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I nuovi talenti della Radiovisione

I nuovi talenti della Radiovisione

Tutte le mattine raccontano l’attualità in diretta davanti a microfoni e telecamere. Tre ventenni sono i volti e le voci di Non stop news, il programma di RTL 102.5 che fondendo audio e video, etere e streaming riscrive le regole, anche anagrafiche, del giornalismo tradizionale.


La somma delle loro età già ribalta lo stereotipo dell’Italia senescente: in tre hanno 71 anni. E prima che giornalisti sono ragazzi brillanti, competenti, entusiasti, ex studenti o ancora tali, in grado di trasformare una passione in professione. Persone molto normali, o meglio «very normal people», per dirla con lo slogan di RTL 102.5, il gruppo che conta 8,7 milioni di ascolti nel giorno medio e ha creduto in loro, li ha messi davanti ai microfoni e alle telecamere dandogli l’opportunità di essere sé stessi. Di dimostrare che non è mai troppo presto per fare benissimo.

Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro (dal lunedì al giovedì con Giusi Legrenzi), Luigi Santarelli (dal venerdì alla domenica con Barbara Sala e Antonio Sica) sono i conduttori di «Non stop news», contenitore di notizie tra i più seguiti in Italia. Rigorosamente in diretta, per non farsi mancare quel surplus di complessità. Non solo in radio, che almeno darebbe il privilegio di mascherare soprassalti di timidezza, ma pure in tv e in streaming su internet.

È la radiovisione, bellezza: ubiquità multimediale, ibrido di voci e immagini, cocktail d’antico e contemporaneo. Un meccanismo che tiene e piace. «Sono felice di essere dove sono. Non lo vivo come un riconoscimento a me, ma a una generazione troppe volte snobbata a causa di pregiudizi e nostalgia del passato. Sappiamo darci degli obiettivi e riusciamo a raggiungerli» dice Enrico, 23 anni, malato di giornalismo dalla preadolescenza. Un caparbio precoce: a 14 anni bussava alle redazioni per chiedere di scrivere, si è fatto notare dal Corriere della Sera, di recente la rivista Forbes l’ha inserito tra i 100 più promettenti under 30 del Belpaese.

Lorenzo Suraci, fondatore ed editore di RTL 102.5, ha sentito un suo intervento in radio, l’ha chiamato per uno stage, poi l’ha assunto. Il talento, prima di tutto, reclama una possibilità. Lo stesso è successo a Luigi, coetaneo di Enrico, che studia ingegneria: al Politecnico di Milano, dopo la triennale a Roma. È il «precisino» del gruppo, impeccabile nel look come nell’eloquio, con l’intelligenza di scherzarci sopra. Ai tempi del liceo ascoltava Non stop news («Seguivo tutta la rassegna stampa, mi rendo conto non sia proprio una cosa da sedicenne» ricorda ridendo), mai avrebbe immaginato che sarebbe finito a condurre proprio quel contenitore. Anzi, a essere in un programma qualunque.

Massimo, 25 anni compiuti da poco, è il più spiritoso del trio, un istrione piacevole dalla presenza scenica totale: «Sono un outsider completo. Guardando avanti, mi affascina l’idea di unire l’informazione alla satira, l’approfondimento all’intrattenimento» racconta. Il padre, commercialista, voleva studiasse economia. Lui si è iscritto all’università Iulm di Milano, l’ateneo per eccellenza nel settore della comunicazione, dove ha contribuito a fondarne la radio. L’approdo a RTL 102.5 è per un colloquio di lavoro, ma per un posto nel marketing del reparto commerciale: «Arrivo e confesso di non saperne assolutamente nulla, chiedo di fare una prova per andare in onda. Incredibilmente, me l’hanno consentito. Ed è finita benissimo». Beata faccia tosta.

Basta ascoltare le storie dei tre ragazzi per capire come hanno fatto strada e perché ne faranno ancora, senza stravolgersi, poggiando sulla loro autenticità: «Lavoriamo per un gruppo che dà voce alle persone, che ogni mattina dalle 6 alle 7 apre i microfoni al pubblico, fa compagnia alla gente. In tanti hanno pianto in diretta al telefono con noi, ci hanno ringraziato perché li facciamo sentire meno soli» spiega Luigi. «Siamo una testata che valorizza la normalità e questo permette a noi di essere tali in prima istanza» aggiunge Enrico: «Non sento mai che una domanda possa essere frutto di poca competenza o scarsa padronanza di un argomento, perché se è frutto di un dubbio che è sorto a me, può essere lo stesso di moltissimi altri». Così svanisce l’imbarazzo di fronte ai protagonisti della politica, della cultura, davanti ai grandi personaggi che sfilano ogni mattina. È la spontaneità a scacciare la deferenza.

Non significa lanciarsi senza rete, i conduttori sono molto consapevoli: si preparano, leggono tanto, anche la mattina prestissimo, prima dell’alba, con una forza di volontà che è più senso del dovere che spirito di sacrificio. Hanno un approccio di una solidità quasi analogica. È «il potere di essere umani», come ricorda anche la campagna di comunicazione di RTL 102.5. «Penso sia questa la grande virtù della radio in diretta: mettere in comunicazione, costruire relazioni a distanza. È qualcosa di irriproducibile con altri mezzi e che resiste immutato nel tempo» riflette Massimo.

La strategia di comunicazione corale di RTL 102.5, Radiofreccia, Radio Zeta contrappone l’uomo alle macchine, il nostro cervello ai computer che danno risposte, ma non sanno porsi domande, che hanno mille interfacce, mentre noi usiamo l’unica faccia che abbiamo. Come volti e interpreti della campagna, il gruppo ha scelto gli speaker delle sue emittenti, i demiurghi della radiovisione. Li pubblica sui social, sui giornali, li mostra in tv, li piazza su manifesti giganti. Così anche a Luigi Santarelli, l’ingegnere-giornalista con la passione per la politica, è capitato di ritrovarsi su una gigantografia che copriva un intero palazzo di Milano. Deve essere vero che alle persone molto normali succedono cose straordinarie.

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