Un inviato a Sanremo - Day 4
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Televisione

Un inviato a Sanremo - Day 4

Tra bar, pronostici e la pagella ai maschi del Festival - Social #Sanremo 2014

Il Festiva di Sanremo è arrivato alla quarta serata. Manco a dirlo, serata di revival. Tra cui spicca Cristiano De Andrè, che canta suo padre, con una scarna e dolcissima interpretazione di Verranno a chiederti del nostro amore.

Io lo guardo in un bar, in un gruppo misto di giornalisti e produttori paratelevisivi che hanno deciso di strapparsi una mezza serata libera. Tra un aperitivo e l’altro, una sguaiata amica di un amico di un amico che lavora in Rai mi racconta, mentre ci fumiamo una sigaretta che “possono girarci intorno quanto vogliono, ma è stato il super agente dei vip, e marito di Paola Perego, Lucio Presta a pagare l’albergo ai due contestatori, per averli in esclusiva a La vita in diretta”.

Vero o non vero, il dubbio rimane. Per il resto si sommano gli aperitivi alle canzoni, che non coinvolgono nessuno. Finito il Festival, trascino questo gruppo di debosciati a Casa Sanremo, dove dovrebbe esserci “qualcosa”. Ma il qualcosa è musica tamarra a un volume troppo basso, una sala semivuota, e un vocalist esagitato che inneggia a un certo Vadim, perché salga sul palco, con tutti che si chiedono “ma questo chi è, qui che ci fa?”, e lui con loro.
Nelle danze, il più scatenato di tutti è una specie di Mastrolindo caramellato che tiene in mano un pappagallo. È uno dei personaggi più popolari di questo Festival, di mestiere pappagalleggia i pronostici che gli suggerisce il pennuto.

A seconda dell’ora e del posto dove lo incontri, girando per Sanremo, decreta un vincitore diverso. Per il resto, il mortorio è assoluto, e non c’è neppure la possibilità di ubriacarsi per bene, per dimenticare, perché l’unico drink alcolico che servono in questa baraonda è un punch di vodka e redbull. Di un sapore talmente ignobile che all’impotente barman, con consegne militari da parte degli sponsor, continuano a pervenire richieste che si tramutano in suppliche: “ti prego, non c’è niente da bere di eterosessuale?”
Poco prima è passato Paolo Nutini, che ha alzato l’attenzione della sparuta compagine femminile. Pur non essendo una discoteca, Casa Sanremo rispetta infatti i parametri da discoteca: a ballare sono quasi solo maschi, di donne neanche l’ombra.

Fuori da una porta tagliafuoco, due giornaliste di moda, un po’ su di giri, garbatemente svestite, parlano dell’unico aspetto che per loro ha stravinto al Festival di Sanremo 2014: il livello dei  maschi ospiti. Poche bellezze femminili, molte bellezze maschilli. “Damien Rice, quanto è figo Damien Rice?”  “Sììììììììì”.
Mi inserisco in questa raccapricciante conversazione affermando che “uno così bello mi fa venire la stessa voglia che prende Edward Norton in Fight club, quando massacra un biondino dicendo che vuole distruggere qualcosa di bello.

Ecco, io Damien Rice, se penso che oltre a essere così bello suona anche struggenti canzoni d’amore, e quindi mi immagino le carrettate di donne ai suoi piedi, provo l’impulso di sfregiarlo con una selce affilata”.
Ne nasce un dibattito. Che, dagli ospiti, in testa Nutini e Santamaria, praticamente tutti promossi con entusiasmo, dei catalizzatori di ormoni, passa ai cantanti, e queste due fashionissime giornaliste, mi spiegano che gli uomini del festival si dividono, come tutti gli uomini, del resto, molto banalmente in due categorie: “quelli che te la fanno salire e quelli che non te la fanno salire”. Visto che c’è molto poco altro da dire, sulla serata, vi riporto la classifica che due brille opinion leader in fatto di gossip e moda si sono sentite in dovere di dettarmi:

Francesco Renga: ottimo. Non sporco, come Tommy Lee, ma comunque brutale, un maledetto gestibile
Cristiano De André: lasciamolo ad Alba Parietti
Perturbazione: sembrano una classe scolastica di ripetenti
Raphael Gualazzi: troppo tracagnotto, sembra un aspirante oste
Frankie Hi NRG: fuori peso massimo
Giuliano Palma: noi i pelati non li trattiamo
Francesco Sarcina: sembra uno viscido, che non si lava
Ron: non si può prendere in considerazione uno che si dice andasse a letto con Lucio Dalla
Riccardo Sinigallia: ricorda quel compagno di classe che faceva sempre tutti i compiti e che ti faceva copiare
Renzo Rubino: è come un mastino napoletano effeminato
Diodato: improponibile
Vadim: vampiresco
Zibba: anche se è pelato potrebbe, ma ha le gambe troppo grosse
The Niro: sembra Noel Gallagher con problemi di peso e un pessimo taglio di capelli
Rocco Hunt: è più piccolo di mio nipote, sarebbe come andare con Harry Potter.

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Marco Cubeddu

Nato a Genova nel 1987, vive a Roma, è caporedattore di Nuovi Argomenti e ha pubblicato i romanzi Con una bomba a mano sul cuore (Mondadori 2013) e Pornokiller (Mondadori 2015). Credits foto: Giulia Ferrando

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