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(Ansa)
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La pista italiana dietro l'attentato terroristico-islamista a Vienna

7 arresti nella notte confermano come l'Italia sia snodo cruciale per la fornitura di documenti e zona di transito «sicura»

Nuovi sviluppi nell'inchiesta denominata «The Caucasian Job» nata dopo l'attacco terroristico del 2 Novembre 2020 a Vienna dove il cittadino austriaco-macedone del nord e simpatizzante dell'ISIS, Kujtimi Fejzulai uccise 4 persone. Sette cittadini dell'Est europeo sono stati arrestati al termine di un'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura di Milano e condotta dalla Digos con il supporto della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione. I sette sono accusati di far parte della rete transnazionale che fornisce documenti di ogni tipo ai terroristi e coloro che che si sono recati nel "Siraq"negli scorsi anni.

Kujtimi Fejzulai che era in contatto con diversi estremisti islamici in tutta Europa e faceva parte del ristretto gruppo di terroristi dell'Est denominati "Leoni dei Balcani".

Con gli arresti di oggi si conferma ulteriormente il fatto che l'Italia sia un punto di snodo del traffico e della contraffazione di documenti falsi come emerse il 12 novembre 2020 quando gli agenti dell'Antiterrorismo irruppero in un appartamento di Varese, dove viveva il 35ennne ceceno Turko Arsimekov in Italia dal 2017 (era arrivato come richiedente asilo e che prima aveva vissuto vicino a Verbania), e che da almeno quattro anni trafficava documenti falsi e gestiva una centrale di smistamento di passaporti e carte d'identità in tutta Europa. Turko Arsimekov molto attivo su "Vkontakte" la versione russa di Facebook, su Linkedin e su Istagram, appariva in giacca e cravatta come un qualsiasi uomo d'affari, oggi dichiara "di essere solo un corriere" senza pero' dire a chi mandava i documenti falsi cosi come non ha chiarito da dove provenissero le ingenti somme di denaro sequestrate nel suo appartamento.

Il 35enne ceceno è sospettato di essere parte della cellula di terroristi ceceni e balcanici denominata "I leoni dei Balcani". Si tratta di un gruppo di estremisti islamici molti attivi in Austria dove volevano colpire durante festività natalizie del 2019, in Germania e in Svizzera dove stati arrestati due giovani che erano in contatto con Kujtim Fejzulai. Da qualche mese Turko Arsimekov era nel mirino dell'intelligence italiana dopo che erano emersi contatti con alcuni membri ceceni della cellula islamista. Ora le indagini dovranno chiarire se Arsimekov fosse solo il «falsario» o abbia rivestito un ruolo molto più importante all'interno della cellula e se magari se in Cecenia, fosse già schedato come terrorista.

Il Falsario algerino

Lo scorso 8 marzo 2021 il ministero dell' Interno italiano aveva comunicato l'incriminazione del 35enne algerino Athmane Touami, alias Tomi Mahraz, avvenuto a Bari al termine di una lunga indagine. Per Luciana Lamorgese, titolare del Viminale: "l'operazione congiunta tra magistratura e Polizia di Stato che ha condotto al fermo di un cittadino algerino per associazione con finalità di terrorismo internazionale conferma, ancora una volta, l'efficace azione di prevenzione e di contrasto svolta nei confronti dei gruppi terroristi e del fenomeno della radicalizzazione e del proselitismo", ha dichiarato il ministro Lamorgese, sottolineando "la professionalità e la tenacia degli investigatori della Polizia di prevenzione e la stretta collaborazione con le autorità francesi, che evidenzia l'importanza della cooperazione internazionale tra apparati di sicurezza e intelligence". Ma chi è Athmane Touami, che si trovava già nel carcere di Bari nell'ambito di un altro procedimento penale e che sarebbe stato scarcerato dopo due anni, cioè il prossimo il 19 giugno? Si tratta certamente di una figura principale nell'ambito del terrorismo islamico europeo al pari dei fratelli Medhi e Lyes Touami che con lui avevano iniziato la carriera criminale, prima come borseggiatori a Molenbeek (Bruxelles-Belgio), e poi al vertice di un grosso giro di falsificazione di documenti di identità che aveva in Belgio una cellula denominata "Catalogue".

Secondo gli inquirenti Athmane Touami e i suoi fratelli non sono solo degli abili falsari in quanto "sviluppando contemporaneamente un processo di radicalizzazione religiosa, anche per effetto dei frequenti e prolungati contatti con soggetti organizzatori di filiere jihadiste e militanti in associazioni terroristiche internazionali". In tal senso le indagini della polizia italiana hanno provato che i tre fratelli fanno parte di una cellula dello Stato islamico che operava in Algeria, Francia, Belgio, Spagna e Siria, probabilmente anche in Inghilterra visto che Athmane Touami si era radicalizzato nella moschea di Finsbury Park di Londra (dove ha vissuto a più riprese tra il 2014 e il 2017), un luogo di culto diventato famoso grazie al predicatore egiziano Mustafa Kamel Mustafa alias Abu Hamza al-Masri (sotto nella foto), che sta scontando dal 9 gennaio 2015 l'ergastolo (senza possibilità di libertà condizionata), nel supercarcere "ADX Florence" in Colorado.

Fin qui la cronaca, ma quanti sono i documenti falsi che queste reti transnazionali gestiscono? A denti stretti gli inquirenti parlano di migliaia e anche per questo c'è poco da star tranquilli.

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Stefano Piazza