MasterChef 3, Federico: "Col cibo e la medicina io mi prendo cura delle persone"
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Televisione

MasterChef 3, Federico: "Col cibo e la medicina io mi prendo cura delle persone"

Intervista al vincitore della terza edizione del cooking-show di Sky - La finale -

Trentanove anni single, medico di Torino: Federico Ferrero è il terzo MasterChef d'Italia. Al duello finale ha sconfitto l'imprenditore barese Almo . "Ha trionfato - dice - la mia idea di cucina e se il sapore incontra la leggerezza diventa emozione". Oggi Federico è felice; un po' stanco, ma soddisfatto, dopo tutto questo tempo, di avere portato a casa la vittoria, il titolo di MasterChef, i 100 mila euro in gettoni d'oro e la pubblicazione del suo primo libro di ricette. 

Esattamente quanto tempo è passato dalla finale alla proclamazione di ieri sera? 

Sette mesi e mezzo

 Cosa hai pensato in tutto questo tempo?

Ho cercato di pensare poco. Le storie televisive accadono quando vengono messe in onda. Questa è una storia televisiva e io ho cercato di viverla mentre la vedevo in tv. Non ho raccontato a nessuno di aver partecipato a MasterChef prima che andasse in onda. Non agli amici, non a mio padre: a nessuno. Tutti hanno vissuto con me l'esperienza solo nell'attimo nel quale Sky la trasformava in vita reale. E' stato l'unico modo per me di non pensare e soprattutto di godermi MasterChef.

Eri sicuro di vincere?

 No, però pensavo di meritarmelo. All'indomani della finale ho avuto dei feedback positivi dagli altri ex concorrenti che avevano assaggiato i miei piatti. Durante le puntate nessuno ha avuto la possibilità di assaggiare la cucina di nessuno. Anche se in molti mi criticavano, nessuno aveva mai assaggiato nulla e sono stato felice di sapere che quello che avevo cucinato gli era piaciuto e anche parecchio. 

 Ha vinto il migliore?

 Io non ho alcun dubbio. E mi pareva che neppure i giudici ne avessero

 Soddisfatto di come hai cucinato nella finalissima?

 Soddisfatto sì, ma all'inizio sono rimasto spiazzato perchè le porzioni da fare, a sorpresa, sono diventate dodici e la grande cucina fa fatica ad andare d'accordo con le tavolate numerose e così per la fretta non ho ristretto il brodo e il primo piatto non andava bene, poi mi sono ripreso col secondo e col dolce che, per inciso, non è neppure quello che avevo pensato di cucinare da principio. 

 Cosa ne pensi di Almo, l'altro finalista?

...

Ho letto da qualche parte che l'hai definito un po' "paraculo"

Solo un po'? Diciamo che la sua è un'ottima cucina di casa. Io ho portato a MasterChef cucina da ristorante. Ho cercato di portare un'idea di cucina che potesse dialogare con l'idea che ne hanno gli chef. Certo, non parlo di capacità, che loro sono nell'Olimpo, ma almeno da un punto di vista teorico ho cercato un terreno di confronto e ho fatto centro. In cucina ci sono tanti livelli di conoscenza: il sapore è ad un livello, l'idea è un gradino più sopra. Io, ad esempio, non so suonare strumenti musicali. Ma esiste una differenza tra il suono e la musica: tutti sanno produrre suono, ma solo i musicisti fanno musica. Io ho cercato di portare la mia musica in cucina. 

Cosa rappresenta per te questa vittoria?

 È la realizzazione non di un sogno, ma di un grande desiderio. La vita non è un sogno, è una catena di desideri che si possono realizzare o meno, e il mio adesso è realtà

In che modo la vittoria di MasterChef entrerà a far parte della tua esistenza? Immagino tu non abbia intenzione di abbandonare la tua attività medica

La medicina e la cucina partono dallo stesso presupposto: prendersi cura del prossimo. Lo facevano le mamme e le nonne di accudire col cibo e lo fanno i dottori curando le persone. Io, poi, ho anche la fortuna di occuparmi di cibo all'interno del mio lavoro medico (Federico è un nutrizionista, ndr). Ora spero che il dialogo tra cucina e medicina possa diventare ancora più ricco di spunti e che la visibilità di MasterChef mi aiuti a prendermi ancora più cura del prossimo. 

Se dovessi invitare a cena un concorrente chi inviteresti e cosa cucineresti?

Onestamente non so. Non abbiamo avuto molto modo di assaggiare la cucina degli altri anche se mi sarebbe piaciuto. Ho provato la cucina di Salvatore e mi sembra solida e onesta. Ecco, se potessi, al di là di invitare qualcuno a cena, me ne andrei quattro giorni a Sorrento da Salvatore. 

 A chi ora si prepara a fare i casting per la quarta edizione di MasterChef che consiglio daresti? 

Di essere solo se stessi. Mi pare di aver dimostrato che a MasterChef non si può barare, mi sembra chiaro, no? 

E ai piccoli aspiranti cuochi che dalla prossima settimana si daranno battaglia a Junior MasterChef?

Consiglierei loro di imparare prima a mangiare, poi a cucinare.

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Barbara Pepi