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L’eterno richiamo delle figurine

L’eterno richiamo delle figurine

Sono semplici foglietti rettangolari, ma incantano dagli anni Sessanta. Legando tra loro più generazioni, hanno saputo evolvere dagli scambi davanti a scuola al mondo virtuale di oggi. Senza perdere identità.


«Celo, celo, manca». È un mantra che conosce bene chiunque abbia fatto almeno una raccolta di figurine. Una nenia ipnotica che fa emergere ricordi dei giorni di scuola, quando si giocava a muretto e le bustine costavano 10 lire. Quel semplice foglietto rettangolare è un oggetto che sfida il tempo e le mode, che unisce magicamente nonni, padri, figli e nipoti, e che ha saputo rinnovarsi negli anni. «La figurina è una piattaforma di scambio intergenerazionale» osserva Antonio Allegra, direttore Relazioni esterne della Panini, storico produttore italiano. «Oggi viene riconosciuto il valore sociale ed educativo del collezionare, perché invita alla condivisione e allo scambio». Come spiega Patrick Rausch, Chief marketing officer Emea della Topps, la cui campagna di comunicazione Uefa Euro 2024 vede José Mourinho come ambassador, «il mondo dei collezionabili ha un target molto ampio. I nostri consumatori si dividono in tre categorie: i bambini tra i 6 e i 12 anni appassionati di calcio, i genitori e in generale i fan dei nostri brand. Poi ci sono i veri collezionisti che vanno alla ricerca delle carte più rare e preziose». La figurina, che sia «old style» o innovativa, era e rimane sinonimo di collezione. I calciatori la fanno da padrone, ma ci sono molti temi anche insoliti, che fanno la gioia degli appassionati. Qualche esempio? Il rarissimo album Chi è di Carosello, quelli di James Bond, l’album Discoteche d’Italia, quello di Fiorucci. Raccolte di culto che affiancano i grandi classici, come il Risorgimento, i dinosauri, gli animali, le grandi battaglie, ma anche Sandokan, Ufo, Happy Days, Biancaneve.

Gli album sono molto richiesti su i siti web di eBay, su Catawiki, nelle aste Bolaffi. Tra i più ricercati, l’album di Desert Storm War della Edis, del 1991, venduto completo sui 250 euro. Sul sito collectme.it si dice che l’album più raro in assoluto, calciatori vintage a parte, è quello sul robot Daitarn III del 1982: l’album completo si trova a un migliaio di euro, una bustina può costare anche 50 euro. Ma l’album più ambito rimane quello di Mexico ’70 della Panini, venduto su Catawiki a dodicimila euro. Manuel Paulo Spaldi, in arte «8-bit», ideatore del format «I collezionisti anonimi», ogni martedì su YouTube, di album ne possiede 150. «Mi piacerebbe avere l’album di Jeeg o quello di Goldrake, ma hanno prezzi esorbitanti e mi devo dividere tra tante collezioni. Gli album dei “robottoni” sono molto ricercati: all’epoca non c’era il collezionismo, chi li riempiva poi li buttava. Invece l’album cui sono più affezionato è quello degli animali, che avevo fatto a metà degli anni Settanta. Di recente l’hanno rieditato e quando ho proposto un reel su YouTube si è scatenata la nostalgia. Ricordo anche l’album de L’amore è, come quello delle Holly Hobbie. Mia moglie invece ha recuperato quello di Creamy. Tra l’altro ho scoperto che gli album vintage valgono molto di più se sono vuoti. E sono quelli più rari».

Dagli anni Sessanta le figurine ne hanno fatta di strada. «Nel 2006 la Panini ha pubblicato il suo primo album virtuale e oggi c’è una piattaforma dedicata per la Digital Collection» come spiega Allegra. «È una app dove si collezionano bustine virtuali dei tre gironi della serie C e della serie A femminile. Nelle bustine della collezione fisica c’è un codice che sblocca le figurine virtuali, che possono essere anche doppie. Quando si completa la collezione virtuale, si può decidere se acquistare la corrispondente versione fisica. Altra cosa sono le “figurine parlanti”. Questa esperienza è legata alle figurine autoadesive, le tradizionali. Alcune hanno un audio collegato, che si ascolta tramite una app. Così, in un certo modo, la figurina prende vita». Luca Mencaroni ha fatto un’importante catalogazione degli album che si sono avvicendati negli anni. Ha pubblicato una serie di volumi in cui sono descritti quelli noti e meno noti, con tanto di indice di rarità.

«Ci sono alcuni album rarissimi, direi introvabili, che per svariate ragioni hanno avuto problemi di distribuzione e quindi di commercializzazione», spiega Mencaroni. «Tanto per fare un paio di esempi, quello dedicato al film 007 Missione Thunderball, o l’album Calciatori delle edizioni Quadrifoglio. L’elenco potrebbe essere molto lungo, e ogni tanto spunta fuori qualche esemplare sconosciuto. I prezzi sono spesso nell’ordine di alcune migliaia di euro. Figurine introvabili non ci sono, semmai rare oppure pubblicizzate e poi non stampate. La mitica “Pizzaballa” (si veda le pagine precedenti) può valere dai 100 ai 150 euro, a seconda dello stato di conservazione». Molto prospero pure il mercato delle «card”, che sono parenti delle figurine. «È in questo segmento che ci sono le innovazioni e la crescita più significative» aggiunge Rausch. «Le card possono avere un risvolto ludico grazie ai punteggi riportati su di esse, come succede nella collezione Uefa Club Competitions, oppure possono essere esclusivamente carte da collezione. Queste ultime da qualche anno si stanno diffondendo in tutti i mercati europei, tant’è che sono nati anche i primi Card Show. A questo proposito, il 1° giugno a Milano si svolgerà Collect IT, il primo Card Show italiano, di cui Topps Italia sarà sponsor principale».

La Panini, che propone le Trading Card Adrenalyn, concepite per giocare, anche online, ha anche varie serie di carte, pensate soprattutto per il mercato americano. «Nella serie tv The King of Collectibles era di scena una casa d’aste specializzata in questo tipo di prodotti», spiega Allegra, «Il motivo conduttore era la ricerca della Triple Logoman, una card che contiene tre pezzi di maglie diverse di LeBron James, con cui il campione di basket ha vinto l’anello NBA. Era un esemplare unico inserito in una serie Panini specifica e il “re dei collectibles” la cercava disperatamente per venderla nelle sue aste. Nell’ultima puntata la trovano, lui la prende e la vende a 2,4 milioni di dollari». Le carte, poi, si devono differenziare sempre più, diventare oggetti ricchi di informazioni. Come nota Rausch, «fondamentale, oltre al design e alla qualità di stampa e dei materiali, è la configurazione del prodotto, che include sempre elementi di rarità molto ambiti; le carte autografate, quelle “reliquia”, con pezzi di maglie originali indossate dai giocatori, le carte numerate, le edizioni limitate».

Insomma, figurine e card sono sempre più versatili, e possono diventare pure solidali. Figurine Forever pubblica immagini da collezione per supportare progetti per la cultura e per il sociale. «Cerchiamo di dare una seconda vita a questi oggetti da collezione inutilizzati, che tanti tengono in casa» spiega Emiliano Nanni, artefice di Figurine Forever.«Chi vuole, li può donare, e noi li rimettiamo in circolo e con i contributi raccolti realizziamo adozioni a distanza, in Italia e all’estero. Abbiamo anche il progetto delle figurine solidali, dove coinvolgiamo personaggi dello sport, del fumetto, della musica, del cinema».

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