Tarja e Stratovarius: la lunga notte del metal nordico
Tim Tronckoe
Musica

Tarja e Stratovarius: la lunga notte del metal nordico

A Nordic Symphony all'Alcatraz di MIlano nel nome dell'heavy: protagonisti una band storica e una vocalist molto, molto speciale

17 Ottobre: A Nordic Symphony, una serata di musica dalla fredda Finlandia all’Alcatraz di Milano in compagnia di due tra le più belle voci del metal. Stratovarius e Tarja.

Ad aprire il concerto i Serpentyne, una band inglese di folk metal con alla voce Maggiebeth Sand, con indosso un lungo abito in stile antico. Interessante il loro suono, una miscela di folk, musica medievale reinterpretata in chiave moderna con l’ausilio di strumenti poco comuni nel rock, come le cornamuse e i tamburelli. Peccato per l’assenza del chitarrista, ammalato, lo spettacolo ne ha in parte risentito.

Dopo un rapido cambio palco salgono gli Stratovarius, in splendida forma e carichi di energia. Il tour è stato anticipato in settembre dall’uscita di  Enigma: Intermission 2 per la EarMusic, il seguito di Intermission, album del 2001. Il disco contiene una serie di b-side inedite in Europa, tre nuovi brani, Enigma, Burn Me Down e Oblivion e alcune versioni orchestrali di brani famosi, come Shine in the Dark e Unbreakable. Tra gli inediti solo Oblivion trova spazio nella scaletta del concerto, che è un concentrato di puro godimento per i fan perché, nonostante il tempo sia poco (Stratovarius e Tarja sono co-headliner), gli Stratovarius eseguono i loro brani più famosi. Iniziano con Eagleheart, per proseguire con Forever Free. Black Diamond è introdotta dal solo di tastiera di Jens Johansson. Il finale è quasi commovente, la ballad Forever, che gli Stratovarius suonano quasi sempre in Italia e l’immancabile Hunting High and Low, con l’assolo di basso di Lauri Porra.

Un’ora e mezza di classe, perché questa è la cifra stilistica degli Stratovarius, il loro biglietto da visita. Non eccedono in inutili manierismi, non sono mai invadenti ne eccessivi nello stare sul palco e pur essendo tutti ottimi musicisti, non suonano per se stessi, non cercano il protagonismo, ma riescono ad uscire con un’amalgama compatta in cui risalta la splendida voce di Timo Kotipelto, leader e pari allo stesso tempo. Una band di persone vere, quello che si vede è quello che sono. E da veri gentleman, pur essendo co-headliner, lasciano che sia Tarja a chiudere lo show.

Anche per Tarja il tour è stato preannunciato dall’uscita in estate di un nuovo album sempre con la EarMusic, Act II, registrato dal vivo proprio in  Italia durante il tour di The Shadow Shows, a Milano, al Teatro della Luna a novembre 2016, in cui Panorama era presente e di cui porta ancora il ricordo nel cuore. La band di Tarja sale sul palco, la disposizione è molto particolare, con la batteria posizionata a destra e non al centro, per lasciare spazio al violoncellista. Sullo sfondo la silhoeutte di Tarja. E poi sulle note di Demons in You, uno dei brani più “strani”, quasi funky, sale Tarja. È bellissima, con un bustino di raso nero costellato di strass e borchie, lunghi guanti neri, pantaloni di pelle, proprio come una regina metal all’Opera.

Prosegue con 500 Letters, Little Lies. La peculiarità della sua voce lirica da soprano, il suo songwriting raffinato e le sue doti compositive rendono la sua musica un moderno mélange di brani classici, sinfonie e metal. Diva, dal sapore antico, o Victim Of Ritual con quell’intro che richiama vagamente il Bolero di Ravel, sono solo alcuni esempi. In scaletta trova posto Calling From The Wild, un brano che inizia lentamente e dolcemente per poi aprirsi in tutta la sua potenza. Brano che Tarja sfrutta per un rapido cambio d’abito e per lasciare spazio ai soli dei suoi musicisti.

Non potevano mancare nel finale Innocence, I Walk Alone e Until My Last Breath. Tarja esce di scena da vera regina, con però l’umiltà e la dolcezza che la contraddistinguono, abbraccia e ringrazia uno a uno i suoi musicisti, riceve mazzi di fiori dal pubblico che ringrazia senza sosta quasi commossa. L’Italia, lo ha sempre affermato, è tra le sue mete preferite per suonare. Soddisfatte per la classe e la bellezza dello show, pian piano le persone escono dal locale. Avremmo voluto un duetto tra Timo e Tarja? Sì certo, ma non si può avere tutto, per cui ci si accontenta di acquistare un picture disc da 10 pollici con due brani di Enigma: Intermission 2 su un lato e due brani di Act II sull’altro.

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Michela Vecchia