Home » Tempo Libero » Cultura » I migliori romanzi dell’anno secondo il New York Times: trame, temi e perché leggerli

I migliori romanzi dell’anno secondo il New York Times: trame, temi e perché leggerli

I migliori romanzi dell’anno secondo il New York Times: trame, temi e perché leggerli

I cinque romanzi dell’anno secondo il New York Times, da Angel Down a Il regista: trame complete, temi principali e tutto ciò che rende questi libri imperdibili.

Ogni anno il New York Times fa una classifica dei romanzi che più hanno saputo raccontare, con coraggio e sensibilità, i drammi, le ambiguità e le speranze del nostro tempo. Tra i migliori di quest’anno ci sono opere molto diverse tra loro per ambientazione, stile e tema, unite dalla capacità di farci riflettere, di emozionarci, e di gettare luce su pezzi oscuri dell’animo e della storia.

I migliori romanzi dell’anno secondo il New York Times: trame, temi e perché leggerli
I migliori romanzi dell’anno secondo il New York Times: trame, temi e perché leggerli
I migliori romanzi dell’anno secondo il New York Times: trame, temi e perché leggerli
I migliori romanzi dell’anno secondo il New York Times: trame, temi e perché leggerli
I migliori romanzi dell’anno secondo il New York Times: trame, temi e perché leggerli

Angel Down di Daniel Kraus

In un contesto brutale come la Prima Guerra Mondiale, un manipolo di soldati entra nelle trincee per salvare un commilitone ferito, ma si trova davanti a qualcosa di completamente diverso: una creatura che sembra un “angelo caduto”, un essere ferito eppure straordinario. L’incontro con questo essere — fragile e al tempo stesso sovrannaturale — costringe i soldati a confrontarsi con le proprie paure, ambizioni e fragilità. La guerra non diventa così solo lotta per la sopravvivenza, ma viaggio nell’anima, nella sua violenza, disperazione e, a tratti, speranza. Attraverso una scrittura potente e quasi rituale, il romanzo trascina il lettore in un’esperienza intensa e disturbante, dove l’orrore storico e la dimensione metafisica si intrecciano.

The Loneliness of Sonia and Sunny di Kiran Desai

Sonia Shah e Sunny Bhatia si incontrano da giovani — quando le loro famiglie provano a combinare un matrimonio — ma entrambi rifiutano, impegnati in altre storie e progetti. Anni dopo, ormai immigrati negli Stati Uniti, le loro vite segnate dallo sradicamento, dalla nostalgia delle origini e da un crescente senso di dislocamento si incrociano di nuovo. La loro storia d’amore diventa una possibile ancora: fragile, incerta, ma capace di offrire speranza e appartenenza in un mondo che li ha resi nomadi. Il romanzo diventa, così, una saga di migrazione, identità divise, speranze tradite e desideri di radicamento. Un ritratto intenso della condizione diasporica contemporanea.

The Sisters di Jonas Hassen Khemiri

Tre sorelle — nate da madre svedese e padre tunisino — vivono un lungo arco di vite diverse, spostandosi tra paesi e culture, cercando un posto nel mondo. Le loro esistenze corrono su decenni, attraversando aspirazioni, amori, fallimenti, rimorsi, ma anche sogni di redenzione. Il romanzo si struttura in sequenze temporali non lineari, spesso frammentate, talvolta brevi come attimi, altre lunghe come decenni: un effetto che riflette la natura stessa della memoria, del passato che si infiltra nel presente, delle scelte che continuano a risuonare. Sullo sfondo, un’eredità familiare fatta di segreti, dolori e domande inesauste. Il romanzo esplora temi come identità, appartenenza, eredità culturale, le ferite invisibili che attraversano le generazioni.

Stone Yard Devotional di Charlotte Wood

Una donna — ex-ambientalista, disillusa dalla crisi climatica, oppressa da un senso di colpa per la sua impotenza — decide di lasciare tutto: lavoro, città, matrimonio. Si rifugia in un convento rurale, in una remota zona dell’Australia, cercando nel silenzio, nella semplicità, nella routine delle monache una tregua dal caos e dal rimorso. Ma la quiete è fragile e il convento viene presto sconvolto da una terribile infestazione di topi da cui emerge il corpo di una suora scomparsa decenni prima, facendo così riemergere ombre dal passato. Questi eventi costringono la protagonista a confrontarsi con il senso di colpa, con la memoria, con la fragilità della vita e della natura. E a chiedersi se, in un mondo spezzato, possa ancora avere senso cercare la redenzione attraverso il silenzio e la cura.

Il regista di Daniel Kehlmann

L’unico libro della lista già tradotto in italiano. Il protagonista è G. W. Pabst, un tempo grande maestro del cinema tedesco. Con l’ascesa del nazismo lascia la Francia e si rifugia a Hollywood, sperando di continuare a creare liberamente. Ma il sogno americano si infrange: non riesce a inserirsi nel sistema dello studio-system, il suo film floppa, e torna in Europa. Il suo ritorno coincide però con l’occupazione nazista dell’Austria: bloccato, Pabst viene corteggiato e in seguito costretto dal ministero della Propaganda a girare film per il Terzo Reich. Per sopravvivere si trova così  imprigionato in un patto morale con un regime che detesta, ed è costretto a negoziare se stesso, la sua arte, la propria dignità. Il romanzo di Kehlmann non giudica ma mostra la lentezza e l’insidiosità di quel compromesso: quanto costa all’artista, alla sua coscienza, e a chi ama, scegliere la propria sopravvivenza accettando di diventare complice. Tra sogno e incubo, tra arte e barbarie, la storia di Pabst diventa una metafora potente della fragilità della libertà e della pericolosa seduzione del potere.

© Riproduzione Riservata