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Tecnologia

Smartphone vietato agli under 16, la ricetta del Regno Unito per ridurre rischi e abusi sui minori

Il governo di Rishi Sunak sta valutando l'idea, che seguirebbe il divieto di usare i telefoni a scuola. E la maggior parte dei genitori è d'accordo

Vietare lo smartphone ai minori di 16 anni. È il provvedimento su cui sta ragionando il governo inglese per trovare una contromisura ai problemi legati alla dipendenza degli adolescenti da dispositivi tech e piattaforme social. La questione è molto sentita nel Regno Unito, anche in virtù dei recenti fatti di cronaca che hanno bersagliato ragazzi minorenni, vittime di bullismo e violenze. Per questo l'ipotesi rimbalzata sui media inglesi ha riscosso consensi tra genitori ed esponenti del partito guidato dal primo ministro Rishi Sunak.

A spianare la strada verso una scelta netta quanto complessa da mettere in pratica, sono diversi sondaggi che premiano l'idea del divieto. Una ricerca realizzata il mese scorso da ParentKind, organizzazione dedita all'educazione dei giovani, ha rilevato un orientamento molto favorevole al blocco degli smartphone. Su 2.496 genitori di bambini in età scolare, il 58% vorrebbe introdurre il divieto, mentre il 33% si è detto contrario. I più preoccupati sono i genitori dei più piccoli, con il 77% dei bimbi che frequentano la scuola primaria concordi con la soluzione che sta valutando il governo inglese. Che lo smartphone e gli altri dispositivi tech siano dannosi per i minori è invece un'idea che mette quasi tutti d'accordo: oltre l'80% dei genitori teme risvolti negativi per i propri figli.

A spingere verso il divieto dello smartphone sono anche le parole di Ester Ghey, madre di Brianna Ghey, 16enne transgender assassinata nel febbraio 2023 da due coetanei, dopo aver subito numerosi atti di bullismo e un altro tentativo di omicidio. “Bisognerebbe introdurre una legge per imporre telefoni cellulari adatti ai minori di 16 anni, con meno app dei social media e alcuni limiti, in alternativa agli smartphone per adulti”, ha dichiarato la signora Ghey a febbraio. Parole arrivate all'indomani della circolare con cui il governo aveva stabilito l'impossibilità per gli studenti con meno di 16 anni di utilizzare il telefono a scuola, ricreazione e pausa pranzo compresi. Bullismo online e derive dei social sono state le motivazioni determinanti per far scattare il divieto, scenario utile anche per sperare in un incremento del livello di attenzione dei ragazzi.

A rinfocolare le polemiche ci ha pensato pure WhatsApp, che nei giorni scorsi ha uniformato a 13 anni l'età minima in tutti i paesi europei per accedere e utilizzare l'app. Una mossa che potrebbe rinforzare la necessità di arginare l'esposizione dei minori di 16 anni a contenuti potenzialmente dannosi, anche se non per tutti deve essere il governo a imporre norme e divieti. Diversi esponenti della maggioranza hanno fatto trapelare la loro contrarietà al blocco degli smartphone, poiché “non spetta al governo fare il genitore, in quanto il nostro obiettivo è rendere i genitori più consapevoli degli strumenti a loro disposizione, come le restrizioni sui siti web e il parental control per limitare l'uso di dispositivi e app ai propri figli”. C'è quindi incertezza sull'effettiva possibilità di una legge che vieti l'uso del telefono ai minori di 16 anni, di sicuro però la battaglia tra le parti continuerà a infiammarsi perché in gioco ci sono rischi per la salute mentale degli adolescenti che, come già successo più volte, può degenerare e mietere vittime incolpevoli.

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Alessio Caprodossi