Il running e il mio rapporto di amore e odio con il cibo
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Il running e il mio rapporto di amore e odio con il cibo

Rinunce, e strappi alla regola, a tavola di Marco Mori, podista per passione, a 21 giorni dalla Maratona di New York

Marco Mori è uno delle decine di migliaia di podisti italiani. Da 5 anni partecipa alla maratona di New York , e anche quest'anno sarà al via mischiato tra 4mila nostri connazionali. In questo suo diario di avvicinamento ai 42 km più amati al mondo ci ha già raccontato del perché corre solo a New York , dell'unicità della Grande Mela e della sua maratona, dei rischi che si corrono allenandosi per strada e della bellezza di fare fatica . In questa puntata tocca al cibo, croce e delizia di qualsiasi sportivo.
 
Ecco il suo racconto.
 
"Quando corri, o più in generale fai sport, inevitabilmente finisci a ragionare su quello che mangi. E il rapporto tra un podista e il cibo è di amore e odio. Amore perché il cibo è il carburante che ti serve per i muscoli; odio perché se vuoi restare in forma devi necessariamente fare delle rinunce. L'anno scorso a New York ho incontrato una ragazza che era talmente fissata con la linea e il peso in funzione della maratona che per 4 giorni, compreso quello prima della gara, non ha mangiato altro che biscotti proteici portati dall'Italia. E francamente non ho idea di come abbia fatto a finire i 42 km.
 
Anche se non a questi livelli, o a quelli di alcuni amici che il mattino della gara si alzano presto per mangiare 300 grammi di pasta scotta, anche io quando ho cominciato a correre ero abbastanza fissato. Ora invece, dopo qualche anno di esperienza, sono meno fissato, e tutto sommato preferisco non diventare schiavo della bilancia. Forse sono più unico che raro, ma questo è il mio modo di affrontare il piacere della corsa: mangio in maniera equilibrata ma senza eccessi, per non trovarmi mai a dover fare grossi sacrifici.
 
Secondo me l'alimentazione è decisiva per le uscite lunghe. La sera prima di un'uscita oltre i 20 km mangio parecchi carboidrati, soprattutto pasta: corta, per non sporcarmi col sugo, che mi piace sempre abbondante e soprattutto al pomodoro e parmigiano o al pesce. Sarà questione di abitudini, ma con gli anni mi sono accorto che questo giova molto ai miei muscoli, che si stancano meno e fanno meglio il loro lavoro. I carboidrati mi sono abituato ad assumerli anche mentre corro: ogni 5 km mastico delle caramelle energetiche mi danno la forza (o forse l'idea della forza) e mi fanno stare meglio.
 
Se poi decido di andare oltre i 28 km, allora mi porto dietro una barretta solida che mastico a piccoli bocconi intorno al 27° km. Se non hai mai provato, devi sapere che mangiare mentre si corre è faticoso, e quindi mordicchio piccole porzioni della barretta che mi durano anche qualche centinaio di metri. La cosa importante è usare barrette già conosciute e provate, per evitare brutte sorprese. Una volta ho deciso di cambiare prodotto e il mio stomaco ha cominciato a lamentarsi al punto che ho dovuto cercare al volo un cespuglio per mettere fine all'agonia.
 
A me piace molto il latte, ma purtroppo il mio rapporto con questo alimento è molto controverso. Per esempio quando rientro da un allenamento serale, qualunque ora sia, mi bevo un bicchierone di latte e cioccolato, perché sono convinto che rigenera il fisico e lo spirito. Il latte è anche la mia colazione abituale, con una montagna di biscotti, ma se devo affrontare una gara e correre di mattina ci rinuncio completamente: so che mi darebbe problemi per tutto il tragitto e allora vado di muffin alla cioccolata o croissant alla marmellata e succo di frutta, oppure un bicchiere piccolo di the.
 
Devo ammettere che sono abbastanza fortunato, in quanto riesco a mangiare di tutto senza problemi per le mie prestazioni sportive. Alla birra con la pizza per esempio non rinuncio, e nemmeno ai dolci di cui sono ghiottissimo, soprattutto le crostate della mia amica Laura e il gelato, di cui ogni sera mi concedo una piccola porzione.
 
I giorni in cui decido di allenarmi la sera mi organizzo per mangiare con 3 piccoli spuntini, anche se sono in ufficio: 2 frutti e yogurt bianco alle 11:00, un piccolo tramezzino al prosciutto cotto alle 13.00 e qualche crackers dolce alla marmellata alle 15.00. Poi torno a casa ed esco a correre.
 
E poi diciamoci la verità: ogni tanto qualche strappo alla regola fa bene all'umore e al morale, soprattutto dopo una bella faticata e senza sentirsi in colpa per qualche grammo di troppo. Per esempio, quando sono a New York per la maratona, mi trasformo nell'americano medio. Nel 2009 la sera prima della maratona io, mia moglie, una collega runner e suo figlio siamo andati al Madison Square Garden a vedere Yankees contro Philadelphia. Tutti mangiavano pop-corn e noccioline tostate e per non sentirci diversi ci siamo mangiati un cesto enorme di pop-corn che è durato fino alle 23:00. E al mattino dopo non ho avuto alcun problema.
 
E poi, dopo la corsa, è ormai tradizione fare tappa fissa da Dallas BBQ , un mega locale tipicamente americano vicino a Times Square dove un double cheesburger e almeno un paio di birre per festeggiare il traguardo di Central Park non me le toglie proprio nessuno.

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