Stonex STX S, la recensione del dual-sim tutto italiano
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Stonex STX S, la recensione del dual-sim tutto italiano

Display da 4.5 pollici, fotocamera da 8 megapixel, batteria extra-large, micro-Sd da 8 giga e doppio alloggiamento per Sim Card: cosa chiedere di più a questo smartphone Android Made in Italy? Forse solo un nome più accattivante e uno sconto sul peso

Si può fare un ottimo smartphone anche senza essere americani, coreani o cinesi? Per Stonex, start up tutta italiana specializzata negli strumenti di misurazione ma da qualche tempo attiva anche nel settore dei telefonini intelligenti, si può eccome. Basta saper combinare nella maniera giusta hardware e software.

In fondo – come ci spiega Davide Erba, fondatore della società - "la quasi totalità degli smartphone viene assemblata in Cina con prodotti e componenti comuni". E in condizioni di questo tipo, la differenza la fanno soprattutto due aspetti: il brand e la capacità di adattare il sistema operativo all'hardware affinché l'esperienza utente risulti fluida e godibile.

In attesa che il brand si consolidi sul mercato, è proprio su questo secondo punto che si stanno concentrando gli sforzi Stonex. La dimostrazione ci arriva da questo STX S, uno smartphone dual Sim che fa dell’equilibrio il suo punto di forza o - per usare le parole dello stesso responsabile italiano - "un terminale che punta a trovare il giusto compromesso per presentarsi in maniera vincente dinnanzi al pubblico italiano".

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Lo si capisce in prima battuta dal prezzo, 249 euro, una cifra che di certo stuzzica l’appetito di quanti non hanno la possibilità (ho la voglia) di spendere più di 500 euro per un telefono ma che comunque non intendono accontentarsi delle classiche offerte low-cost provenienti dall'Oriente.

Sì perché l’STX S non è proprio quel genere di Android-phone da discount ma uno smartphone fatto e finito con tanto di risorse di pregio: il display Ips capacitivo da 4,5 pollici, ad esempio, ma anche la doppia fotocamera (posteriore da 8 megapixel, anteriore da 3) e la micro-SD da 8 Gb (già inclusa nella confezione), solo per citarne alcune.

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Ma il vero plus, è inutile girarci intorno, è rappresentato dalla possibilità di utilizzare il telefono in modalità dual-sim in maniera semplice e intuitiva. Ciò è reso possibile dal doppio alloggiamento per Sim card ma soprattutto dall’eccellente software a corredo che di fatto consente di gestire in modo molto trasparente le chiamate e il traffico dati su entrambe le schede. L’unico vincolo sta nell’utilizzo del protocollo Umts: solo una delle due Sim (a scelta) può operare in 3G, l’altra passa automaticamente in Gsm/Gprs.

Quanto al resto, lo Stonex STX S fa quello che ci si aspetta da uno smartphone Android di ultima generazione: va su Internet, fa girare giochi e applicazioni, cattura foto e video di buona qualità, riproduce contenuti multimediali, si trasforma all’occorrenza in un navigatore satellitare e naturalmente consente di telefonare. L'importante è non pigiare troppo sull’acceleratore (facendo girare ad esempio giochi o applicazioni grafiche troppo ambiziose) giusto per non sovraccaricare il processore dual core.

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Due foto scattate con lo Stonex STX S [clicca qui e qui per ingrandire]

Difetti? Sì uno: lo Stonex STX S non è proprio quel che si dice un peso piuma (155 grammi il responso della bilancia) ma la “colpa” è in buona parte ascrivibile alla gigantesca batteria da 2100 MAh. E insomma, la possibilità di concludere la giornata senza riattaccarsi al caricabatterie val bene qualche grammo in più.

Nel complesso, uno smartphone che fa quello che dice, senza buttare fumo negli occhi ma puntando al sodo, proprio come vogliono molti utenti di casa nostra. E che con qualche cavallo in più nel motore e un nome più accattivante potrebbe pure infastidire i grandi nomi della telefonia worldwide.

 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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