Da Napoleon di Ridley Scott a Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese a The Palace di Roman Polansky, sono tanti i blockbuster attesi. Una curiosità li accomuna quasi tutti: i registi sono ultraottantenni.
Napoleone può essere paragonato a Hitler, Stalin o ad Alessandro il Grande. Ha ammazzato un sacco di gente, ma allo stesso tempo ha mostrato un coraggio e uno spirito di iniziativa straordinari». Ridley Scott, regista di film indimenticabili come Blade Runner, Alien e Thelma & Louise descrive così Napoleone Bonaparte che è al centro del suo nuovo film Napoleon, ritratto dello spietato e audace ufficiale che volle farsi imperatore, in arrivo il prossimo 23 novembre.
Una pellicola ricca di battaglie epiche, ma attenta soprattutto a delineare la psicologia del personaggio affidato al talento di Joaquin Phoenix, già premio Oscar per Joker: «Ha lo stesso ghigno demoniaco di Napoleone» dice Scott «ed è il miglior interprete in circolazione per incarnare menti malate». Ricostruire chi fosse non è stato facile, perché sul militare esistono centinaia di libri e biografie, ma Scott ha deciso di concentrarsi soprattutto sul suo rapporto con la moglie Giuseppina di Beauharnais (Vanessa Kirby) che in un capovolgimento dei rapporti di forza gli faceva notare quanto lui, che si considerava grande, fosse in realtà un uomo piccolo.
Napoleon è solo uno dei tanti film attesi della prossima stagione, curiosamente segnata dal ritorno di grandi vecchi del cinema: oltre all’80enne Scott c’è Woody Allen, 87 anni, col suo film francese, Coup de Chance, che l’autore di capolavori come Io e Annie, Manhattan e Hannah e le sue sorelle, ha definito «una storia passionale e violenta ambientata nella Parigi di oggi, che ruota attorno alla relazione tra due giovani amici di vecchia data che sfocia nell’infedeltà coniugale e infine nel crimine».
Il film sarà alla Mostra del Cinema di Venezia, come Ferrari, dell’80enne Michael Mann, autore di cult come Heat – La sfida o Insider – Dentro la verità (a dicembre in sala). Il regista accarezzava dal 2000 l’idea di realizzare un biopic atipico sull’ingegnere Enzo Ferrari (interpretato da Adam Driver), film da lui stesso definito «un’opera melodrammatica che si svolge lungo tre mesi del 1957, in cui si decise il suo destino, tra il rischio che l’azienda fallisse e la crisi del suo matrimonio». Un annus horribilis per il Cavallino rampante, in cui peraltro la Ferrari 335 S di Alfonso De Portago durante la Mille Miglia finì fuori strada uccidendo lui, il copilota Edmund Nelson e nove spettatori.
Il più anziano in laguna sarà però Roman Polanski, 90 anni il 18 agosto, che presenterà The Palace, una farsa su un gruppo di milionari che si ritrova in Svizzera per celebrare il veglione di San Silvestro del 1999; uscirà al cinema il 28 settembre con un supercast in cui figurano Mickey Rourke, John Cleese e Fanny Ardant. A Cannes invece sono stati presentati Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese (80 anni), in arrivo il 6 ottobre con una storia che mescola il thriller all’omaggio per le popolazioni indigene d’America, sterminate dall’ingordigia bianca, incarnata da due mostri sacri, di rara malvagità, come Leonardo DiCaprio e Robert De Niro; e The Old Oak, dell’87enne Ken Loach. Qui il regista abbandona i ritratti della working class per raccontare la commovente vicenda del gestore di un pub nell’Inghilterra profonda, fatta a pezzi da crisi e licenziamenti, che cerca di aiutare una famiglia di profughi siriani in fuga dalla guerra.
Al club degli ultraottantenni non appartiene Luc Besson (64 anni), che sarà a Venezia con Dogman, storia di un uomo che, emarginato fin da piccolo, trova l’amicizia di una muta di cani, con i quali proverà a vendicarsi dei torti subiti (in sala dal 27 settembre). L’eterna lotta al botteghino tra film a stelle e strisce e film italiani vedrà quest’anno, dall’America, l’ottimo dramma May December di Todd Haynes su un’attrice (Natalie Portman) che deve frequentare una donna (Julianne Moore) implicata in un caso di cronaca per studiarla da vicino e interpretarla in un film; e l’atteso The Killer in cui David Fincher racconta di un assassino spietato in crisi, interpretato da Michael Fassbender. Nel filone dei film spettacolaro ecco il fantascientifico Dune – parte due di Denis Villeneuve e il fantasy Wonka, prequel di La fabbrica di cioccolato interpretato da Timothy Chalamet.
Emozionante sul versante tricolore, in uscita il 7 settembre, si preannuncia Io capitano, in cui Matteo Garrone narra l’odissea di due fratelli senegalesi per raggiungere l’Europa, che i più fortunati vedranno a Venezia; mentre a causa dello sciopero degli attori è stato posticipata la visione in laguna di Challengers, in cui Luca Guadagnino intesse un pericoloso triangolo amoroso fra una tennista e due suoi colleghi. Poi ci sarà La chimera di Alice Rohrwacher, acclamata a Cannes, con un’affascinante storia ambientata negli anni Ottanta in cui un giovane inglese profana trombe etrusche insieme a un gruppo di amici. In attesa che arrivi Un altro Ferragosto di Paolo Virzì, sullo scontro tra le famiglie di sinistra e di destra già nel cult Ferie d’agosto. Una via di mezzo potrebbe essere rappresentata da Finalmente l’alba, in cui Saverio Costanzo rievoca, con un cast misto italiano e americano, lo splendore di Roma degli anni Cinquanta attraverso vari personaggi impegnati a girare un film a Cinecittà.
