Juve, processo ad Allegri: perché ha snobbato la Coppa Italia?
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Juve, processo ad Allegri: perché ha snobbato la Coppa Italia?

Bianconeri sconfitti dalla Fiorentina allo Stadium, dove non perdevano da 23 mesi. Sotto accusa le scelte del tecnico che si difende

Prima di tutto le statistiche, per dire che la Fiorentina ha compiuto una vera impresa espugnando il fortino dello Juventus Stadium che non cadeva dal 10 aprile 2013 (sconfitta casalinga in Champions contro il Bayern Monaco) e che nessuna squadra italiana era più stata capace di abbattere dal 6 gennaio dello stesso anno, quando a riuscirci era stata la Sampdoria di Icardi (doppietta in rimonta). Se aggiungiamo che la Viola non passava a Torino da 7 anni il quadro è completo. E' stata una grande Fiorentina e una piccola Juventus, quasi da campanello d'allarme per come è maturata una sconfitta che rende complicato il cammino verso la finale di Coppa Italia e apre a qualche interrogativo sulle scelte di Allegri e sulla condizione dei bianconeri. Non un vero processo, ma qualche domanda va fatta prima che si entri nel momento decisivo della stagione.

Perché il turn over se la Coppa Italia era un obiettivo?

Intanto la formazione iniziale, difesa da Allegri anche dopo la partita: "Non sono pentito delle mie scelte - ha detto-. Abbiamo subito gol da uno che ha fatto 70 metri palla al piede". Implicito non apprezzamento all'approccio mentale e difensivo dei suoi, che hanno consentito a Salah di cavalcare lungo il prato dello Stadium. Però l'undici iniziale ha tradito la voglia di preservare le forze migliori per la settimana che arriva, partendo dalla sfida di campionato con il Sassuolo e proseguendo poi tra Palermo e Dortmund (18 marzo). Si chiama gestione delle energie, oppure turn over massiccio che ha investito ben 7 dei titolari dell'Olimpico di Roma; riproposti solo Caceres, Bonucci, Vidal e Marchisio. Panchina per tutti gli altri. Non un po' troppo considerato il valore e lo stato di forma dell'avversario?

Alla squadra è stato dato l'alibi di avere altro in testa?

Allegri sottolinea il gol incassato da 70 metri e una pessima gestione generale della partita, ma i tanti errori fino a quello decisivo di Marchisio sul raddoppio di Salah si spiegano, forse, anche con un calo di tensione. Come poteva la squadra rispondere presente quando l'indicazione iniziale era quella di una sfida meno importante rispetto al filotto che attende la Juventus? Il messaggio del turn over non è stato chiaro e, cioé, si cerca la qualificazione ma nella mente c'è altro? Anche il modulo iniziale è stato diverso rispetto ai copioni che i bianconeri si sono abituati a recitare: difesa a tre o schema con il trequartista. Un po' di confusione, insomma, l'ha creata Allegri e il resto lo hanno messo i suoi facendo vedere qualche errore di troppo.

Perché la squadra arriva ai finali di partita scarica?

L'elemento più preoccupante di tutti, però, è la tendenza della Juventus a sedersi nei finali di partita. Era successo già all'Olimpico contro la Roma dopo il pareggio di Keita. La squadra di Allegri, seppure in vantaggio di un uomo, si era fatta schiacciare e non era più stata capace di ribaltare l'azione. Contro la Fiorentina è successa la stessa cosa nella ripresa. Dal raddoppio di Salah al fischio finale sono passati 34 minuti più recupero ed è stata creata una sola vera occasione per il 2-2, quella sprecata da Pereyra. Eppure a quel punto la formazione era stata raddrizzata da Allegri con gli ingressi di Tevez (per l'infortunato Coman), Morata e Pereyra. C'è un problema di condizione fisica non ottimale?

Perché la Juventus continua ad incassare gol?

Le reti di Salah sono state rispettivamente la numero 7 e la numero 8 incassate dalla Juventus nelle ultime 6 gare giocate. Dallo scorso 1° febbraio (0-0 a Udine) Allegri non riesce a tenere chiusa la porta e il dato comincia a essere preoccupante, perché una delle caratteristiche forti di questo gruppo è sempre stata l'impermeabilità difensiva. Si prende gol su calcio piazzato, azione di contropiede, con difesa schierata o in fase d'uscita con il pallone. C'è qualche segnale da tenere in considerazione o si tratta di un momento passeggero? C'è una sinistra somiglianza tra lo scivolone di Chiellini contro il Borussia e il passaggino abortito di Marchisio: in entrambi i casi gli avversari hanno pressato forte sul portatore di palla, quasi individuando una debolezza del modo di giocare juventino. Esiste una crepa?

Cosa fare ora della Coppa Italia?

Detto che la qualificazione è in mano alla Fiorentina, che si è meritata questo vantaggio con una partita perfetta, rimane da chiedere ad Allegri cosa voglia fare della gara di ritorno. Inseguire o no il ribaltone che porta alla finale di Roma? Tentare ancora la strada del Triplete? Oppure abbandonare a se stessa la Coppa Italia concentrandosi sul resto? Il ritorno del Franchi è in calendario il 7 aprile, in mezzo a due sfide non terribili di campionato, ma alla vigilia di un ipotetico quarto d'andata in Champions League. Ecco, molto si deciderà il 18 marzo a Dortmund e una Juventus qualificata in Europa potrebbe anche mollare per strada la Coppa Italia. Con qualche rimpianto, però, per come è stata gestita la sfida dello Stadium. E qualche domanda che rimane aperta.

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Giovanni Capuano