Bryant più forte di Jordan? La risposta nelle percentuali
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Bryant più forte di Jordan? La risposta nelle percentuali

Ecco perché, nonostante il sorpasso nella classifica dei marcatori "all time", anche nei numeri MJ rimane migliore di Kobe

Dopo i due tiri liberi segnati contro Minnesota, che hanno permesso a Bryant di raggiungere quota 32.293 punti superando Jordan nella classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi, la domanda che potrebbe (erroneamente) sorgere spontanea è la seguente: “ma quindi Kobe è migliore di MJ? Premesso che non è questa l’occasione per intavolare una discussione aristotelica riguardo a cosa significhi essere più o meno forti in un determinato sport, e in una determinata epoca sportiva, bisogna ammettere che almeno dal punto di vista statistico sembrerebbe che questa volta Kobe abbia davvero superato il maestro e antagonista di un’intera carriera. Quello imitato nelle gesta (vedasi, per credere, il video qui sotto) e allo stesso tempo metro di paragone di ogni traguardo di squadra e individuale conquistato.

Guarda il video: "Bryant scavalca Jordan, è il 3° marcatore di sempre" 

PERCENTUALI DAL CAMPO Eppure andando a vedere a fondo nelle career stats, le statistiche di carriera, dei due giocatori i numeri raccontano qualcosa di diverso. Se infatti prendiamo il numero di punti segnati come metro di paragone tra Jordan e Bryant non si può non considerare la percentuale con cui questi sono stati realizzati: il 49,7% per la leggenda dei Bulls, il 45,2% per la guardia dei Lakers. Il risultato è un +4,5% di differenziale a favore di MJ che basterebbe da solo per spiegare la sua maggiore efficienza offensiva.

Kobe Bryant e Michal Jordan, le giocate a confronto


STAGIONI NBA La reale differenza tra i due la fanno però gli anni di permanenza nella lega. Jordan infatti, tra le tre stagioni passate a North Carolina – con vittoria del titolo Ncaa nel 1982 – e le due interruzioni per ritiro, ha giocato in Nba per sole 15 stagioni. Cinque in meno delle 20 che Bryant, il cui esordio nei Lakers avvenne nel lontano 1996 senza passare attraverso nessuna stagione di college, si appresta a totalizzare alla fine dell’annata in corso. Ecco perché il record del numero 24 va considerato e pesato alla luce di una militanza tra i pro molto più lunga rispetto a quella di MJ, la cui media di 31,1 punti a partita non è francamente paragonabile a quella di 24,4 di Bryant.

JABBAR E MALONE In fatto i realizzazioni ad uscita, il rendimento di Jordan è tale che nemmeno Karl Malone e Kareem Abdul-Jabbar, rispettivamente al secondo e al primo posto della classifica marcatori – con 36.928 e 38.387 punti – ed entrambi intorno ai 25 punti di media a partita, riescono lontanamente ad avvicinare. Sia Jabbar che Malone tra l'altro hanno calcato i campi Nba per una ventina di stagioni (19 per Malone, nda), proprio come Kobe.

Insomma il “trucco” sembra essere tutto qui, nell’elisir di lunga vita che ha permesso a Bryant di rimanere al top per quasi due decadi, e di questo non si può certo fargliene una colpa. Non basta però un sorpasso in classifica per dirimere la questione – ammesso che mai ci sia stata – su chi sia il migliore di sempre. Anche perché solo di numeri, sebbene stratosferici, stiamo parlando. Kobe potrà però consolarsi pensando che in effetti una casella statistica che lo vede al numero 1, e per distacco, esiste già. I suoi 13.647 tiri sbagliati promettono di essere inarrivabili per almento altre tre generazioni di giocatori…

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Teobaldo Semoli