con Henry Cavill e la terza di Squid Game sono state rilasciate in tranche separate. Stranger Things 5 addirittura ha debuttato con quattro episodi a novembre, mentre ne usciranno altri tre il 26 dicembre, con il gran finale previsto a Capodanno. L’obiettivo è mantenere la fidelizzazione degli abbonati per più mesi, ma il risultato è che chi vuole vedere tutto subito deve aspettare settimane, mentre chi preferisce una cadenza settimanale deve gestirsela da solo.

Fanno eccezione piattaforme come Disney+ che alterna uscite settimanali per le serie Marvel e Star Wars a rilasci completi e Prime Video con The Boys e Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Come anche Apple TV le cui serie e nuove stagioni debuttano con i primi due episodi disponibili in contemporanea, seguendo poi una cadenza settimanale. Per gli utenti significa dover ricordare quando esce ogni episodio, su quale piattaforma e con quale modalità.

Il destino di HBO Max

Se ci fosse un improvviso cambio di rotta e fosse lo storico studio della montagna blu a spuntarla nell’acquisizione, il suo catalogo presente sulla piattaforma Paramount+ composto soprattutto da produzioni cinematografiche, riceverebbe una spinta significativa, entrando finalmente in competizione con la grande “N” rossa, cosa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile. Se invece l’acquisizione da parte di Netflix dovesse concretizzarsi, la piattaforma, spesso considerata una sorta di “rete generalista” dello streaming che privilegia la quantità rispetto alla qualità, diventerebbe un autentico gigante. Un’operazione su cui è intervenuto persino il presidente Donald Trump, sollevando dubbi e avvertendo che «potrebbe essere un grosso problema», lasciando intendere possibili ostacoli di natura antitrust.

Il destino di HBO Max, invece, potrebbe essere messo in dubbio come entità indipendente: la soluzione più probabile sembra quella di mantenere i servizi separati, ciascuno con la propria identità. Ipotesi confermata dalla email spedita dalla stessa Netflix agli abbonati, almeno «per il momento». Ci sono però altre prospettive possibili che vanno dall’integrazione completa dei titoli nel catalogo Netflix o Paramount+ all’offerta di abbonamenti combinati con sconti, fino al modello Prime Video con HBO Max come canale premium a pagamento aggiuntivo come già accade ad esempio con MGM+. Oppure potrebbe seguire l’esempio di Disney+, che include National Geographic e Hulu come sezioni separate, ma nella stessa app.

Prospettive ben poco chiare che, per chi ha già messo in conto l’iscrizione a HBO Max e conta di vedere la seconda stagione di The Penguin e la storia di Enzo Tortora in Portobello, vanno a rendere ancora più complessa la frammentazione dell’intrattenimento in streaming. Gli utenti dovranno gestire un mosaico di abbonamenti e cataloghi, ciascuno con contenuti esclusivi e costi sempre più elevati.

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