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(Ansa)
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«El Pastor», il Pastore, l'ultimo libro sul pontificato di Papa Francesco

Dialogo con Francesca Ambrogetti, una delle autrici del libro uscito in Italia con il titolo: “Non sei solo. Sfide, risposte, speranze”

“Non sei solo. Sfide, risposte, speranze”. Appena pubblicata da Salani Editore la versione italiana de “El pastor” (Il pastore), testo uscito in Argentina tra febbraio e marzo scorsi per i 10 anni di pontificato di Papa Francesco. Per Francesca Ambrogetti, una delle autrici, «Papa Bergoglio ci trasmette l’immagine di una Chiesa aperta ad ascoltare il segno dei tempi nonostante il ritmo vertiginoso dei cambiamenti». Con due guerre alle porte di casa…

Il libro

Torniamo per un attimo al 13 marzo 2013: il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro, appena eletto pontefice, pronuncia un dolce “Buonasera”. Per molti un saluto di presentazione, per alcuni anche una dichiarazione d’intenti che, dopo 10 anni trascorsi a guidare uno Stato e la Chiesa mondiale, vale ancora come biglietto da visita di un leader mondiale e di un’autorità religiosa. Bergoglio esternamente riflette ancor oggi l’idea di uomo umile, pronto ad affrontare i drammi del nostro tempo: dall’immane tragedia dei profughi al dialogo interreligioso, dalle guerre mai sopite in ogni angolo del mondo (ora anche ai nostri confini…) sino a quello che molti osservatori considerano una crepa tra le possenti mura vaticane, gli abusi sessuali e la pedofilia dilaganti. Senza mettere da parte quella che sembra, da sempre, essere la preoccupazione più stringente di ogni buon “curato”, ovvero la cura delle anime che Bergoglio definisce in questo libro come “vicinanza di cuore”. Le pagine che Papa Francesco ha vergato con i giornalisti argentini Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin affrontano con schiettezza e sincerità le questioni più urgenti che affliggono la Chiesa contemporanea, viste e analizzate nell’ottica del messaggio evangelico. Sullo sfondo il ritratto nuovo ed innovatore di un pastore ecumenico che mentre predica la parola di Dio sa bene che il suo gregge vive momenti di buio e disorientamento. Panorama.it ha chiesto a Francesca Ambrogetti, giornalista argentina di origini italiane, già responsabile della sede ANSA di Buenos Aires -co-autrice del libro- una prima riflessione su alcuni temi particolarmente delicati contenuti nell’ultimo saggio scritto con Papa Francesco.

Dottoressa Ambrogetti, è appena stato pubblicato in Italia l’ultimo saggio scritto con Papa Bergoglio frutto di periodiche interviste condotte nell’arco di questi 10 anni. Tanti i filoni e i nodi del pontificato tra i temi trattati nelle 286 pagine…

«Tanti anche se non tutti. Il nostro interlocutore ha accettato di affrontare gli argomenti che gli abbiamo proposto compresi i più spinosi e difficili. Ma il libro continua anche a raccontare la sua storia e quella della sua famiglia e approfondisce alcuni altri aspetti della sua personalità. Siamo convinti che non si può capire Papa Francesco se non si conosce Jorge Bergoglio».

Il libro sembra essere il seguito ideale de “Il gesuita”, scritto nel 2010, quando Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires e diventato bestseller mondiale nel 2013 con l’elezione a Papa.

«Subito dopo la pubblicazione del primo libro abbiamo deciso che doveva aver un seguito, tanti erano gli argomenti rimasti fuori. Non sapevamo certo che per farlo, invece di un breve percorso a Buenos Aires, avremmo dovuto attraversare spesso l’oceano e le mura del Vaticano. Fin dal primo incontro abbiamo ripreso il filo de “Il gesuita” e ci siamo trovati davanti la stessa persona... solo che vestita di bianco”.

Partiamo dal presente: «La guerra è frutto di una serie di pazzie”, sostiene Papa Francesco. E noi stiamo vivendo il tempo di ben due guerre in contemporanea: pare essere passati -parole di Bergoglio- da “una Terza guerra mondiale a piccoli pezzi” a “un unico grande pezzo”. «Degli orrori della guerra Bergoglio aveva sentito parlare fin da bambino dai nonni paterni che avevano vissuto la Prima guerra mondiale ed erano partiti per l’Argentina anche per il timore della Seconda. Ha vissuto l’esultanza per la fine del conflitto ma anche la preoccupazione che il dramma potesse ripetersi per la terza volta. La sua visione del possibile allargamento di questa guerra a pezzi della quale parlava da anni, si è rivelata profetica”.

“Da gesuita a pastore”, così appare Papa Francesco. Una sorta di manifesto programmatico, allora?«Nel primo libro il cardinal Bergoglio aveva parlato della sua visione della chiesa e aveva descritto la strada per il futuro che sognava. Attraverso il secondo abbiamo seguito i passi intrapresi per realizzare quanto aveva sperato e immaginato. Potremmo definire “Il gesuita” come il foglio di viaggio e “Il pastore” come il diario di navigazione».

Il tema dei migranti, dei “rifugiati”, è centrale nel suo pontificato… «Jorge Bergoglio è cresciuto in una famiglia che aveva sofferto lo strappo di lasciare il proprio paese, e in una società multiculturale e multireligiosa che aveva saputo trarre il meglio di questa corrente e integrare gli emigranti pur rispettandone le proprie culture. Una società che si è arricchita con queste diversità: chi meglio di lui, allora, per predicare la necessita di accettare, capire, includere!”.

Colpisce la durezza del Papa sul tema degli abusi sessuali commessi da esponenti del clero. Una piaga per la Chiesa…«Su questo fronte è stato sempre inflessibile. In particolare da quando è diventato arcivescovo di Buenos Aires. Quando abbiamo affrontato l’argomento gli abbiamo sentito pronunciare le condanne più drastiche e abbiamo visto sul suo volto il dolore più profondo». Sul tema della famiglia, Bergoglio utilizza l’esempio della propria.«E’ stata la sua scuola di vita e di fede. I ricordi d’infanzia e dell’adolescenza dei quali amava parlare sono pieni di amore e gratitudine per i nonni e i genitori. I legami con i fratelli e i nipoti sono stati sempre molto forti e anche l’attaccamento con i parenti italiani. Se il ruolo della famiglia è centrale nella sua visione della società è certamente per le lezioni imparate dietro la porta di casa». Conosciamo il significato della parola giustizia per Papa Francesco: costruzione dogmatica o retaggio del passato familiare? «Siamo convinti che entrambi siano gli elementi che hanno contribuito a questo impegno. Ma fa parte anche della sua indole, come lo dimostrano alcuni episodi dell’infanzia e dell’adolescenza”».

L’ambiente, casa comune…

«In primo piano tra le sue preoccupazioni. Come immaginare il futuro dell’uomo senza pensare a quello della terra in cui abita?».

Avviandoci alla conclusione: come sta la Chiesa di Bergoglio?

«E’ in cammino, sulla strada sognata dal Papa della fine del mondo che, forse proprio per questa sua lontana provenienza, la vuole universale. Non legata a determinate a zone geografiche o a determinate culture. Perché convinto che il messaggio del Vangelo non possa e non debba avere frontiere. Una Chiesa più trasparente, più austera, più comprensiva, aperta ad ascoltare il segno dei tempi nonostante il ritmo vertiginoso dei cambiamenti. E aperta al dialogo senza esclusioni, con tutti i suoi membri. Ma anche con i credenti di altre religioni e con tutti gli uomini e le donne di buona volontà».

“Si governa con la testa, non con le ginocchia” ama ripetere Bergoglio. Soprattutto come sta il Papa?

«Bene. Ci ha spesso detto che da quando è Papa non ha mai perso la pace. Una pace di spirito che sicuramente contribuisce alla salute del corpo e ad affrontare con serenità gli inevitabili segni dell’età».

Gli autori

Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires nel 1936 da genitori italiani. Nel 1992 viene nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires, nel 1998 diventa arcivescovo della stessa città e nel 2001 è creato cardinale. Nel 2013 è eletto Papa con il nome di Francesco I.Sergio Rubin è nato a Santa Fe. È giornalista esperto di temi religiosi del quotidiano Clarín di Buenos Aires. Ha intervistato tra le altre personalità Madre Teresa di Calcutta e ha seguito i viaggi di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.

Francesca Ambrogetti è nata a Roma. Giornalista e psicologa sociale, ex responsabile dell’ANSA in Argentina, ha collaborato tra le altre testate con Radio Vaticana. Coautrice con Sergio Rubin della prima biografia del cardinale Bergoglio: Papa Francesco. Il nuovo papa si racconta.

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Egidio Lorito