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Usa: elezioni di Midterm. I risultati. Trump si tiene il Senato ma perde la Camera

I Repubblicani confermano la maggioranza al Senato ma dopo 8 anni perdono la Camera

Pareggio. Le elezioni di Midterm negli Usa finiscono calcisticamente in parità. I Repubblicani infatti si confermano prima forza al Senato. A spoglio non ancora concluso infatti hanno confermato 51 senatori, la maggioranza assoluta.

I Democratici invece, dopo 8 anni, conquistano la maggioranza della Camera.

Per molti commentatori e votanti queste elezioni erano in realtà un vero e proprio "referendum" sulla presidenza di Donald Trump; ebbene, il referendum ci mostra come gli Stati Uniti siano ancora spaccati in due e che non c'è stata alcuna "onda democratica".

"E' stato un grande successo. Grazie a tutti!" è stato infatti il primo commento di Trump via Twitter. La portavoce della Casa Bianca invece, in merito alla "onda blu" ha commentato: "Forse è solo un'increspatura".

A fare ancora una volta da ago della bilancia il successo in due stati "chiave", i cosiddetti swing-state, Ohio e Florida dove i Repubblicani hanno ottenuto la vittoria.

I Democratici invece conqustano la poltrona di Governatore in due stati storicamente repubblicani, Kansas ed Illinois.

I Democratici devo ammettere la sconfitta di Stacey Abram in Georgia e, soprattutto, quella in Texas dove Ted Cruz, repubblicano, ha sconfitto quello che per i democratici era "l'Obama bianco", Beto O'Rourke.

Ci sono poi diverse storie degne di nota tra gli eletti al Parlamento, diverse "prime volte". Per la prima volta ad esempio è stata eletta alla Camera una nativa americana. Prima volta anche per un governatore che ha dichiarato di essere omosessuale. Ed è invece un record quello della Ocasio-Cortez, uno dei volti simbolo dei democratici di queste elezioni di Midterm, che con i suoi 29 anni è la più giovane eletta della storia degli Stati Uniti. In ultimo è una prima volta anche la nomina di due deputati musulmani nel Parlamento di Washington.

Ora Trump dovrà fare i conti con un Congresso diviso a metà. "L'agenda non cambia" fanno sapere però dalla Casa Bianca


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