Uova olandesi contaminate: come proteggersi
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Uova olandesi contaminate: come proteggersi

Secondo la Commissione Europea anche l'Italia ha importato uova che contengono l'insetticida Fipronil. Ma al Ministero della Salute non risulta

L'Italia avrebbe importato uova da alcune aziende olandesi al centro dello scandalo delle uova contaminate. Lo ha comunicato oggi la Commissione Europea, che parla di 15 paesi coinvolti. Naturalmente questo non significa che in Italia siano arrivate delle uova contaminate. 

Ma cos'è successo alle uova in Olanda, e quali precauzioni possono prendere i consumatori? 

Sequestri in Germania

Qualche giorno fa milioni di uova provenienti da Olanda e Belgio, contaminate con un pericoloso insetticida (Fipronil), sono state ritirate dagli scaffali dei supermercati tedeschi. 

In 9 Land su 16 sono stati emessi diversi provvedimenti precauzionali per tutelare la salute dei cittadini. E il ministro dell'agricoltura della Bassa Sassonia, Christian Meyer, ha dichiarato in conferenza stampa che potrebbero essere in totale 10 milioni le uova importate dall'Olanda in Germania. 

Bambini a rischio

Dal ministero dell'agricoltura tedesco è stato diffuso uno studio dell'Istituto federale per la valutazione del rischio (BfR) secondo il quale "non si ravvisano concreti pericoli per la salute dei consumatori. Mentre per gruppi sensibili, come i bambini, non si possono escludere totalmente pericoli per la salute".

Fipronil, che cos'è

Il Fipronil è un insetticida considerato altamente tossico per l'uomo, ma in piccole quantità è usato per proteggere gli animali domestici da pulci e zecche. Prodotto dal colosso tedesco Basf, il Fipronil è tuttavia vietato nei trattamenti anti-pulci di animali destinati al consumo alimentare dell'uomo perché, secondo l'OMS, è pericoloso per il fegato, i reni e la tiroide.

La contaminazione delle uova sarebbe stata originata da una partita di Dega-16 (un prodotto naturale composto da mentolo e eucalipto utilizzato contro le zecche e pulci delle galline e considerato sicuro per l'uomo) venduto dalla società olandese Chickfriend, che a sua volta si sarebbe rifornita da un distributore belga di prodotti chimici.

Il proprietario della società belga è sospettato di aver aggiunto del Fipronil al Dega-16.

I rischi in Italia

"L'Italia ha importato nel 2017 uova di gallina in guscio dall'Olanda" sostiene la Coldiretti, che evidenzia l'arrivo in Italia di 610mila chili di uova di gallina in guscio dai Paesi Bassi nei primi cinque mesi del 2017 ai quali si aggiungono però anche 648mila chili di derivati come uova sgusciate e tuorli freschi, essiccati, congelati o diversamente conservati mentre non sono quantificabili gli alimenti venduti come paste e dolci realizzati con le uova a rischio.

"Con gli italiani che consumano circa 215 uova a testa all'anno è importante - sottolinea la Coldiretti - fare chiarezza e garantire la qualità e sicurezza di quelle presenti sul mercato nazionale".

Un prodotto sequestrato

Il Ministero della Salute in una nota ha precisato che le uova contaminate non risultano distribuite in Italia. Per il momento un prodotto francese presente sul mercato italiano, confezionato con uova olandesi, è stato sequestrato: "Dai riscontri incrociati, effettuati dal Ministero della Salute, tra le liste di aziende coinvolte e di quelle che hanno spedito prodotti in Italia negli ultimi tre mesi, al momento risulta solo, da una segnalazione delle autorità francesi, pervenuta in data 8 agosto attraverso il RASFF, che un'azienda di tale Paese ha acquistato uova da uno degli allevamenti olandesi interessati e le ha trasformate in ovoprodotti che ha poi venduto anche presso un'azienda italiana. Su disposizione del Ministero, le autorità sanitarie locali hanno provveduto a porre sotto sequestro la partita, e quindi il prodotto non è stato posto in commercio".

Come leggere l'etichetta

Le uova di gallina hanno un sistema di etichettatura obbligatorio a livello europeo che consente di distinguere tra l'altro la provenienza e il metodo di allevamento. Il metodo di allevamento è indicato dal primo numero sul codice stampato su ogni uovo.

Lo 0 indica allevamenti all'aperto, con galline alimentate a mangimi biologici. Il numero 1 indica gli allevamenti all'aperto, il numero 2 quelli a terra, ma in un capannone chiuso, mentre il 3 contraddistingue gli allevamenti in gabbia.

Subito dopo ci sono due lettere che identificano la nazione in cui sono state deposte le uova. Se c'è scritto IT possiamo essere sicuri che siano uova provenienti da allevamenti italiani. A seguire troviamo il codice che identifica il comune di produzione, quello della provincia e il numero dell'allevamento.

Allevamenti chiusi in 4 paesi

In Olanda, circa 180 allevamenti sono stati chiusi dopo il ritrovamento di tracce di Fipronil nelle uova, ma adesso il provvedimenti si è esteso e sono stati chiusi allevamenti di galline ovaiole anche in Belgio, Germania e in Francia. Da inizio agosto sono state fermate per indagini (alcune hanno già ripreso l'attività) 195 aziende in Olanda, 86 in Belgio, 5 in Francia e 4 in Germania. 

Le autorità per la sicurezza alimentare olandese hanno individuato almeno una partita di uova considerata come un "pericolo acuto per la salute pubblica".


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Redazione Scienza