Attacco alla Corea del Sud, ora gli hacker fanno paura
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Attacco alla Corea del Sud, ora gli hacker fanno paura

Messe KO emittenti televisive e banche e anche se nessuno lo dice potrebbe esserci lo zampino del Nord

Pochi minuti per accorgersi di avere siti web e server al tappeto. Le reti televisive YTN, MBC e KBS hanno dovuto interrompere il flusso di notizie sul sito e sembrano essere tornate online solo da poco. Più grave, in termini di sicurezza bancaria, quello che è successo alla Shinhan Bank e alla NongHyup Bank, anch'esse colpite da un attacco hacker mirato, che si saprà poi essere stato rivendicato dal gruppo “Whois Team”. La polizia sudcoreana sta indagando e, anche se non vi sono notizie al momento, non è da escludere un’azione voluta dal governo di Pyongyang per rivendicare la supremazia militare della Corea del Nord sui rivali.

Abbiamo messo in azione tutte le squadre e i tecnici specializzati – ha comunicato un portavoce della polizia – stiamo valutando quello che è successo e pensiamo che il ripristino totale delle strutture attaccate possa richiedere fino a due giorni di lavoro, utili anche per raccogliere eventuali prove”. C’è da dire che gli ufficiali governativi e gli organi di polizia hanno rifiutato di speculare su un coinvolgimento della Corea del Nord nelle azioni ma è un dato di fatto che più di una volta (soprattutto negli ultimi giorni) il Nord ha minacciato di attaccare la Corea del Sud e gli Stati Uniti dopo aver ricevuto diverse sanzioni dalle Nazioni Unite per alcuni test nucleari effettuati a febbraio.

Non è la prima volta che un’azione hacking viene attribuita a Pyongyang. La più grande violazione è stata quella che nel 2011 ha prodotto una serie di attacchi DDoS (denial of service) lungo dieci giorni contro una firma autorevole del panorama antivirus come McAfee, azienda che è parte della Intel Corp, in quella che venne chiamata la “dieci giorni di pioggia”. Le autorità della Corea del Sud hanno specificato che sempre ieri anche un altro istituto di credito nazionale è stato attaccato, la World Bank, e l’ipotesi è che presto potrebbero uscire fuori i nomi di nuove vittime.

Nei giorni scorsi era stata la Corea del Nord a lamentarsi con Stati Uniti e Sud Corea per alcune violazioni hacker a propri siti, con azioni definite dal governo centrale come di “sabotaggio” ai danni di strutture nazionali. E proprio una testata giornalistica statunitense come la CNN, aveva riportato a gennaio come la Corea del Sud avesse il “meglio del meglio” del panorama cyber crime internazionale. È sotto gli occhi di tutti che le principali forze internazionali abbiano oramai all'interno dei propri apparati militari uomini capaci di colpire obiettivi strategici sulla rete. Finora eravamo abituati alle azioni plateali di Anonymous e LulzSec ma il sentore è che da quando sono scesi in campo gli asiatici (in realtà già attivi da decenni) la cyberwar abbia assunto caratteri ben più delineati e decisi.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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