Cosa faccio, passo alla full frame? È questa la domanda che, prima o poi, ogni buon appassionato di fotografia è obbligato a porsi.
È ineluttabile. L’uomo vuole a migliorare se stesso, superare i propri limiti, e chi ama scattare fotografie non può che ambire alle delizie del pieno formato. C’è però un problema, anzi due: il costo (elevato) delle macchine fotografiche full frame e la necessità di cambiare parco ottiche finiscono in molti casi per trasformare questo desiderio in un sogno proibitivo.
Per i Canonisti la questione è probabilmente ancor più complessa. L’uscita sul mercato della nuova Eos 7D Mark II, la migliore Aps-C mai prodotta dalla casa giapponese, alimenta infatti il dubbio che la grandezza del sensore non sia forse l’unica variabile in grado di fare la differenza. Del resto basta buttare l’occhio sulla lista delle specifiche tecniche e fare la tara sul prezzo (elevato ma non elevatissimo) per essere solleticati da quella che in fin dei conti è una terza via per la felicità: quella appunto di una reflex che – pur senza sensore FF – promette miracoli.
In questa recensione proveremo a capire cosa offre di più questa nuova Canon Eos 7D Mark II rispetto a tutte le altre Aps-C e soprattutto se l’investimento richiesto (attualmente al di sotto dei 1800 euro) può garantire risultati degni o comunque paragonabili con quelli di una full frame di fascia bassa.
In mezzo a tanta possibilità di scelta – si può selezionare l’ampiezza del fuoco (AF spot punto singolo, espansione a 5, 9 punti o 15 punti, zona ampia), il punto manuale di fuoco e la sensibilità dell’inseguimento – si rischia in molti casi di andare nel pallone, ma per fortuna Canon ha pensato anche un sistema di selezione automatica che dà alla 7D il compito di scegliere – in verità in modo anche anbbastanza affidabile – uno è più dei 65 punti AF disponibili.
Grazie al collaudato sistema dual pixel mutuato dalla Eos 70D, l’AF della Canon Eos 7D Mark II riesce a essere insospettabilmente veloce e pronto anche operando in modalità Live View Il concetto è ormai noto: il sensore Canon integra due fotodiodi all’interno di ogni pixel così da poter analizzare la differenza di fase, e dunque mettere a fuoco il soggetto in modo più preciso e veloce, sia in fase di scatto che in fase video (come vi spiegheremo più avanti). A voler proprio trovare l pelo nell’uovo, si potrebbe forse criticare la scelta di “castrare” il sistema negli scatti in continuo in modalità live view, difetto che appare tuttavia abbastanza marginale.

Video
Uno degli aspetti che differenzia maggiormente la Canon Eos 7D Mark II dal modello originario è ovviamente il comparto video. Intendiamoci, anche la prima Canon Eos 7D aveva fatto gridare al miracolo (fu una delle prime reflex progettata per filmare nativamente in Full HD) ma i progressi compiuti dal settore della fotografia negli ultimi cinque anni sono stati tanti e tali da consegnare alla preistoria tutto ciò che non sia di stretta attualità.
In questo senso la nuova 7D ha almeno due grossi punti a suo favore: la possibilità di scegliere fra molteplici frame rate e formati di compressione (All-I, MOV e Mp4) e il già citato sistema autofocus dual-pixel. È soprattutto quest’ultimo innesto a fare della nuova Eos 7D Mark II una macchina diversa dalla sua progenitrice e, probabilmente, da tutte le altre fotocamere di ultima generazione. Il doppio fotodiodo per pixel, quando abbinato a ottiche Canon STM e USM, consente infatti un inseguimento del soggetto in movimento piuttosto accurato e senza quei fenomeni di fuocheggiamento tipici del mondo reflex.
Peccato davvero per l’assenza di un display touch screen, un elemento che consentirebbe alla Eos 7D Mark II di sfruttare appieno questa sua grande peculiarità soprattutto nella selezione manuale del fuoco. Ci si deve accontentare del selettore a joystick, un controller comunque preciso ma nettamente più lento e invasivo ( duqnue potenzialmente

Conclusioni
Chi non ha un budget per una 5D Mark III, ma ambisce comunque a una grande macchina fotografica, troverà in questa Canon Eos 7D qualcosa di più di un ripiego. Per una cifra che oscilla fra 1500 e 1800 euro, Canon mette sul piatto una macchina con un corpo granitico, controlli impeccabili e un autofocus da sogno.
La full frame, insomma, può attendere, anche se – bisogna dirlo – la mancanza di un display touch-screen e di connettività Wi-Fi finisce però per penalizzare il giudizio complessivo sulla macchina. Suona un po’ paradossale che la Eos 70D, una macchina vecchia di quasi due anni e ormai proposta a un prezzo che è quasi la metà della 7D Mark II, sia sotto questo profilo più completa.