Qatar 2022: i dollari non cancellano caos organizzativo e Isis
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Qatar 2022: i dollari non cancellano caos organizzativo e Isis

Zwanziger, membro del comitato esecutivo: "Le condizioni climatiche mettono a rischio la salute di pubblico e atleti". Sarà una coppa invernale?

Il mondiale in Qatar non era nato sotto i migliori auspici fin dal giorno della candidatura. Il mondo dello sport aveva subito storto il naso alla possibilità di organizzare la manifestazione sportiva più seguita al mondo in una zona desertica, per lo più in piena estate. "E' impossibile e inattuabile", furono le prime reazioni. Il colpo di scena era però arrivato sorprendendo tutti: "I mondiali 2022 si faranno in Qatar". Perché scegliere una location simile? In un paese molto piccolo e con una tradizione calcistica quasi inesistente? La risposta era parsa si da subito scontata, dipinta dal colore che si può scegliere a seconda delle preferenze: oro, nero petrolio e verde come i dollari. Il Qatargate da illazione scontata non è infatti più un segreto e a otto anni dalla manifestazione le perplessità sul mondiale degli sceicchi aumentano giorno dopo giorno. Le indagini continuano e riguardano un giro di mazzette che sarebbe iniziato dalla famiglia reale di Doha, proprietaria del Psg di Ibrahimovic e pronta a tutto pur di concedersi uno sfizio come il mondiale in casa. Cifre da capogiro per accaparrarsi il voto di numerose federazioni africane oltre a quelli di personaggi noti che sarebbero stati coinvolti, anche ai vertici della FIFA.

I nuovi problemi per Blatter e Platini arrivano però dalle pagine della Bild e dalle dichiarazioni di Theo Zwanziger, membro del Comitato esecutivo della FIFA che ci mette la faccia per introdurre il primo passo indietro: "Non credo che i mondiali del 2022 si svolgeranno in Qatar. I medici considerano le condizioni climatiche proibitive e nonostante negli stadi ci siano sistemi di raffreddamento non si può garantire la salute di pubblico e atleti". Dal Qatar però non si registrano preoccupazioni: "Siamo certi che il nostro mondiale si farà". Ma da dove nasce questa certezza? Per ora la FIFA ne conserva solamente una: l'evoluzione degli eventi negli ultimi 4 anni ha concentrato l'attenzione su dinamiche oscure e da chiarire che riguardano l'assegnazione. Come se non bastasse il clima di tensione in Medio Oriente ha sconvolto ulteriormente gli equilibri, con l'Isis pronta a minacciare ritorsioni nel caso in cui il calcio arrivi in Qatar con il mondiale 2022.

L'esercito dello stato Islamico ha infatti inserito nella lista dei nemici giurati anche lo sport più seguito al mondo e la prospettiva di miliaia di infedeli in uno stadio di calcio qatariota sembra oggi una prospettiva impossibile da concepire. Nel frattempo nel paese continuano i lavori per costruire hotel, stadi e strutture da fantascienza. Un'opulenza che si scontra con la realtà di chi lavora alle opere: oltre 1,2 milioni di operai immigrati che per 1 dollaro al giorno saldano per oltre 15 ore e spesso muoiono a centinaia nei cantieri. La FIFA ha capito la gravità della situazione ed è ora costretta a scappatoie diplomatiche per togliersi da un pasticcio che si complica settimana dopo settimana. Le perplessità avanzate da Zwanziger sul clima hanno fatto ipotizzare una sola alternativa per evitare la cancellazione: giocare di inverno, in una stagione atipica per la coppa del Mondo. Le temperature più miti permetterebbero così lo svolgimento ma darebbero vita ad un nuovo problema, la rivoluzione di calendari e impegni per i club di mezzo mondo. "Infattibile", il parere di chi assiste incredulo alle conseguenze di una candidatura complicata fin dall'inizio. 

Dopo l'introduzione dell'Europeo itinerante del 2020, che vedrà un girone e un quarto di finale giocati a Roma prima della finale Londinese, la FIFA sa di dover utilizzare i prossimi otto anni per un lento lavoro che dovrà limare diritti e priorità. Revocare il mondiale in Qatar appare infatti oggi una scelta sofferta ma oltremodo necessaria, soprattutto alla luce di tensioni politiche e militari che vedono nell'Isis, in Israele e nella Lega Araba fronti fortemente contrari allo svolgimento della manifestazione. Il gusto dei petroldollari, in attesa che il Qatargate veda individuati possibili responsabili e colpevoli di corruzione, non rende più dolce una scelta che oggi non riguarda più solamente la federazione internazionale del football ma gil equilibri geopolitici di mezzo mondo. 

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Matteo Politanò