Parrot Bebop Drone, la recensione
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Parrot Bebop Drone, la recensione

Abbiamo provato il nuovo quadricottero della casa francese con SkyController. Ecco le nostre impressioni

Che ruolo avranno i droni nel futuro? C’è chi se li immagina come i corrieri del domani, chi li vede impegnati in operazioni di salvataggio durante terremoti e altre calamità, chi addirittura ne munifica le doti di personal trainer.

Senza fare troppi voli pindarici, si può comunque dire che il fenomeno sia già dirompente, in molti casi. Pensiamo alla fotografia, per esempio. Negli ultimi anni il numero di riprese aeree è aumentato a livello esponenziale: nella pubblicità, durante gli eventi sportivi (e non), persino ai matrimoni è tutto un fiorire di piani sequenza girati - come direbbe Moccia - tre metri sopra il cielo.

Dietro certi mirabili esempi di videofotografia ad alta quota ci sono appunto loro, i droni, o meglio quei droni concepiti in origine per viaggiare con una macchina fotografica sulle spalle. Una categoria nella quale prova a farsi largo Parrot BeBop Drone, ultimogenito della famiglia di quadricotteri della casa francese, un prodotto che ammicca senza mezzi termini al mondo dei fotografi e dei videomaker.

14 megapixel e riprese Full HD stabilizzate
Che questo non sia un trastullo per bimbi cresciuti lo si capisce immediatamente guardando l’occhio piantato sul “muso” del drone, laddove si legge a caratteri cubitali la scritta 14 megapixel F 2.2. È la prima volta, di fatto, che il produttore porta in alta quota un’attrezzatura fotografica di questo livello, con tanto di video Full HD a 30 FPS, fish-eye per le riprese grandangolari e sistema di stabilizzazione digitale su tre assi.

Ma c’è di più. C’è ad esempio la possibilità di prendere il controllo del drone attraverso una cloche di comando portatile con sistema radio amplificato (Parrot Skycontroller) e addirittura di immergersi un’esperienza di visione in realtà virtuale (ma nemmeno troppo) indossando un paio di occhiali compatibili, come gli Zeiss Cinemizer o i Sony HMZ. Il risultato come si può vedere da questo video che abbiamo girato al Parco avventura Jungle Raider Park Xtreme di Caglio è di grande impatto.

Tutto secondo i “piani”
I vantaggi di Parrot Bebop Drone rispetto ad altri oggetti volanti non identificati sono essenzialmente due: la gittata del controllo (con lo SkyController si può comandare il drone via Wi-Fi fino a due chilometri di distanza massima) e la possibilità di sfruttare un’applicazione mobile (FreeFlight 3, scaricabile su smartphone e tablet Android e iOS) piuttosto intuitiva.

Giova a questo proposito la funzione denominata Piano di Volo, che permette di creare rotte predeterminate da far eseguire al drone in totale autonomia. In pratica: si costruisce un percorso disegnando una vera e propria poligonale sulla mappa, si impostano le opzioni tratto per tratto (ad esempio quota, velocità, rotazioni, flip) e si completa il tutto selezionando i “momenti” nei quali attivare o disattivare la fotocamera o la videocamera. Terminata la configurazione non resterà che premere Avvia per chiedere al drone di eseguire il programma di volo.

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Conclusioni
Parrot Bebop Drone è quel genere di marchingegno che ti permette di effettuare riprese mozzafiato anche se non hai mai volato in elicottero.

Certo, il costo finale dell’esperienza non è proprio alla portata di tutti - occorrono 499 euro per il Bebop Drone cui bisogna aggiungere altrettanto per lo Skycontroller (consigliabile la versione in kit che costa 100 euro in meno) - e bisogna comunque prendere un minimo di confidenza col mezzo, Ma una volta capito come gira il fumo - o, meglio, l’elica - inizia il divertimento.

Peccato solo che il bel gioco duri poco: le due batterie inserite in confezione durano poco più di 10 minuti l’una. Nemmeno il tempo di provare l’ebbrezza del volo e cimentarsi in qualche ripresa da vertigine che è già tempo di scendere.

Parrot BeBop Drone: le foto

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robertocatania