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Il Kurdistan Freedom Falcons rivendica l'attentato di Ankara

C'è la conferma: la kamikaze è Seher Cagla Demir, una studentessa curda addestrata in Siria dall'YPG

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Seher Cagla Demir, la studentessa curda che si sarebbe fatta esplodere tra la folla
Ankara-attentato-turchiaEsperti sulla scena dell'esplosione dell'autobomba ad Ankara, 14 marzo 2016 ADEM ALTAN/AFP/Getty Images
Ankara-autobombaPoliziotti sul sul luogo dell'attentato ad Ankara dove un'autobomba è stata fatta esplodere vicino alla fermata di un autobus, 13 marzo 2016ADEM ALTAN/AFP/Getty Images
Ankara-attentato-turchiaUna parente di una delle vittime dell'attentato di Ankara ne aspetta il corpo - 14 marzo 2016OZAN KOSE/AFP/Getty Images
Ankara-autobombaIl luogo dell'attentato ad Ankara, dove un'autobomba è stata fatta esplodere vicino alla fermata di un autobusDefne Karadeniz/Getty Images

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OZAN KOSE/AFP/Getty Images
Un parente di una delle vittime dell'attentato di Ankara ne aspetta il corpo avvolto in una coperta - 14 marzo 2016
ankara-autobombaI soccorsi sull'autobus esploso nel centro di Ankara in Turchia a causa di un'autobomba - 13 marzo 2016Elif Sogut/Getty Images
Ankara-attentato-turchiaLa madre di una delle vittime dell'attentato di Ankara - 14 marzo 2016 OZAN KOSE/AFP/Getty Images
Ankara-autobombaPoliziotti a un posto di blocco ad Ankara dopo l'attentato - 13 marzo 2016Defne Karadeniz/Getty Images
Ankara-attentato-turchiaUna parente di una delle vittime dell'attentato di Ankara ne aspetta il corpo - 14 marzo 2016OZAN KOSE/AFP/Getty Images)
Ankara-autobombaPolizia sul luogo dell'autobomba esplosa ad Ankara, 13 marzo 2016 Elif Sogut/Getty Images
ankara-autobombaI soccorsi nel centro di Ankara in Turchia dopo l'attentato compiuto con un'autobomba - 13 marzo 2016Defne Karadeniz/Getty Images
ankara-autobombaI soccorsi nel centro di Ankara in Turchia dopo l'attentato compiuto con un'autobomba - 13 marzo 2016Defne Karadeniz/Getty Images
ankara-autobombaLa polizia nel centro di Ankara in Turchia dopo l'attentato compiuto con un'autobomba - 13 marzo 2016Defne Karadeniz/Getty Images
ankara-autobombaDefne Karadeniz/Getty Images)Defne Karadeniz/Getty Images
ankara-autobombaSoccorritori portano via uno dei feriti nel centro di Ankara in Turchia dopo l'attentato compiuto con un'autobomba - 13 marzo 2016MEHMET OZER/AFP/Getty Images
ankara-autobombaI soccorsi sull'autobus esploso nel centro di Ankara in Turchia a causa di un'autobomba - 13 marzo 2016Elif Sogut/Getty Images
ankara-autobombaI soccorsi nel centro di Ankara in Turchia dopo l'attentato compiuto con un'autobomba - 13 marzo 2016Elif Sogut/Getty Images
ankara-autobombaI soccorsi nel centro di Ankara in Turchia dopo l'attentato compiuto con un'autobomba - 13 marzo 2016Elif Sogut/Getty Images

17 marzo - Il gruppo curdo TAK (Kurdistan Freedom Falcons) - nato da una scissione radicale del Pkk -  ha ufficialmente rivendicato sul suo sito web l’attentato ad Ankara che domenica 13 marzo 2016 ha colpito al "cuore della repubblica fascista turca", rendendo altresì onore alla  "compagna" Seher Cagla Demir, già identificata dal ministero degli Interni turco come la probabile attentatrice suicida che si è fatta esplodere a una fermata del'autobus uccidendo 37 persone.

Secondo il governo turco Demir avrebbe ricevuto l'addestramento necessario per compiere l'attentato direttamente dal gruppo siro-curdo del YPG, non classificato dalla Nato come un gruppo terroristico, anzi essendo considerato un alleato strategico della coalizione americana che fornisce sostegno alle truppe curde in Siria impegnate contro l'Isis.

Sono, ad oggi, oltre duecento le vittime degli attentati terroristici in Turchia che sono avvenuti dal luglio scorso, quando un kamikaze appartenente allo Stato islamico si fece esplodere tra la folla a Suruc, dove erano assembrati centinaia di giovani socialisti curdi pronti a partire per la Siria. 


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L'ambasciata tedesca ad Ankara e il consolato tedesco a Istanbul sono rimasti chiusi oggi per una possibile minaccia di sicurezza. Lo conferma il ministero degli Esteri di Berlino, aggiungendo che per gli stessi motivi è stata chiusa anche la scuola tedesca a Istanbul. Secondo un messaggio inviato ai residenti, la decisione è giunta a seguito di una minaccia "non verificabile in modo definitivo".

Secondo indiscrezioni, le chiusure precauzionali sarebbero legate a una minaccia specifica diretta alle rappresentanze diplomatiche e agli interessi tedeschi in Turchia. Non è esclusa tuttavia la chiusura di sedi diplomatiche di altri Paesi.

L'ambasciata di Berlino ad Ankara è confinante con quella italiana. Sempre ad Ankara risulta chiusa anche la vicina scuola tedesca, dove ieri pomeriggio gli artificieri turchi avevano fatto brillare uno zaino sospetto abbandonato nel cortile. Nella borsa era poi risultato esserci solo del cibo. A Istanbul, la scuola e il consolato tedeschi si trovano entrambi in una zona molto centrale, nei pressi di piazza Taksim e viale Istiklal.

Già martedì l'ambasciata tedesca ad Ankara aveva messo in guardia i propri concittadini su possibili nuovi imminenti attentati nella capitale turca, dopo quello che domenica ha provocato 37 vittime a una fermata dell'autobus in pieno centro.

15 Marzo -
Oltre che al Pkk sarebbe stata legata anche ai ribelli curdo-siriani Seher Cagla Demir, la giovane kamikaze autrice della strage con un'auto-bomba di domenica scorsa ad Ankara, costata almeno 37 morti e 125 feriti: lo ha affermato il ministero dell'Interno turco, secondo cui la ragazza sarebbe stata affiliata al Partito dei Lavoratori del Kurdistan a partire dal 2013, ma poi sarebbe "passata in Siria" ricevendovi "addestramento al terrorismo da parte dell'organizzazione terroristica Ypg".

Si tratta delle Unità di Protezione Popolare, braccio armato del Pyd, il Partito dell'Unione Democratica, principale espressione politica dei curdi di Siria, che la Turchia considera legato a filo doppio allo stesso Pkk: tanto da aver opposto il proprio veto a una sua partecipazione ai colloqui di pace indiretti con il regime di Bashar al-Assad, ripresi ieri a Ginevra e aperti a quasi tutti gli altri gruppi oppositori.

Stando al premier Ahmet Davutoglu, sussistono "elementi quasi certi" a sostegno della responsabilità dei "separatisti curdi" per la carneficina, sulla quale proseguono frattanto le indagini.

IL PUNTO
- Sono le 18:34 di domenica 13 marzo. Un'autobomba esplode nel pieno centro di Ankara tra il parco Guven, molto frequentato, e il boulevard Ataturk, arteria centrale del traffico della capitale turca. A poca distanza, i ministeri della Giustizia e dell'Educazione e gli uffici del primo ministro Ahmet Davutoglu.

Sono almeno 37 le persone rimaste uccise, tra cui 2 kamikaze, e 70 quelle ferite di cui 15 gravi stando alle ultime comunicazioni fornite dal ministro della Salute di Ankara, Mehmet Muezzinoglu. Una delle due attentatrici era una donna curda legata al PKK già identificata. L'aviazione turca nella notte ha compiuto nuovi raid contro le postazioni del PKK curdo in Iraq.

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ore 14:25 - La polizia turca ha fermato almeno 10 persone a Sanliurfa, nel sud-est del Paese al confine con la Siria, accusate di legami con i 2 presunti kamikaze che ieri hanno ucciso 37 persone con un'autobomba ad Ankara. Tra i fermati ci sono anche familiari di almeno uno dei sospetti attentatori. Gli altri finiti in manette sono impiegati della concessionaria dove i kamikaze si sarebbero procurati la Bmw bianca usata per l'attacco. Le persone fermate verranno portate ad Ankara per essere interrogate.

ore 12:03 - Sono in corso ad Ankara i funerali di 10 delle almeno 37 vittime dell'attacco. Lo riferisce la Cnn Turk. La cerimonia funebresi svolge al cimitero di Karsikaya, il più grande della città.

ore 11:30 - Uno è morto nell'attacco kamikaze del 10 ottobre al corteo pacifista curdo davanti alla stazione, l'altro per l'autobomba esplosa ieri a una fermata di autobus. Due amici entrambi vittime di due diversi attentati che in questi mesi hanno colpito la capitale turca Ankara.

Il tragico destino di Ali e Ozancan, giovani studenti universitari, sta facendo il giro del web in Turchia, tra rabbia e commozione. Quando Ali Deniz Uzatmaz è rimasto ucciso nell'esplosione di ottobre, il suo amico Ozancan Akkus lo ricordava su Twitter: "Il suo più grande sogno era studiare ad Ankara, come avrebbe potuto saperlo?". Ieri è stato Ozancan, studente di ingegneria elettronica all'Università Tecnica del Medio Oriente, a finire vittima del terrore, a poca distanza da dove era morto l'amico. Una vicenda che molti sui social network stanno raccontando
come simbolo del clima di terrore che vive oggi la Turchia. Una foto dei due ragazzi, ritratti insieme sorridenti, sta facendo il giro del web.

ore 10:35 - Almeno uno dei due kamikaze è una donna legata ai curdi del Pkk. Lo riferiscono fonti del governo turco che stamane hanno ripreso a colpire le posizioni dei curdi in Iraq. L'attentato non è stato ancora ufficialmente rivendicato da alcun gruppo.

Negli ospedali della capitale ci sono ricoverati inoltre circa 70 feriti e tra questi almeno una quindicina sarebbero in condizioni gravi.

ore 10:00 - L'aviazione turca ha compiuto la scorsa notte nuovi raid contro postazioni del Pkk curdo nelle montagne del nord Iraq di Qandil e Gara. Lo riferisce l'esercito turco, precisando che nell'operazione sono stati impegnati 9 caccia F-16 e 2 F-4 2020. Secondo le prime indiscrezioni, le indagini sull'autobomba che ieri ha ucciso almeno 37 persone ad Ankara seguono proprio la pista del terrorismo del Pkk.

ore 9:00 - Le vittime identificate finora con certezza sono 13.

I social media hanno ripreso a funzionare regolarmente in Turchia dopo i forti rallentamenti subiti ieri sera dopo l'attacco con l'autobomba esplosa ad Ankara. Sia Facebook che Twitter hanno funzionato a singhiozzo per molte ore nel Paese, nel tentativo delle autorità - ricorrente in episodi simili - di frenare la diffusione di immagini e notizie sulla strage.
dell'attacco e' stata inoltre imposta sui media turchi.

A meno di un mese da quello vicino al quartier generale dell'esercito, un nuovo attacco colpisce dunque la centralissima zona di Kizilay. E il cuore della Turchia.

Gli attentatori: una era una studentessa donna membro del PKK
Secondo i primi risultati, le autorità turche sospettano che dietro l'attacco ci sia il terrorismo di matrice curda. Lo riportano media locali, citando fonti di sicurezza. Le stesse fonti indicano che tra i due kamikaze che hanno compiuto l'attacco c'è una donna che sarebbe stata identificata attraverso le impronte digitali e alcune parti del suo corpo, rimaste riconoscibili nonostante l'esplosione. Le stesse fonti indicano che l'attacco è stato compiuto con una Bmw bianca del 1995 carica di tritolo.

La donna sarebbe stata una studentessa dell'università di Balikesir, nella Turchia nordoccidentale, già finita sotto processo con altre 4 compagne - tra cui 3 sorelle - con l'accusa di far parte del Pkk, considerato un'organizzazione terroristica. Il processo era stato aggiornato nel dicembre scorso in attesa della sentenza.

La dinamica dell'attentato
Nell'ora di punta del traffico domenicale, un'auto carica di esplosivo si è schiantata contro un autobus nei pressi di una fermata, dove si trovavano diversi altri veicoli, alcuni dei quali hanno preso fuoco. Un attacco suicida destinato a fare una strage, visto che lì si trovavano decine di persone in attesa di mezzi pubblici e minibus.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso con un comunicato la sua condanna per l'attacco. "A seguito dell'instabilità nella regione, negli ultimi anni la Turchia è stata oggetto di attacchi terroristici", scrive Erdogan, senza indicare alcuna organizzazione specifica. Di fronte ad azioni che "minacciano l'integrità del nostro Paese", continua la nota, "proseguiremo la lotta al terrorismo con ancor più determinazione".

Il messaggio di allerta
Solo tre giorni fa, l'ambasciata americana ad Ankara aveva inviato un messaggio di allerta ai suoi cittadini. È il terzo attentato suicida che colpisce la città, con decine di morti, in 5 mesi. Le modalità di quest'ultima azione ricordano da vicino quelle dell'autobomba del 17 febbraio scorso, che aveva provocato 29 morti, prendendo però di mira mezzi militari.

L'autobomba ad Ankara del 17 febbraio 2016

AnkaraPompieri al lavoro sul luogo dell'esplosione dell'autobomba a Ankara in Turchia - 17 febbraio 2016EPA/STR

L'autobomba ad Ankara del 17 febbraio 2016

autobomba ankara pullman soldati esercito

L'autobomba ad Ankara del 17 febbraio 2016

ankaraIl luogo dell'esplosione dell'autobomba a Ankara - 17 febbraio 2016EPA/STR

L'autobomba ad Ankara del 17 febbraio 2016

ankaraLe ambulanze sul luogo dell'esplosione dell'autobomba a Ankara - 17 febbraio 2016Twitter

L'autobomba ad Ankara del 17 febbraio 2016

ankaraL'esplosione dell'autobomba a Ankara - 17 febbraio 2016Twitter

L'autobomba ad Ankara del 17 febbraio 2016

ankaraIl luogo dell'esplosione dell'autobomba a Ankara - 17 febbraio 2016EPA/STR

L'autobomba ad Ankara del 17 febbraio 2016

ankaraLe ambulanze sul luogo dell'esplosione dell'autobomba a Ankara - 17 febbraio 2016EPA/STR

Domenica, invece, a essere colpita è stata una zona piena di civili. Il premier Davutoglu ha subito convocato una riunione urgente di sicurezza nazionale con il Capo di Stato maggiore, mentre il presidente Recep Tayyip Erdogan, che si trovava a Istanbul, ha deciso di rientrare con urgenza nella capitale.

Chi è stato?
L'attacco avviene mentre la Turchia è impegnata in conflitti su diversi fronti, dentro e fuori i suoi confini. Nel sud-est del Paese, le operazioni contro il Pkk hanno causato in questi mesi centinaia di morti, con decine di coprifuochi in vigore per mesi nei centri urbani.

Una guerra intestina che ha spinto i gruppi curdi più radicali - come appunto il Tak - a minacciare rappresaglie nel resto della Turchia. Il partito filo-curdo Hdp, presente in Parlamento, ha subito condannato l'attacco. Il fronte siriano, con le infiltrazioni dell'Isis, rappresenta l'altra grande spina nel fianco del governo di Ankara, pur accusato da piu' parti di aver collaborato con i jihadisti.

La censura
Intanto, l'autorità radiotelevisiva ha subito imposto una censura ai media - come avviene regolarmente in Turchia in caso di attentati - vietando la pubblicazione delle immagini dal luogo dell'esplosione. Fortemente rallentati anche i principali social network, dove invece da subito sono circolate foto e video dell'attacco.

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Redazione