La guerra dei Muccino, nuovo capitolo
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La guerra dei Muccino, nuovo capitolo

Questa volta è Gabriele che twitta al fratello Silvio: "I tuoi occhi sono opachi" dice

Era da giugno del 2013 che Gabriele e Silvio Muccino non se le mandavano a dire via social. Da quando Silvio aveva intimato al fratello maggiore di lasciarlo stare e di smetterla di considerarlo un manichino in mano all'amica e pigmalione Carla Vangelista. Erano volate querele, diffide, e tutto un casellario di insulti riempito in ogni sua parte.

Da allora, almeno via social, il silenzio. Ad interrompere la tregua ci ha pensato Gabriele con una serie di tweet - poi cancellati - indirizzati al fratello minore e alla sua ultima pellicola, "Le leggi del desiderio" la cui trama, ironia della sorte, parla di una signora che maneggia un giovane uomo come fosse una ventriloqua con suo pupazzo. Mai assist fu meglio servito a Muccino senior che, sin troppo facilmente, ha incontrato parallelismi tra la storia narrata e  quella del fratello minore. 

"Il tuo film - cinguetta quindi Gabriele - è di una signora che ti gestisce, come un ventriloquo il suo pupazzo, da un tempo ormai irreversibilmente lontano.
Sono sette anni che non mi parli senza ragione. Nelle interviste che rilasci, non mentire o millantare più. La famiglia è sacra.
Eri un grande attore, e un grandissimo fratello. Ora i tuoi occhi sono opachi... E' forse ora di guardarsi allo specchio.
Se solo mi avessi incontrato una volta in questi ultimi 7 anni, forse avresti saputo spiegarmi cosa è mai successo tra noi.

Ti auguro il meglio col tuo film, ma non farmi mai più leggere lanci di agenzie e interviste che infangano i nostri anziani genitori
Evita di difenderti facendo un nuovo lancio di agenzia per ricoprire di fango la nostra famiglia.
Uso twitter perché alle mie email hai risposto minacciando via legale per tenermi a distanza. Quale distanza puoi mai colmare?"

La conversazione, o meglio, il monologo di Gabriele è stato subito cancellato, ma il messaggio a Silvio è stato lanciato e la replica potrebbe presto arrivare.

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Barbara Pepi