Oculus Go: pro e contro del visore economico di Facebook
Costa 219 euro ha centinaia di app e promette di portarci tutti dentro la realtà virtuale. Ma forse non è ancora il momento
Come è fatto
- Dimensioni: 190 mm x 105 mm x 115 mm
- Peso: 467 g
- Batteria: Ioni di litio, 3 ore per una ricarica
- Display: 538ppi; 5.5'' 2560 x 1440 WQHD
- Refresh: 60Hz o 72Hz
- Processore: Qualcomm Snapdragon 821 Mobile VR Platform
- Ingresso: microUSB con USB 2.0
- Extra: adattatore occhiali, panno microfibra, batterie incluse
- Prezzo: 219 euro la versione 32 GB, 269 euro quella da 64 GB
Il problema dei contenuti
Non si tratta di prezzo. Poco più di 200 euro è un cartellino più che giusto per un oggetto del genere, che comunque è dotato di una tecnologia hardware e software in linea con gli smartphone top di gamma di un paio di anni fa. Il problema qui sono i contenuti. Cosa dovrebbe convincermi a guardare un film di 2 ore con un paio di visori davanti agli occhi invece di starmene stravaccato sul divano del salotto?
Perché mai ritrovarmi con amici in una stanza fatta di pixel invece di invitarli a casa a mangiare una pizza? Ok, nel primo caso non ci saranno piatti da lavare e raccomandazioni da fare (poi dipende dagli amici) ma non esageriamo con la virtualità delle esperienze, a tutto c’è un limite.
Puntare su educazione e giochi
Due categorie sono in grado di aumentare l’utilizzo degli Oculus Go: le app per l’educazione e i videogame. Questi ultimi fanno da traino a tutto l’universo VR. Oculus Rift e HTC Vive sono divenuti famosi proprio per questo. Anche sullo store di Go, quasi del tutto simile a quello del Gear VR (i due sono partner), troverete puzzle, sparatutto e titoli di vario genere. Del resto, l’intrattenimento ludico è la chiave di volta che ha aperto ai più giovani le porte del virtuale.
Ma non si limita tutto al giochino con cui interagire tramite il gamepad in dotazione. Ad esempio nelle scuole la presenza di Go potrebbe rappresentare un motivo di maggiore interesse per apprendere nozioni scientifiche, geografiche, storiche. Purtroppo non si tratta di esperienze comunitarie: chi indossa i visori si diverte, gli altri aspettano. Morale della favola: o si portano 20 Oculus Go in classe oppure le lezioni “aumentate” dureranno dalla mattina alla sera. Ma è un punto di inizio.
Punto di riferimento per il mercato attuale
Detto ciò, chi non sta nella pelle e vuole provare cosa vuol dire VR non può che scegliere Oculus Go. La spesa non è eccessiva, ci sono applicazioni e giochi gratis e molto di quello che si fa davanti a un PC, nel tempo libero, si può fare anche qua. Il rischio è annoiarsi dopo un paio di volte, pensando che non serva mettersi il caschetto per scrollare Facebook o guardarsi un video su YouTube. Ed è un rischio concreto, dunque meglio farsi un’idea provandolo a casa di un amico o nelle catene hi-tech che lo permettono, per capire quanto il soldo valga la candela.
Probabilmente con il tempo ci sarà qualche motivo in più per viaggiare dentro gli occhialini (contenuti esclusivi?) ma ad oggi li vediamo ancora come un passatempo per appassionati, privi di una vera capacità di affermarsi presso la massa. Felici di essere smentiti se accadrà il contrario.
I pro di Oculus Go:
- Prezzo contenuto (219 euro la versione 32 GB, 269 euro quella da 64 GB)
- Non c’è bisogno di uno smartphone (o meglio solo per attivarlo, sia Android che iPhone)
- Rispetto ai Gear VR sono più confortevoli, leggeri e piccoli
- L’adattatore per chi porta gli occhiali fa il suo dovere
- Oculus Store in continuo aggiornamento con tante app gratuite
- Essendo indipendente ha un suono spaziale che proviene dai lati e non solo frontale
Oculus Go: i contro
- Bisogna ricaricarli (3 ore circa per una carica completa)
- L’ingresso è microUSB e non Type-C (standard che i principali produttori hi-tech stanno adottando)
- Non avendo lo smartphone non si può attivare la visualizzazione della fotocamera posteriore, comoda per non togliersi i visori e guardare intorno nel mondo reale
- Il controller è più tozzo di quello del Gear VR quindi si tiene peggio in mano
- Le due lenti interne si appannano con facilità, come su tutti i visori VR
Per saperne di più:
- Facebook si dà alla realtà aumentata
- Oculus Go per la realtà virtuale: cosa sono, a cosa servono
- Oculus: ecco perché Facebook vuole la realtà virtuale
Facebook durante la prima giornata della conferenza F8 ha ufficializzato l’arrivo di Oculus Go (svelato a febbraio). Si tratta di un paio di visori di realtà virtuale economici e realizzati dal famoso marchio VR che Zuckerberg si è comprato qualche anno fa.
La differenza con i ben più costosi e performanti Rift è che Go non va attaccato ad alcun computer, non necessita di smartphone inseriti in plancia (come il Gear VR o Google Daydream) e non presenta cavetti o fronzoli vari che pendono da ogni dove, rendendo l’esperienza tridimensionale difficoltosa.
L'obiettivo
Dunque le premesse per fare bene ci sono anzi, nell’idea di Facebook, questo è l’aggeggio che ci porterà tutti nei mondi magnifici 3D, non solo per giocare ma anche per studiare (pensiamo ai documentari a 360 gradi), lavorare (magari su progetti tridimensionali) e incontrare un nuovo amore in una chat futuristica (qualcuno ha detto Dating?). L’obiettivo è lodevole, ma forse non è ancora il momento giusto perché dispositivi del genere diventino mainstream, alla portata del grande pubblico.