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Sanremo in Diretta

Si è conclusa, con la vittoria ampiamente prevista di Olly, la settantacinquesima edizione di Sanremo, caratterizzata dal ritorno di Carlo Conti come direttore artistico/presentatore e da ascolti record.

Olly, 23 anni, nato a Genova, laurea in Economia e management, papà avvocato e mamma magistrato, è un ragazzone (merito dei 12 anni di rugby) dal cuore d’oro, come si evince dalla “vaschiana” Balorda nostalgia, che racconta lo struggimento di una storia d’amore ormai sfiorita, interpretata con grande passione e trasporto nel ritornello, ma l’abuso di autotune appiattisce il brano, che già di suo non è originalissimo nella costruzione. Curiosamente, nel 2023, la sua canzone Polvere, un martellante pop-punk in stile Blanco, era passata praticamente inosservata a Sanremo, classificandosi al 24esimo posto su 28 brani in gara.

I più maliziosi sostengono che l’ascesa del giovane artista genovese sia coincisa con il suo ingresso nel roster della potente manager musicale Marta Donà, i cui artisti hanno vinto 4 degli ultimi 5 festival (i Måneskin nel 2021, Marco Mengoni nel 2023, Angelina Mango, nel 2024 e appunto Olly nel 2025). Olly ha firmato con LaTarma, la società di management fondata da Marta Donà, lo scorso settembre, entrando poi, con il suo secondo lavoro in studio Tutta la vita, direttamente in testa alla classifica FIMi degli album più venduti della prima settimana di novembre. Il suo Tutta la vita tour 2025 - 2026, che porterà il cantautore live per la prima volta nei palazzetti italiani tra l’autunno 2025 e la primavera del 2026, è già quasi tutto sold out: facile immaginare che adesso, dopo la vittoria di Sanremo, le date si moltiplicheranno a dismisura.

Se la vittoria di Olly non ha stupito nessuno, è stata certamente una grande sorpresa trovare tre cantautori “puri” come Lucio Corsi, Brunori Sas e Simone Cristicchi nella cinquina finale di Sanremo 2025: un risultato storico e, per certi versi, incoraggiante. Se nella precedente gestione Amadeus era evidente la ricerca ossessiva del tormentone radiofonico, pop-dance e giovanilista (basta leggere i nomi dei partecipanti delle cinque edizioni “Ama”, tra cui, vi ricordiamo, Elettra Lamborghini e Ana Mena) con cassa dritta e ritornello ipnotico a uso e consumo delle coreografie su TikTok, nella “nouvelle vague” di Carlo Conti troviamo molto più spazio per i cantautori: oltre ai già citati Corsi (la più bella sorpresa del festival, almeno per il pubblico generalista che non lo conosceva), Brunori e Cristicchi, hanno ben figurato anche Francesco Gabbani e Joan Thiele. Inoltre, anche due artisti urban come Bresh e Irama hanno portato due canzoni, La tana del granchio e Lentamente, di gusto cantautorale.

Forse sarebbe ora, anche per l’industria discografica italiana, di investire nuovamente sulla canzone di qualità, in cui la musica viene fatta con strumenti veri da musicisti in carne ed ossa in studio e in cui l’armonia e la melodia tornano a giocare un ruolo centrale, così come i testi, che possono raccontare storie più profonde e intense dei tira e molla sentimentali adolescenziali o di quanti soldi abbiamo fatto con insulse cantilene trap. Il delicato racconto delle gioie e delle ansie della paternità (Brunori Sas), dell’accettare se stessi in un mondo che ci vorrebbe sempre all’altezza un determinato standard (Lucio Corsi) e della dolorosa e sorprendente sensazione di diventare genitore dei propri genitori (Simone Cristicchi) dimostrano che la vita reale è assai più interessante delle frasi brevi e stereotipate da postare sui social. Tutti i brani di Sanremo 2025 in stile "Hit Mania Dance" (Clara, Gaia, Sarah Toscano) ne escono in qualche modo ridimensionati e anche due canzoni-Frankenstein come quelle di Elodie e Rose Villain, metà ballad e metà ritmi urban-dance, non hanno ottenuto i risultati sperati.

Se Sanremo fosse solo ed esclusivamente una gara vocale e non un sottile gioco di equilibrismi tra diversi fattori in campo, Giorgia avrebbe vinto a mani basse e invece se ne torna a casa solo con un sesto posto, contestato sonoramente dal pubblico in sala, e con un (meritatissimo) premio per la migliore cover, Skyfall, eseguita insieme ad Annalisa. La standing ovation che le ha riservato ieri sera il Teatro Ariston e, idealmente, milioni di italiani a casa, ha stupito e commosso la cantante romana: La cura per me è una canzone decisamente migliore di Parole dette male di due anni fa, così come la sua interpretazione. Tutto sommato, un ottimo festival per Giorgia, che si preparerà a ricevere un grande abbraccio collettivo del pubblico nel suo prossimo tour. Chi ci segue, sa che non siamo mai stati particolarmente teneri con Fedez e Achille Lauro: ciò nonostante, le loro Battito e Incoscienti giovani sono comunque due canzoni “vere”, eseguite complessivamente abbastanza bene, per i loro standard vocali, assai diverse sia dai tormentoni estivi che dalle cantilene-slogan per inutili performance teatrali.

Lontani dalle polemiche costruite ad arte e dalle provocazioni fini a se stesse, Fedez e Lauro hanno puntato finalmente solo sulla forza delle loro canzoni, ottenendo due piazzamenti di tutto rispetto: segno che il pubblico è più intelligente di quanto si pensi e che non si fa sempre abbindolare dagli “effetti speciali”. Peccato per due icone della musica italiana come Massimo Ranieri e Marcella Bella, le cui (buone) interpretazioni vocali non sono riuscite a risollevare due canzoni non all’altezza del loro talento e della loro storia. A Sanremo 2025 abbiamo ascoltato pochissimo rock, giusto il glam cantautorale di Lucio Corsi e il pop-rock tutto pathos dei Modà, segno che la luminosa cometa Maneskin del 2021 non ha lasciato traccia nelle scelte della direzione artistica. Il rap, che nelle ultime edizioni era praticamente sparito dai radar (nonostante il copioso numero di rapper in gara), è tornato ad avere un ruolo importante, grazie alle buone prove di Willie Peyote, Fedez, Rocco Hunt e, soprattutto, del producer Shablo che, portando con sé due leggende dell’hip hop come Guè e Tormento e un vocalist r&b di talento come Joshua (per non parlare dell'emozione cover di Aspettando il sole con l'icona Neffa), ha dimostrato che il vero rap, fatto di tecnica, stile, rime intelligenti e beat di qualità, ha ancora un grande futuro davanti a sé, mentre la trap inizia a mostrare tutta la sua pochezza.

E' Olly è il vincitore della 75ª edizione del Festival di Sanremo. Il giovane cantautore genovese, 23 anni, si è imposto con il brano Balorda nostalgia, scritto e composto insieme a Pierfrancesco Pasini e Jvli. Un successo inaspettato che ha ribaltato ogni previsione della vigilia.

Al secondo posto si è classificato Lucio Corsi con Volevo essere un duro, mentre il terzo gradino del podio è stato conquistato da Brunori Sas, al suo esordio all'Ariston, con L’albero delle noci. Fedez, con Battito, ha chiuso al quarto posto, seguito da Simone Cristicchi, quinto con Quando sarai piccola.

A sorpresa, Giorgia e Achille Lauro, dati tra i favoriti, si sono fermati rispettivamente al sesto e settimo posto. Un verdetto che ha suscitato fischi in sala e acceso dibattiti sui social, con molti fan che hanno manifestato il proprio disappunto per il risultato finale.

I dati sugli ascolti

La finale del Festival di Sanremo 2025, condotta da Carlo Conti, ha registrato un grande successo di pubblico, con una media di 13 milioni 427mila spettatori e uno share del 73,1%, calcolato sulla total audience tra le 21:23 e l’1:59. La serata ha incoronato Olly vincitore con il brano Balorda nostalgia, ma è stata anche l’unica puntata a non superare gli ascolti della scorsa edizione: nel 2024, infatti, la finale aveva ottenuto 14 milioni 301mila telespettatori e un 74,1% di share (dato riferito però solo alla fruizione televisiva tradizionale).

Analizzando i numeri dell’intero Festival, la quarta serata aveva registrato una media di 13,6 milioni di spettatori e il 70,8% di share, la terza 10,7 milioni con il 59,8%, la seconda 11,7 milioni con il 64,5%, mentre la prima serata aveva esordito con 12,6 milioni e il 65,3%.

Il momento di massimo share, 87,3%, è stato raggiunto alle 1:56, proprio al momento della proclamazione della vittoria di Olly. Il picco in valori assoluti, invece, è stato registrato alle 22:09, quando 16,7 milioni di spettatori erano sintonizzati su Rai 1 per assistere alla presentazione dell’esibizione di Francesco Gabbani, introdotta da Carlo Conti e Alberto Angela.

Un dato spicca su tutti: il successo travolgente tra i giovani. Come sottolineato da Marcello Ciannamea, direttore del Prime Time Rai, gli spettatori tra i 15 e i 24 anni sono diventati ormai "l'emblema di Sanremo", registrando risultati "stratosferici".

La media dello share in questa fascia d'età, considerando l’intero festival, ha raggiunto il 77,7%, mentre nella serata finale è salita addirittura all’82,3%.

Carlo Conti: "Un altro anno da conduttore? Penso di sì"

"Inizia il Festival e la conduzione diventa l’ultima cosa", ha spiegato Conti, sottolineando come il lavoro dietro le quinte sia ben più complesso: "La direzione artistica significa decidere tutto: il cast, la scenografia, la commissione dei giovani. È un lavoro difficile da fare". Riguardo alla sua presenza nel Sanremo 2026, il conduttore ha confermato di aver ricevuto una proposta dalla Rai per altri due anni, ma senza sbilanciarsi: "Vediamo… magari posso fare solo la direzione artistica, che è la cosa più importante, e non la conduzione. Poi vedremo, c’è tempo per pensarci". Per ora, il pensiero è solo uno: "Domani mattina mi sveglio e porto mio figlio a scuola".

Carlo Conti riflette sulla possibilità di tornare alla guida anche l'anno prossimo non solo come direttore artistico, ma anche come conduttore. "Quest'anno è stato bellissimo, la parola d'ordine è stata insieme: ci siamo divertiti insieme, lo abbiamo fatto insieme", ha dichiarato Conti, soddisfatto del lavoro svolto. E riguardo al futuro, ha aggiunto: "Vediamo l'anno prossimo se mi viene un'idea, ma penso di sì", lasciando intendere che non esclude la possibilità di continuare la sua avventura al Festival anche nel 2026.

Il podio: Olly, Lucio Corsi e Brunori Sas

"Ho sentito fischi, ma anche boati", ha ammesso il conduttore, riferendosi all'annuncio dei primi dieci classificati e poi della top five. "Anche io sono rimasto sorpreso, come il pubblico".

Conti ha poi sottolineato che, al di là del risultato, il valore degli artisti va oltre la classifica. "La standing ovation per Giorgia vale più della vittoria".

Infine, uno sguardo al futuro: "La vera classifica la farà il pubblico nei prossimi giorni", ha concluso, lasciando intendere che il tempo e il successo dei brani decreteranno i veri vincitori di questa edizione.

Terzo classificato a Sanremo 2025, Brunori Sas accoglie il risultato con una combinazione di gioia e umorismo. "Ho portato una canzone che non sembrava da Sanremo, non scoppiettante. Ma il fatto che sia arrivata comunque mi fa piacere", ha dichiarato il cantautore, soddisfatto dell'accoglienza riservata al suo brano L'albero delle noci. Poi, con la sua consueta ironia, scherza sul mancato accesso all’Eurovision: "Mi dispiace, perché con la mia fisicità e i miei abiti da parroco avrei spaccato. Vabbè, ne parlerò con Olly", ha detto, riferendosi al vincitore del Festival. Infine, un pensiero alla nuova generazione della musica italiana: "Altra cosa che mi fa felice è che il podio è tutto di giovanissimi", ha concluso Brunori, sottolineando il forte ricambio artistico di questa edizione.

Brunori Sas ha poi voluto affrontare un tema importante, commentando l'assenza di donne sul podio: “È un tema ed è anche bello affrontarlo tra artisti”. Il terzo classificato ha poi aggiunto, con un tocco di ironia, che "quanto meno in questo podio è rappresentato un maschile che quantomeno non è patriarcale".

Tra Olly, vincitore del Festival, e Lucio Corsi, arrivato secondo, si instaura un dialogo profondo sul senso della musica e della scrittura. "Non si deve essere piccoli sul palco e sentirsi giganti quando si scende", sottolinea Corsi, ribadendo l’importanza dell’umiltà nell’approccio artistico.

Olly concorda e aggiunge: "Faccio musica per le persone e quando ricevo quella cosa in cambio è stupendo". Il cantante genovese racconta poi il suo percorso: "Prima di arrivare a un grande pubblico, sono tanti anni che scrivo e lavoro sulla mia musica. Sono abituato a ricevere amore da chi mi ascolta perché riconosce la verità nelle mie parole, ma riuscire a riceverne così tanto nel corso di questa settimana è stata una scoperta incredibile".

Per Olly, il momento più emozionante del Festival è stato giovedì: "Ho sentito un calore dal pubblico fortissimo", confessa. E conclude con una riflessione sul potere delle canzoni: "Siamo tre cantautori che scrivono le loro emozioni con rispetto per il pubblico. Alla fine, poco importa se la storia che canto è mia o di altri, l'importante è che la gente possa riconoscersi in quel brano".

Il vincitore del Festival non nasconde l'emozione per i complimenti ricevuti dal suo idolo, Vasco Rossi. "Quando ho visto le storie di Vasco con i 'kom-plimenti' per me, con la 'k', sono slatato sulla sedia", ha raccontato Olly, visibilmente emozionato. "Mi ha fatto un enorme piacere". Un riconoscimento che per lui è stato un momento davvero speciale, considerando l'importanza di Vasco come cantante di riferimento nella sua carriera.

Olly ha rivelato un lato più personale, condividendo con sincerità i suoi sentimenti dopo la vittoria. "Le prime persone che ho chiamato sono stati i miei. Mio padre era fuori con i cani", ha raccontato. "Sono single. Ho bisogno di calma e tempo", ammettendo di sentire la necessità di spazio per riflettere e gestire al meglio il successo appena conquistato. "Ho bisogno di tempo per incanalare tutto questo".

Parlando dell'Eurovision, il giovane cantautore ha dichiarato: "Tutto quello che mi è accaduto è pazzesco. L'Eurovision? Ancora non ho pensato all'eventualità". Olly ha spiegato di aver bisogno di metabolizzare quanto successo prima di prendere una decisione. "È un onore incredibile avere questa opportunità e, se c'è la possibilità di prendermi del tempo per pensarci, lo chiedo".

La serata finale del festival di Sanremo 2025 con la conduzione artistica di Carlo Conti, conclusa con la proclamazione della vittoria di Olly con il brano Balorda nostalgia, ha ottenuto un altro boom di ascolti. Il dato medio della total audience rilevato dalle 21.23 all'1.59 è stato di 13.427.000 telespettatori con uno share complessivo del 73.1%.

Balorda nostalgia di Olly è la canzone vincitrice della settantacinquesima edizione del Festival di Sanremo. Al secondo posto Lucio Corsi con Volevo essere un duro. Quinta posizione per Simone Cristicchi, quarta per Fedez e terza per Brunori Sas.

il pubblico in sala non ha gradito l'esclusione dai primi cinque di Giorgia e Achille Lauro. Il premio Sergio Bardotti per il miglior testo va a Brunori Sas con L'albero delle noci. Il premio Giancarlo Bigazzi, assegnato dall'Orchestra per la miglior composizione se lo aggiudica Simone Cristicchi.

1) Francesca Michielin - Fango in paradiso - Voto 6

L'interpretazione è sicuramente più a fuoco rispetto alle altre serate del Festival ma la sostanza non cambia: una ballad anche gradevole che però non svolta e resta un po' sospesa.

2) Willie Peyote - Grazie ma no grazie - Voto 6,5

In un Festival in cui i testi sono stanzialmente introspettivi, un pezzo divertente che guarda anche al mondo esterno è una piacevole eccezione. Funky rap ben arrangiato: un po' di ritmo in un mare di ballad spesso banali e insipide.

3) Marcella Bella - Pelle diamante - Voto 5

Una filastrocca dance che sta in piedi solo perché la sua interpreta dal punto di vista vocale regge bene. Ce la ricordavamo alle prese con bel altri brani.

4) Bresh - La tana del granchio - Voto 6

Nella serata delle cover insieme a Cristiano De André se l'è cavata più che bene. Nel pezzo sanremese dimostra una vena cantautorale discreta, un passo avanti magari verso pezzi un po' meno scontati di questo. Si può fare di più...

5) Modà - Non ti dimentico - Voto 6

I fan del gruppo si ritroveranno senza dubbio nel mood di questa ballad a tinte rock che conferma quale sia la cifra della band. Rispetto al panorama musicale italiano di oggi è un pezzo d'altri tempi. E non è detto che sia un difetto...

6) Rose Villain - Fuorilegge - Voto 6

La scelta è stata quella di continuare a muoversi nella sua comfort zone tra slanci melodici e basi urban. Un mix che finora le ha regalato una carriera di successi virali. Detto questo, un po' di coraggio in più non sarebbe stata una forzatura. Anzi...

7) Tony Effe - Damme na mano - Voto 4

Alla fine di questa edizione questa edizione ci ricorderemo di lui più che altro per la collana che alcuni solerti funzionari Rai gli hanno chiesto di non indossare un attimo prima di andare in scena. Per il resto, il surreale tentativo di traslocare dalla trap alla canzone popolare stile Califano sfocia in una canzone che prima di ogni altra cosa non è credibile.

8) Clara - Febbre - Voto 5

Un mix confuso di tutto quello che funziona oggi nelle classifiche streaming non produce come risultato una canzone. Febbre passa e va senza lasciare il segno.

9) Serena Brancale - Anema e core - Voto 5

Il problema non è la voce, che c'è, eccome. Quello che non va è il brano portato al festival, una suggestione latina a tutto ritmo che proprio non appassiona. Il duetto con Alessandra Amoroso sulle note di Alcia Keys ha mostrato un talento che qui viene offuscato.

10) Brunori Sas - L'albero delle noci - Voto 7

Fa piacere ascoltare l'eco di Gregori in mezzo a un diluvio di ballate pallide e casse in quattro. La prova che si può arrivare al grande pubblico con una buona dose di poesia e gusto melodico. Bella l'interpretazione, a dimostrazione che si può cantare senza urlare o nascondersi dietro l'autotune. L'Ariston approva.

11) Francesco Gabbani - Viva la vita - Voto 5,5

Un pensiero positivo, una melodia gradevole che andrebbe bene per qualsiasi edizione del Festival. Tutto bene se non fosse che il suo interprete ci aveva abituato a canzoni parecchio migliori di questa. Che è un po' troppo telefonata

12) Noemi - Se t'innamori muori - Voto 7

<Gran voce e una canzone che emotivamente arriva forte. Immagini di vita, nostalgia e un ritornello che si insinua ascolto dopo ascolto. Uno dei pezzi migliori del Festival che in un altro tempo avrebbe anche avuto chance di vincere

13) Rocco Hunt - Mille vote ancora - Voto 5,5

Un tuffo nel passato di chi lascia casa per andare altrove. L'interpretazione è efficace e divertita, ma alla fine il pezzo non decolla e risulta ostinatamente ripetitivo.

14) The Kolors - Tu con chi fai l'amore - Voto 6

Un potenziale tormentone da qui all'estate: I The Kolors non si discostano dalla formula che negli ultimi anni li ha catapultati nell'olimpo del mainstream. Stare nella comfort zone paga, ma da una band di talento sarebbe lecito aspettarsi anche un cambio di passo.

15) Olly - Balorda nostalgia - Voto 5,5

È tra i favoriti per la vittoria finale, ha il vento in poppa e la canzone nei giorni scorsi è andata forte sui social e in streaming. Detto questo, Balorda nostalgia è un ballad come tante, senza guizzi, anche se indubbiamente orecchiabile. La traiettoria delle canzoni pop è a volte indecifrabile e misteriosa...

Arriva Antonello Venditti, e e per uno scherzo della scaletta della finale, precede Achille Lauro che ha portato in gara la canzone più vendittiana del Festival. Ma veniamo all'originale, che in cinquant'anni di carriera è stato la colonna sonora di milioni di italiani di diverse generazioni. Ricordati di me è semplicemente un classico. Non da meno Amici mai. Premio alla Carriera.

16) Achille Lauro - Incoscienti giovani - Voto 5

Una ballata per illuminare i palasport delle luci di migliaia di smartphone. Sembra questo il destino di Incoscienti giovani, un pezzo ammiccante quanto scontato. Piace molto e piacerà anche di più nelle prossime settimane. Come detto per il brano di Olly, le traiettorie delle canzoni pop sono misteriose e a volte anche incomprensibili. È l'anno delle ballad...

17) Coma _Cose - Cuoricini - Voto 5

Ieri con Johnson Righeira, oggi con l'ode ai cuoricini, che quando parte il ritornello non può non richiamare gli eterni Ricchi e Poveri. Un altro tormentone annunciato, almeno a giudicare dalle reazioni della platea dell'Ariston che si dimena sulla poltrona mostrando le dita a forma di cuore. Va bene così, ma forse anche no

18) Giorgia - La cura per me - Voto 7,5

A sentirla dosare la voce con tanta classe viene sempre il dubbio che siano le canzoni a non essere all'altezza del suo talento. In ogni caso, La cura per me è un pezzo che viaggia forte e che, come abbiamo scritto, in un'altra era della musica avrebbe vinto a man bassa. Vedremo...

Planet Funk, ovvero una ventata d'aria fresca, una band italiana di livello internazionale con un medley dei loro successi. Roba seria che risveglia dal torpore della gara. Grandissimi!

19) Simone Cristicchi - Quando sarai piccola - Voto 8

Cristicchi ricorda a tutti che la musica, anche quella che arriva a tutti, può essere poesia. Di questo pezzo si è parlato molto, e a ragione, perché si eleva sulla banalità delle canzoncine scritte a tavolino. La malattia di una madre e la cura del figlio: autobiografica e commovente. Si vola alto.

20) Elodie - Dimenticarsi alle 7 - Voto 6

Un po' Mina, un po' femme fatale, Elodie trova la sintesi tra l'approccio urban e la melodia più classica. Il pezzo nell'insieme gira bene, ma manca qualcosa per scalare la vetta della classifica.

21) Lucio Corsi - Volevo essere un duro - Voto 8

Un marziano al Festival, un talento vero. Origini glam rock e vena cantautorale di prim'ordine: il senso di scrivere canzoni con il dono di uno stile e un approccio originali. Ha un futuro lui, e ce l'ha anche questa pezzo che tra i punti di forza ha il testo. È Lucio il vero vincitore al di là della classifica finale.

22) Irama - Lentamente - Voto 5

E così, come se niente fosse arriva l'ennesima ballad, ancora una volta schematicamente scontata e avvitata su se stessa. Andrà forte, perché ha tutti gli ingredienti per piacere. Certo, dopo una tale cascata di miele in note, viene da sognare un Festival di musica fuori dagli schemi. Ma resterà un sogno.

23) Fedez - Battito - Voto 6

L'onda lunga del gossip lo accompagna anche quando canta. Anche nella serata della cover. Ma al netto di tutto il chiacchiericco, Battito è un pezzo dark, ipnotico che parla di depressione e che a giudicare dalle prime reazioni in rete sembra piaccia parecchio. Se confrontata con le molte, troppe, canzoni zuccherose che l'hanno preceduta, segna un po' di discontinuità. Non è molto ma è qualcosa.

24) Shablo ft. Guè, Joshua e Tormento - La mia parola - Voto 6,5

Quando scendono in campo i professionisti si nota la differenza. Coro gospel, rime, sound internazionale. Finalmente qualcuno che fa l'hip hop senza nascondersi dietro ritornelli pop. La loro migliore performance al Festival.

25) Joan Thiele - Eco - Voto 6,5

Attacco in salsa western, echi morriconiani e poi un pezzo forte che si inserisce nel filone dell'indimenticabile Goodnight Moon di Shivaree. Intrigante anche la linea melodica che ha preso corpo e forza di serata in serata. Niente male.

26) Massimo Ranieri - Tra le mani un cuore - Voto 6

L'arte dell'intonazione e l'esperienza di un interprete eccelso. Nek e Tiziano Ferro hanno scritto una canzone che si adatta perfettamente al suo stile e alle sue corde vocali. Non è Perdere l'amore, ma nel suo genere funziona.

27) Gaia - Chiamo io chiami tu - Voto 5

Tutti il repertorio del suono urban in un pezzo confuso e confusionario. Siamo in un filone che a dir poco è inflazionato. Peccato perché la performance con Toquihno nella serata dei duetti aveva tutto un altro sapore.

28) Rkomi - Il ritmo delle cose - Voto 5

Vale quanto detto per il pezzo precedente: siamo nel filone più inflazionato della musica italiana. Base ritmica urban e sprazzi di melodia. Di questo passo gli artisti diventeranno sempre più uguali tra loro. E l'omologazione non è mai un bene.

29) Sarah Toscano - Amarcord - Voto 5

Un po' Annalisa, un pò retro, con tanto ritmo e qualche svolazzo vocale. Un loop che dura per tutto il pezzo senza lasciare il segno. Ma con buone possibilità di passare in radio spesso e volentieri.