Il telecomando è sparito, pensionato dai comandi vocali. Google trasforma lo schermo del salotto in un trovatutto multimediale, i reality show sbarcano sui social network e le piattaforme di streaming si reinventano. Sono in arrivo migliaia di canali tematici da guardare senza doversi abbonare. La nuova frontiera, infatti, è pagare per vedere anche solo un singolo evento.
Una televisione diversa, iper-connessa, dove il telecomando è superfluo e lo schermo adattabile a quello di un computer. L’offerta del domani non si profila come generalista, ma individualista, nell’accezione più positiva che il termine possa avere. Alle alternative digitali che si è imparato a conoscere, a Netflix, Amazon Prime Video o Mediaset Infinity, gli ultimi ritrovati della tecnologia hanno permesso di affiancare ben altro: piattaforme nuove di zecca, piccoli dispositivi capaci di rendere smart qualunque televisione, reality show scritti per poter essere decisi dallo spettatore.
Facebook Watch, succursale para-televisiva del social network per eccellenza, ha varato in dicembre il primo show interamente governato dall’intelligenza artificiale. Rival Peak è una creatura ibrida, a metà strada tra gli Hunger Games e The Sims. Al suo interno 12 protagonisti, tutti ricreati con la computer grafica. Questi piccoli avatar animati si muovono in una regione fittizia, la cui geografia è ispirata al Nord-Ovest. Devono superare prove, sopravvivere alle dinamiche di gioco, interagire con i compagni di gara. E farlo seguendo, pedissequamente, quel che lo spettatore dice loro.
Rival Peak, primo reality show di Facebook, è un prodotto interattivo che, com’era stato per Bander Snatch nella serie tv di Black Mirror, chiede a chi lo guardi di scegliere tra diverse opzioni di gioco, ciascuna legata a un diverso sviluppo della trama. Nessuno, nemmeno tra i creatori, sa come finirà il reality, punto di arrivo di un percorso complesso che ha portato la televisione canonica a evolversi in un prodotto semi-sartoriale, nel quale l’esperienza di visione viene cucita a misura dell’individuo che ne gode.
I programmi in diretta non hanno più il fascino di un tempo. E sempre meno, con l’eccezione dello sport e dell’informazione, ne avranno. Perciò, il gruppo Discovery ha deciso di affidare a una piattaforma online le produzioni più innovative. Discovery+, disponibile in Italia dal 4 gennaio per 3,99 euro al mese, vuole essere una nuova esperienza di streaming che porta su tutti i device la più completa offerta di intrattenimento. Nella library, il gruppo ha deciso di infilare programmi controversi: Naked Attraction Italia, bizzarro «dating show» nel quale l’amore lo si cerca completamente nudi; e Ti spedisco in convento Italia, versione monastica, e tutta al femminile de Il Collegio; e Love Island Italia, condotto da Elettra Lamborghini. L’offerta, arricchita da un pacchetto dedicato allo sport live, è figlia della transizione dalla generalista all’on demand, mondo che per il 2021 promette di farsi ancora più grande.
Al fianco delle piattaforme streaming più note ne sono sorte altre. Disney+ ha varato il servizio streaming, su cui in epoca Covid-19 ha fatto debuttare (anche) i titoli che il cinema non ha potuto accogliere, come Mulan e Soul. Apple ha lanciato con successo la propria televisione, il cui ultimo modello – con tanto di tecnologia per trovare il telecomando nel caso in cui lo si perda tra i cuscini del divano – dovrebbe uscire entro la metà del 2021.
Alla conquista del salotto di casa (e alla profilazione dei telespettatori) ci sono anche Amazon e Google. Entrambe hanno creato un piccolo oggetto tecnologico che trasforma in smart qualunque tv, compresa quella della nonna. L’apparecchio di Amazon si chiama Fire Tv Stick 4K (59,99 euro) mentre il rivale è stato battezzato Chromecast per Google Tv (69,99 euro). Cambiano nelle forme e nel prezzo ma, sostanzialmente, fanno la stessa cosa: si collegano alla presa Hdmi della televisione e alla rete wi-fi domestica e permettono di avere a portata di telecomando Netflix, Youtube, Disney+, Amazon Prime Video, ma anche Dazn, Infinity, RaiPlay per citarne alcuni. E basta navigare nella schermata iniziale per scegliere dove e cosa guardare, aiutati da un telecomando rivoluzionario quanto la tecnologia alla quale è collegato. I tasti numerici sono spariti. Ora basta pigiare un solo pulsante per attivare i comandi vocali. Si può quindi parlare al telecomando e chiedere il titolo specifico di un film oppure fare una ricerca tipo «fammi vedere tutti i successi di Harrison Ford». Una funzione utilissima. Spesso, infatti, nel bazzicare le piattaforme streaming si finisce per incappare solo in ciò che la profilazione propone: prodotti simili a ciò che si è già visto, e un numero scarno di scelte possibili. Attraverso il controllo vocale è, invece, sufficiente rivolgere qualche domanda al telecomando – dove sia un film, su quale piattaforma, come guardarlo – per avere la soluzione proiettata sullo schermo.
Ci sono poi alternative agli abbonamenti canonici. Diverse piattaforme hanno, infatti, sostituito le sottoscrizioni mensili o annuali con il pay per-view, modalità che consente di pagare solo quel che si vede. Tra queste, Rakuten Tv, presente in 43 Paesi europei con una media di 50 milioni di visitatori al mese, è la più internazionale. Permette di scegliere se guardare un prodotto gratuitamente, con una pubblicità di tanto in tanto, se acquistarne un altro o noleggiarlo, se sottoscrivere un abbonamento. Districarsi tra la miriade di prodotti proposti è quanto mai semplice. Rakuten Tv, oggi al lavoro su Campionesse, nuovo documentario dove a raccontarsi sono le calciatrici più famose al mondo, ha diviso la propria offerta in specifiche categorie. Ci sono i film gratuiti, divisi per genere. I documentari, i film erotici, la fantascienza e il fantasy, ciascuna con una propria offerta. C’è il genere romantico, il musical, i film da guardare con la famiglia, i cinepanettoni e le storie d’amore. Una scelta tale da poter accontentare, e in fretta, qualunque spettatore, portando l’esperienza del cinema nel salotto di casa.
