A Verona in arrivo il cimitero verticale
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A Verona in arrivo il cimitero verticale

Si tratta del progetto di un grattacielo che potrebbe ospitare fino a 60mila salme

Almeno trentaquattro piani di palazzo in grado di ospitare fino a 60mila salme. E' il progetto del primo grattacielo cimiteriale della città di Verona. La struttura dovrebbe sorgere sull'area di Fondo Frugose, nella periferia est della città scaligera e l'appalto per la costruzione è stato vinto dalla società "Cielo infinito".

L'antecedente milanese

L'idea era già stata lanciata tre anni fa a Milano. Venticinque metri quadrati sarebbero stati sufficienti per sviluppare in verticale il grattacielo per defunti, risposta contemporanea ai cronici problemi di spazio delle grandi città.

Allora i progettisti avevano dichiarato: "il progressivo invecchiamento della popolazione, gli spazi disponibili sempre più ridotti, le nuove abitudini e gli attuali stili di vita, rendono necessarie nuove soluzioni per affrontare un tema delicato come il culto dei defunti. Grandi aree da dedicare a spazi cimiteriali possono infatti risultare non solo difficili da reperire ma anche scomode, anti-economiche e poco fruibili da anziani e disabili. Di qui l’idea di realizzare una struttura moderna, semplice e snella nella sua organizzazione a torre".

La proposta di Verona

Il progetto scaligero prevede la creazione di ambienti luminosi, climatizzati e sicuri nei quali svolgere sia cerimonie religiose sia laiche e nei quali osservare il culto dei defunti nel rispetto di privacy, igene e del lutto che comporta la visita a chi non c'è più. Con il progressivo invecchiamento della popolazione il problema della conservazione dei morti si fa pressante e, specie le grandi città, devono inziare a fare i conti con la necessaria contemporaneizzazione del concetto di cimitero. Basta con i viali infiniti e le lapidi di marmo e largo ad una gestione più logica e fruibile degli spazi urbani con poi quella sorta di evocazione del concetto di ascesa al cielo insito nell'icongrafia della torre. La Chiesa, già ai tempi del progetto milanese, aveva dato il suo consenso. Adesso resta da vedere se Verona riuscirà a realizzare quello che a Milano è rimasto solo un progetto nel cassetto. 

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Barbara Pepi