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Cosa svelerà Apple il 25 marzo

Tra meno di due settimane Apple terrà una conferenza stampa a Cupertino: niente prodotti hardware ma "solo" app e piattaforme di streaming

Un appuntamento a sorpresa che il mondo del web aveva già ampiamente previsto. Il 25 marzo Apple terrà presso lo Steve Jobs Theatre di Cupertino un evento dedicato alle novità software del gruppo.

Si, perché se di norma vediamo i nuovi iPhone a settembre e qualche curiosità intorno ad iOS alla Developer Conference, questa volta i riflettori saranno puntati su un paio di piattaforme, destnate a cambiare le modalità di accesso ai contenuti multimediali, almeno per chi possiede un dispositivo con il logo della Mela.

Alla Netflix

Il primo punto di interesse è un servizio video, in abbonamento, che concorra con Netflix. Il mondo ne ha davvero bisogno? Probabilmente no ma Apple vuole dire la sua anche in questo mercato, florido o no è da capire. Pare che Tim "Apple" Cook permetterà di pagare un prezzo mensile più basso degli altri, peraltro con delle esclusive interessanti, tra cui quelle con Disney, J.J. Abrams e Steven Spielberg. 

Alla Google News

Un secondo prodotto sarà incentrato alle News, in teoria sostituto dell'attuale progetto che in qualche paese non ha nemmeno mai preso piede. Un contenitore di notizie con cui leggere sia i siti web normalmente a pagamento che i giornali. Qualcosa che negli Stati Uniti potrebbe funzionare ma che altrove si scontrerà sempre con la poca voglia delle persone di pagare per un contenuto che reputano poter trovare online gratis. Probabile poi che i due servizi siano in realtà uno: con un unico canone si sceglieranno le "fonti" preferite e in base a queste verrà calcolato il dovuto periodico.  

Differenziare gli introiti

Ad ogni modo, le nuove offerte contribuiranno al segmento servizi di Apple, che sta crescendo in termini di entrate e importanza, in maniera inversamente proporzionale al segmento hardware degli smartphone. Il motivo? Avendo una pletora di prodotti tutti molto simili, ciò che fa la differenza sono le app che su essi carichiamo, dunque le società tendono ad investire di più verso lo sviluppo del software piuttosto che design e potenza.

Il business dei servizi Apple sarà im grado di generare 50 miliardi di dollari ogni anno, secondo la compagnia, entro il 2021. Parte del merito va anche alle acquisizoni effettuate di recente, come quella di Texture, conclusa nel 2018.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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