Il futuro del gioco è «mobile»
Tecnologia

Il futuro del gioco è «mobile»

La Rubrica - Generazione Gaming

È stata recentemente rilasciata un’intervista a Peter Moore, personalità di spicco nel mondo del gaming che ha ricoperto ruoli dirigenziali in aziende come SEGA durante l’era Dreamcast, Microsoft durante il periodo della rincorsa alla PlayStation 3 ed Electronic Arts per la divisione EA Sports.

Tra i tanti argomenti discussi, tra cui le cause e le conseguenze del periodo di licenziamenti iniziato nel 2023 ed ancora in corso, Moore ha avuto modo di raccontare la sua visione del gaming di domani, figlia di una lettura del presente e di dinamiche che ad oggi stanno modellando la quotidianità di milioni di persone.

L’ex Microsoft ha ripreso i temi trattati da Phil Spencer, attuale CEO di Microsoft Gaming, analizzando l’evoluzione dell’approccio al videogioco e come diverse premesse siano da rinnovare o soddisfare secondo nuove modalità.

Il primo grande tema è il concetto stesso di “console”, nata come macchina alternativa al computer e verticale nell’utilizzo, una tecnologia “plug and play” che in poco tempo permette, con una spesa non eccessiva, di lanciarsi in un videogioco: ad oggi le console tradiscono diverse di queste caratteristiche secondo Moore, dalla semplicità di utilizzo, alla possibilità di funzionare senza necessitare di grossi investimenti e di infrastrutture a supporto.

Da una parte delle console e dei giochi che complicano la propria fruizione, dall’altra una routine che porta l’utenza a prediligere intrattenimento definito da Moore stesso “snack – sized”, adatto a periodi di tempo limitati, circoscritti ed autoconclusivi. Due fattori che, a meno di un radicale cambio di rotta, potrebbero portare il mondo dei videogiochi per console a perdere attrattiva e pubblico.

Questa situazione, combinata allo sforzo economico necessario a realizzare nuove console, potrebbe nel corso del tempo diventare sempre meno sostenibile.

La soluzione, secondo l’ex Microsoft, è sfruttare piattaforme già esistenti, come televisori, computer e smartphone (la stessa Microsoft ha recentemente lanciato il claim “ogni schermo sarà una Xbox”) potenziando il servizio di streaming dei giochi e riadattando i formari a sessioni brevi, anche di dieci minuti.

Mobilità, semplicità nella fruizione e sessioni di gioco brevi e significative slegate dal supporto, capaci di tornare ad essere un’alternativa ai tanti servizi di intrattenimento, non solo a casa, ma ovunque.

Un percorso già intrapreso da musica, film e serie TV, che potrebbero aver già integrato le caratteristiche del gaming del futuro secondo Peter Moore, percorrendo una strada già tracciata da tanti giochi mobile, come Brawl Stars, ad oggi il gioco mobile più famoso e tra i più remunerativi.

Non resta che aspettare e vedere se le parole di Moore, che già nel 2007 vedeva nella Xbox One l’ultima console di Microsoft, corrisponderanno alle mosse delle grandi aziende del mondo videoludico, o se sarà scelta un’altra via per il futuro del gaming.

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