La loro idea di realizzare il comunicatore «Blu(e)» per migliorare la qualità di vita dei bimbi autistici ha colpito anche Samsung. Per questo il gigante coreano dell’hi-tech ha messo a disposizione di Needius, la start-up fondata nel 2014 dai giovani neuroscienziati Nicola Filippi, Jacopo Romani e Raffaele Ettrapini, il suo tablet Galaxy su cui sono stati digitalizzati i simboli di Comunicazione aumentata alternativa (Caa), gli unici segni che consentono ai malati di autismo di comunicare col mondo esterno. Grazie a Needius non solo questo quaderno di carta è diventato digitale, ma le parole associate al simbolo grafico ora sono registrate da persone reali, offrendo a questi bambini speciali la possibilità di avere una voce naturale e non sintetizzata con cui dialogare. Il dispositivo digitale, prescrivibile dallo specialista e quindi rimborsabile dalla mutua, può aiutare anche persone affette da sindrome di Down, da afasia e da tutte quelle sindromi dove l’uso della parola è compromesso.
«Il sistema ha due vantaggi: consente alla famiglia di verificare i progressi in un’area riservata e di creare una cartella medica online consultabile dallo specialista» dicono i tre, che hanno frequentato il master dell’Odf lab dell’Università di Trento con cui continuano a collaborare. Il problema dell’autismo in Italia colpisce un nuovo nato su 88. La metà di chi ha la sindrome svilupperà poi problemi di linguaggio: un bacino di 600 mila famiglie che ora possono acquistare il comunicatore via internet (Tabletautismo.it). L’obiettivo ora è una distribuzione più capillare e trovare un partner che possa finanziare la crescita della start-up.