Inter e Juve, verdetto rinviato (ma il Napoli vola)
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Inter e Juve, verdetto rinviato (ma il Napoli vola)

Derby d'Italia, pareggio poco spettacolare: Allegri lontano dalla vetta e Mancini non vince dal 23 settembre

La resa dei conti di San Siro non lascia in eredità verdetti definitivi. Non c'è un vincitore e nemmeno un vinto nel Derby d'Italia che doveva dirci se l'Inter è pronta per pensare allo scudetto e la Juventus può ambire a tornare in corsa malgrado la partenza ad handicap. Nulla di tutto questo. Pareggio zero a zero con poche emozioni e una partita spaccata esattamente in due metà, una per parte. Equilibrio perfetto.

Non significa che il punto preso abbia lo stesso peso per Mancini ed Allegri. Lo scatto di Roma e Napoli, ad esempio, riempiva di ulteriori significati la sfida bianconera considerato che ora le due principali avversarie (sulla carta) per il titolo si trovano rispettivamente 8 e 6 piani sopra l'armata torinese. E l'Inter non ha risolto i dubbi lasciati dal ko contro la Fiorentina e dalla partita a due volti di Marassi. Il che, tradotto in soldoni, significa 2 soli punti in 3 partite e vittoria che manca dal 23 settembre.

Inter e Juventus non hanno messo in scena uno spettacolo indimenticabile. Hanno duellato per intensità, con qualche randellata di troppo che Valeri ha faticato a tenere a bada, ma hanno messo in mostra qualità intermittente. Jovetic e Cuadrado hanno acceso le due manovre, spesso in maniera episodica. La traversa di Brozovic e il palo di Khedira hanno sigillato l'equilibrio di una serata che lascia, comunque, qualche spunto di riflessione.

Per Allegri era la prima Juve fuori dall'emergenza infortuni a centrocampo e il risultato non è stato all'altezza delle attese; ci sono giocatori in ritardo fisiologico di condizione e senza i migliori Pogba e Marchisio non è facile per nessuno imporre il proprio gioco contro un'Inter in versione corazzata. Dybala ha incassato l'ennesima panchina, questa volta spiegabile con il lungo viaggio intercontinentale. Mandzukic fatica a essere un fattore.

L'Inter è legata alle voglie di Jovetic. Quando, come nel primo tempo, il montenegrino ha gambe e fiato la manovra è pericolosa. Non appena JoJo scende di rendimento il gioco scorre più macchinoso e Icardi, non in grande condizione, rimane solo e poco servito. Limiti da correggere se l'idea di Mancini è restare in alto fino alla fine. Nessun campanello d'allarme, per carità, ma è un fatto che per la prima volta dall'inizio del campionato l'Inter non ha più vantaggi importanti sulle dirette concorrenti. Del tesoretto della fuga è rimasto poco: -1 dalla Fiorentina, pari punti con la Roma, +2 su Napoli e Lazio, +7 sul Milan e +8 sulla Juve.

Il punto sull'8a giornata

* Il Napoli è la squadra più bella e continua del momento e la sfida del San Paolo contro la Fiorentina è stato un godimento per gli amanti del genere: ritmo, occasioni ed emozioni senza fine. Uno spot per la serie A a caccia di appeal. La vittoria (2-1) porta le firme dei soliti Insigne e Higuain, in questo momento i milgiori attaccanti del campionato: terzo successo consecutivo e settimo risultato utile. Siccome è la continuità fin qui ad essere mancata ai partenopei, la sfida di domenica contro il Chievo sarà più di un esame di laurea.

* La Fiorentina non esce ridimensionata dal San Paolo. Paulo Sousa se l'è giocata bene ed è stato punito da un errore individuale di Ilicic. Tra questo e il passato campionato la Viola aveva vinto 11 delle ultime 12 partite giocate. Serie che fisiologicamente doveva interrompersi. Ma gli applausi restano convinti.

* Anche la Roma si è affacciata ai piani alti. Contro l'Empoli (3-1) è arrivata la terza vittoria consecutiva, con gioco non convincente ma sufficiente tranquillità. Aveva ragione Garcia a predicare calma, anche se va detto che aver cambiato modulo lo ha aiutato. Domenica ore 18 a Firenze è una sfida cruciale per la zona Champions League.

* Sul Sassuolo si sono sprecati aggettivi e commenti. Invece basta dire che è una squadra costruita con investimenti non banali da parte di patron Squinzi e allenata bene da Di Francesco. Se poi, come contro la Lazio, ha anche un po' di fortuna il mix è perfetto: 2-1 e quarto posto a sorpresa. Per i biancocelesti un passo indietro pur con l'alibi dei tanti assenti.

* Il Milan di Mihajlovic ha lucrato un punticino dalla trasferta di Torino senza cancellare le perplessità: poco gioco e pochissime conclusioni in porta. Soprattutto una deprimente fragilità difensiva che ha fatto incassare la rete numero 14 dall'inizio del campionato (mai imbattuta). Più che il confronto con Inzaghi (-5 punti), Mihajlovic farebbe bene a preoccuparsi di quello con Allegri nella stagione dell'esonero: quel Milan stava un punto sopra.

* Le genovesi vanno sulle montagne russe. Il Genoa ha cambiato passo dopo la vittoria sul Milan e contro il Chievo ha trovato un successo di quelli che fanno bene al morale e regalano autostima. Il 3-2 di rimonta è nel segno di Gasperini. La Samp di Zenga fatica a trovare continuità: battuta 2-0 a Frosinone (secondo successo dei latini al Matusa) e tutto da rifare.

* Il Carpi da trasferta sembra ancora in serie B: 4 partite e un solo punto, 5 gol fatti e 15 subiti. I tre incassati dall'Atalanta, che ora si trova nella parte sinistra della classifica, sono arrivati in una partita dominata da cima a fondo dai bergamaschi.

* Il derby delle panchine bollenti è stato vinto da Iachini su Rossi: 1-0. Per il Palermo un sospiro di sollievo, per il Bologna la quarta sconfitta consecutiva e settima su otto dall'inizio del campionato. Se non una sentenza, quasi.

* Il Verona è l'unica squadra a non aver mai vinto in questo campionato. Anche contro l'Udinese l'impresa è rimasta lontana: 1-1 malgrado il primo gol stagionale di Pazzini.

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Giovanni Capuano