Sposati e contenti (per 15 anni)
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Sposati e contenti (per 15 anni)

L'Istat rivela, i matrimoni durano sempre di meno (e ci si sposa sempre più tardi)

Il concetto di "finchè morte non vi separi", nelle coppie contemporanee, dovrebbe essere rivisto al ribasso e all'altare la formula corretta dovrebbe essere trasformata in un più coerente "almeno per i prossimi 15 anni" perchè è più o meno questa la durata dei matrimoni nella nostra società. A renderlo noto una ricerca Istat del 2011 che, numeri alla mano, snocciola una serie di dati che tolgono ogni orpello di romanticismo alla prospettiva di convolare a nozze.

Ci si sposa di meno e si divorzia di più. Nel 2011 le separazioni sono state 88.797 e i divorzi 53.806, rispettivamente +0,7% per le separazioni e -0,7% per i divorzi rispetto all'anno precedente. Guardando i dati del 1995 ci si rende conto che le separazioni sono aumentate di oltre il 68% e i divorzi sono praticamente raddoppiati.

Se nel 1995 per ogni 1.000 matrimoni si contavano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2011 si sale a 311 separazioni e 182 divorzi.

La mappa delle separazioni varia da regione a regione. Non stupisce che dall'avvocato ci si vada più volentieri al nord (378,6 separazioni per 1.000 matrimoni), ma a sorpresa anche il meridione d'Italia negli ultimi anni ha subito una forte impennata con valori che sono più che raddoppiati (ad esempio, si è passati da 70,1 a 221,5 per 1.000 matrimoni in Campania e da 78 a 239,7 in Sicilia).

La durata media di un matrimonio è di 15 anni che salgono a 18 in caso di divorzio

Questo significa che la fine dell'unione non avviene tra ragazzi che hanno scelto di sposarsi troppo presto e se ne sono pentiti, ma tra coppie rodate che ad un certo punto della propria esistenza comprendono che le loro strade si devono separare. 

L'età media alla separazione è, infatti, di circa 46 anni per i mariti e di 43 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge rispettivamente 47 e 44 anni. Ci si sposa sempre più tardi e, di conseguenza, si divorzia quando la manopausa è in arrivo e la crisi di mezza età è alle porte.

E' anche in crescita il numero di addii tra over 60 che non hanno più paura di cambiare barca anche se il timone non è esattamente nuovissimo. 

Essendo il più delle volte una separazione a lungo meditata si va dall'avvocato consensualmente. Nel 2011 si sono concluse in questo modo l'84,8% delle separazioni e il 69,4% dei divorzi. La quota di separazioni giudiziali (15,2% il dato medio nazionale) è più alta nel Mezzogiorno (19,9%) e nel caso in cui entrambi i coniugi abbiano un basso livello di istruzione (21,5%)

E se ci sono di mezzo i figlio? Il 72% delle separazioni e il 62,7% dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante il matrimonio. Il 90,3% delle separazioni di questo tipo ha previsto l'affido condiviso dei ragazzi. Nel 19,1% delle separazioni è previsto un assegno mensile per il coniuge, nel 98% dei casi corrisposto dal marito: la quota è più alta al Sud e nelle Isole (24% e 22,1%), mentre nel Nord si attesta al 16%. Gli importi dell'assegno mensile sono, al contrario, mediamente più elevati al Nord (562,4 euro) che nel resto del Paese (514,7 euro). Nel 57,6% delle separazioni la casa è assegnata alla moglie, nel 20,9% al marito mentre nel 18,8% dei casi si prevedono due abitazioni autonome e distinte, ma diverse da quella coniugale.

Crescono anche le separazioni tra le unioni di coppie miste. Nel 2005 sono state pronunciate 7.536 separazioni riguardanti "coppie miste" di coniugi (nel 2000 erano state 4.266). Il più delle volte a separarsi dal marito italiano sono le donne straniere (che con il matrimonio hanno ottenuto la cittadinanza italiana).

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Barbara Pepi