Un piatto al bancone ha un gusto più social
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Un piatto al bancone ha un gusto più social

Da San Francisco a New York, da Parigi a Milano: l’ultima tendenza è cenare con vista sul barman

Da sempre vi si consumano rituali alcolici. Ora, sempre più spesso, anche gourmand. Secondo il Wall Street Journal il posto migliore dove sedersi in un locale è il bancone, di fronte a chef che spadellano e a barman che shakerano. "È uno show.

Chi prepara da bere suggerisce anche il piatto da abbinare, si instaura un rapporto di fiducia" dice a Panorama Tommaso Cecca, bartender del milanese Café Trussardi che vanta una trentina di sgabelli, e mai uno libero, sui tre lati del bancone in marmo nero. L’onda lunga della moda del "bar eating" arriva da oltreoceano.

Dal Drake di San Francisco al Firefly di Washington, che in un anno ha raddoppiato il numero degli sgabelli, fino al Gotham Bar & Grill di New York che apparecchia il bancone di marmo con vassoi di legno. "Il conto è meno salato rispetto a quello del ristorante, ma la qualità è la stessa: cambiano scelte e porzioni" spiega Rocky Cirino, direttore del Marea, ristorante newyorkese con due stelle Michelin.

Anche se c’è chi racconta che al banco di uno degli Atelier di Joël Robuchon, da Parigi a Hong Kong, si spendono cifre da capogiro ordinando crabe royale e champagne. "Il bancone è social. E molti lo preferiscono, anche quando si libera un posto al tavolo" conferma Rosa Fanti, compagna di Carlo Cracco e socia della Segheria, a Milano. Difficile non condividere almeno un giro di cocktail.

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