Gambro Dasco
Alberto Bevilacqua

Modello biomedicale

Gioiello italiano nella produzione di apparecchiature per dialisi, la Gambro Dasco non si è fermata neanche con il terremoto del 2012

C’è una storia, uno stabilimento, a Medolla che è un simbolo di nascita, di sviluppo e poi ancora di rinascita. Nascita perché è attorno alla Gambro Dasco spa, oggi proprietà del colosso americano Baxter, si è sviluppato un distretto che è la forza dell’industria biomedicale in Italia.

Volontà, perché non ha mai abdicato a una fetta di mercato nel settore degli apparecchi per dialisi e i suoi accessori. E soprattutto perché con tenacia ha reagito al terremoto del 2012 nel giro di poche ore, non ha delocalizzato, non ha mai interrotto la produzione e tre mesi dopo stava già mandando macchinari rifatti a nuovo per onorare gli ordini danneggiati in magazzino.

“Non potevamo rischiare la chiusura, né di perdere clienti, né di lasciare senza assistenza i 26mila malati nel mondo che sono in trattamento dialisi con le nostre apparecchiature” racconta Libero Azzolini, resposabile della fabbrica di monitor per dialisi di Medolla” E così ci siamo dati da fare”. Il giorno dopo il sisma, personale era in magazzino per il recupero, in poche ore è stata individuata una fabbrica dismessa in cui trasferire le attività e quindi è stata incaricata una ditta svizzera specializzata per trasferire merci e macchinari “Hanno scavato e puntellato dei tunnel nella fabbrica danneggiata e quindi spostato ciò che poteva essere salvato, mentre i nostri ingegneri e sviluppatori continuavano l’attività nella stanza di un condominio”. Tre mesi dopo l’azienda riapriva e oggi, tre anni dopo, il fatturato è cresciuto da 850 a quasi un miliardo di euro.

Per il distretto di Medolla, una realtà di 100 imprese e circa 5mila addetti, la reazione della Gambro è stata ancora una volta un simbolo, perché è proprio attorno a questa azienda, fondata nel 1966 da   Mario Veronesi con il nome di Dasco, che il distretto si era costituito. “Lo stabilimento è sempre stato un orgoglio italiano, anche se negli anni i passaggi di proprietà sono stati numerosi” continua Azzolini. Prima infatti sono arrivati gli svizzeri della Sandoz, poi una joint venture con i svizzero-francese (hopal), quindi gli svedesi di Gambro e infine gli americani della Baxter. La produzione non si è mai interrotta e non è mai stata delocalizzata. Nemmeno con il terremoto.

I più letti

avatar-icon

Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

Scrivimi a: antbersani@alice.it

Read More