Facebook è un social network del passato (secondo Google)
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Facebook è un social network del passato (secondo Google)

Bradley Horowitz, responsabile di Google+, ci spiega perché il modello pubblicitario scelto dal social network di Mark Zuckerberg non funziona

Stamattina, aprendo la mia pagina di Facebook mi è caduto l’occhio sulle inserzioni pubblicitari che campeggiano sulla colonnina di destra del mio profilo. Che ci crediate o meno non ce n’era una che fosse calibrata sui miei gusti: c’era un tizio muscoloso che mi consigliava di “lavorare sulla forza”, un dottore che mi parlava della celebre dieta di Hollywood (io non la conosco ma a quanto pare si perdono 17 chili al mese), un negozio di abbigliamento che provava a vendermi articoli per paninari e cose di questo tipo.

I casi sono due: o non mi conosco abbastanza, oppure la famosa pubblicità mirata di Facebook è una bufala. D’accordo, lavorare sul proprio corpo fa sempre bene, e l’abbigliamento degli anni ’80 non è poi così brutto come lo si dipinge, però devo essere onesto: non cliccherei su uno di quei banner nemmeno se mi pagassero. Insomma, cosa non funziona nel meccanismo di estrazione dei dati sul quale Facebook invia pubblicità ai suoi utenti?

A queste (e altre) domande ha provato a rispondere Bradley Horowitz, vice president of product di Google+, in un’intervista rilasciata ai colleghi di Business Insider. Horowitz non è chiaramente la fonte migliore per avere il classico parere “spassionato”, considerato che lavora per il più importante competitor di Facebook. Ma la sua opinione ci fornisce comunque degli spunti molto interessanti per capire cosa succede dietro le quinte di un social network.

Horowits paragona il modello pubblicitario di Facebook ai cartelloni pubblicitari che vengono portati in giro dagli uomini sandwich:”Non hanno alcun contesto e spesso non sono molto efficaci. Mettere annunci pasticciati e appuntamenti all’interno del flusso delle notizie ha l’unico effetto di far arrabbiare gli utenti e frustrare gli inserzionisti. Il mondo non funziona così."

Già, appunto, ma come funziona il mondo? Horowitz lo spiega con un esempio: "Quando una persona ha fame va al ristorante. Vedere un annuncio per un panino quando non hai fame non è molto efficace.Lo è molto di più essere in grado di cercare un posto per pranzare quando hai fame e hai bisogno dei suggerimenti dei tuoi amici".

Ed è proprio su questo aspetto che Google vuole prendere le distanze dal rivale: "Facebook", spiega il responsabile, "è un social network del passato, che ha sviluppato un modello pubblicitario che non funziona [...] con il solo scopo di pagare gli stipendi dei suoi dipendenti. Google+ è un progetto sviluppato con le dinamiche del mondo reale. E che, aggiungo io, può contare sul supporto del motore di ricerca più potente del Pianeta.

Quanto alla possibilità che anche Google, un giorno, inserisca annunci pubblicitari sul suo social network, Horowitz risponde: "Lo faremo se troveremo un modo efficace per aggiungerli senza sconvolgere gli utenti. Non stiamo lottando per capire come possiamo monetizzare il nostro servizio, abbiamo piani reali".

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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