Totti indagato pure per omessa dichiarazione
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Totti indagato pure per omessa dichiarazione

La Procura di Roma contesta all’ex capitano giallorosso la mancata denuncia di una parte dei redditi derivanti dagli spot. Dubbi sull’altro fascicolo, nato dalla denuncia dell’ex moglie Ilary Blasi, che lo vede iscritto per abbandono di minore

Neanche Alessandro Nesta ai tempi dei derby con la Lazio deve averlo marcato in modo tanto asfissiante. Da anni Francesco Totti non si deve più preoccupare degli uomini in braghette, ma di quelli in toga, gli stessi che nelle ultime settimane hanno aperto ben due procedimenti penali nei suoi confronti. Di quello per supposto abbandono di minore si sapeva, ma adesso, come può rivelare La Verità, il Pupone deve fare i conti anche con un procedimento per omessa dichiarazione. Un illecito previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo 74/2000 che prevede pene da 2 a 5 anni e che viene compiuto al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto.

Il pm Vincenzo Barba, del gruppo reati tributari della Procura di Roma, pool coordinato dall’aggiunto Stefano Pesci, dovrebbe convocarlo per chiarire la sua posizione nella settimana successiva all’Immacolata. A febbraio avevamo svelato le accuse di Ilary Blasi all’ex marito sui «denari sperperati al gioco», sui presunti conti esteri del Pupone e sui presunti mancati pagamenti dei diritti d’immagine. All’epoca riferimmo pure che la Guardia di finanza aveva iniziato una verifica fiscale sull’ex campione.

Alla fine dell’accertamento le Fiamme gialle hanno contestato alcune apparizioni pubblicitarie per il cui pagamento l’ex capitano della Roma non aveva aperto apposita partita Iva pur essendo per lui gli spot un’attività non occasionale. Questo tipo di verifica sui personaggi dello sport e dello spettacolo particolarmente esposti sono effettuate in modo routinario e non devono stupire.

Alla fine la Guardia di finanza ha constatato che sarebbero stati commessi delle irregolarità nel pagamento delle imposte. Infatti, al contrario di altri personaggi che fanno pubblicità e sfruttano la propria immagine in modo professionale il Pupone non aveva aperto, come detto, una posizione Iva ad hoc e per questo non avrebbe pagato quanto dovuto. Si parla di un debito di poche migliaia di euro che però con sanzioni e interessi sarebbe lievitato sino oltre i 200.000 euro. Quando Totti ha capito la mala parata ha deciso di versare quanto richiesto e di chiudere il contenzioso. Le Fiamme gialle hanno comunicato sia all’Agenzia delle entrate che alla Procura l’esito dei controlli e i pm a inizio autunno hanno deciso di iscrivere il Pupone sul registro degli indagati per omessa dichiarazione.

Ma l’attenzione intorno agli affari di Totti da parte del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma non sarebbe stata innescata dalle accuse della Blasi e dei suoi legali sulla presunta gestione allegra che Totti farebbe delle sue finanze. Per esempio l’ex moglie e i suoi legali, dopo aver registrato nella causa di separazione una diminuzione dei redditi dell’ex calciatore, hanno collegato tale «impoverimento» non alla fine della carriera da professionista, ma al vizio del gioco. Gli avvocati hanno denunciato: «Risulta infatti che, nel periodo dal settembre 2020 al settembre 2023 Totti ha sperperato al gioco, mediante svariati bonifici, la maggior parte dei quali a favore del Casinò di Montecarlo, l'impressionante somma complessiva di a 3.324.000 euro». I legali hanno anche aggiunto: «Ha sperperato denari che avrebbe dovuto destinare alla famiglia (non fosse altro che come patrimonio futuro da destinare ai suoi figli) per un milione di euro all'anno al gioco; solo in 20 giorni nel 2023 ha giocato 551.000 euro». La difesa della Blasi rinfacciava all’ex campione pure di non aver indicato, nell’autocertificazione iniziale, tutte le «carte di credito e tutti i conti correnti a lui intestati o cointestati o sui quali possa comunque operare». Per gli avvocati si sarebbe stata un’«omissione gravissima» e, per questo, avevano chiesto al giudice di valutare «attentamente» il comportamento di Totti in vista di un’eventuale trasmissione degli atti in Procura per falsa attestazione «sotto forma di omissione».

Ma la Guardia di finanza, come detto, sembra avere giocato d’anticipo rispetto al giudice civile. E non sarebbe stato il clamore mediatico del processo a indirizzare i controlli. Tanto che gli approfondimenti più che sui presunti conti esteri che, secondo l’ex moglie, il fuoriclasse avrebbe acceso a Singapore e negli Usa, evidentemente considerati dagli investigatori regolari, si sono indirizzati verso gli incassi legati alla pubblicità.

A onor del vero anche su questo tema i difensori della Blasi si erano pronunciati e avevano denunciato che Totti avrebbe dichiarato solo in parte i redditi percepiti a titolo di diritti di immagine (il 40 per cento dei suoi compensi da testimonial), destinati alla società Number Ten, interamente posseduta dall’ex giocatore.

Quest’ultima, nel 2021 e nel 2022, avrebbe ricevuto 2.356.000 euro e ne avrebbe versati all’ex capitano della Roma 313.000. Con il risultato che 2 milioni erano rimasti in cassa, mentre la Blasi avrebbe dichiarato «interamente sia i compensi per le prestazioni sia quelli per i diritti di immagine». La difesa ha paventato che parte di questi soldi potessero essere entrati nella disponibilità dell’ex campione come «restituzione finanziamento soci», un tipo di introito che, a differenza della cessione dei diritti di immagine, «è esente da imposizione fiscale».

Per questo gli avvocati hanno domandato al giudice di verificare se i soldi restituiti in questo modo dalla Number Ten costituissero o meno «una forma di elusione». Le Fiamme gialle avrebbero, però, accertato una situazione meno grave, sanata con l’apertura della partita Iva dedicata da parte di Totti e il pagamento del dovuto.

Versamenti che non hanno, però, chiuso definitivamente il match. Infatti, Totti dovrà, entro due settimane e salvo sorprese dell’ultima ora, recarsi in Procura con il proprio avvocato. Una decisione che eviterà ai magistrati di essere sospettati di favoritismi. Soprattutto dopo che qualcuno ha ipotizzato che il fascicolo per presunto abbandono della figlia Isabel, quando questa aveva 7 anni, stia andando verso l’archiviazione.

Il magistrato che si occupa dei reati contro le fasce deboli è l’aggiunto Giuseppe Cascini, un romanista doc, di quelli che chiamano Totti il Capitano. Ma da pm d’assalto qual è non sembra intenzionato a chiudere subito il fascicolo anche se a essere iscritto è il suo idolo.

Ricordiamo che Cascini per un biglietto d’ingresso gratuito a una partita della squadra giallorossa ottenuto per il figlio ha subito la censura dell’Associazione nazionale magistrati e le critiche di molti colleghi. E quindi la sua prudenza sarà certamente raddoppiata.

Nel procedimento penale la Blasi accusa Totti di aver lasciato Isabel sola in casa quando era sotto la sua custodia. La contestazione riguarda la sera del 27 maggio del 2023. Quel giorno, durante una videochiamata della Blasi con la figlia, la madre, che si trovava all’estero, avrebbe scoperto che la piccola era stata lasciata sola in casa con altri due bambini di 9 e 12 anni (probabilmente figli di Noemi Bocchi, nuova compagna di Totti). Per questo i nonni di Isabel si erano immediatamente recati a verificare la situazione. Ma, dopo aver citofonato, non avevano ottenuto risposta e per questo avevano allertato la Polizia. Una pattuglia si sarebbe diretta verso l’elegante appartamento di Roma Nord alle 23:20, ma una volta giunti sul posto gli agenti anziché salire nell’attico per controllare che tutto fosse a posto sarebbero rimasti in attesa, per ordine superiore, dell’arrivo di una volante con a bordo personale femminile «qualora fosse servito in ragione dell’accertamento». Anche se qui non si trattava di perquisire una donna, ma di scongiurare una possibile situazione di pericolo.

Mentre gli agenti attendevano di entrare in azione aveva avuto il tempo di tornare a casa Christian, il figlio diciasettenne di Totti, il quale avrebbe domandato ai poliziotti che cosa stesse accadendo e dopo essere stato invitato a chiedere spiegazioni alla mamma o alla nonna aveva annunciato che «il padre sarebbe arrivato di lì a poco». Un’informazione di prima mano dal momento che il ragazzo quella sera avrebbe cenato con il Capitano e con la sua nuova compagna, ma i tre sarebbero poi rientrati in momenti diversi, a poca distanza l’uno dall’altro. Nel frattempo sarebbero arrivati anche un commissario capo e un’agente donna. A mezzanotte si sarebbe finalmente presentato Totti, il quale, secondo l’annotazione degli agenti «riferiva che i suoi figli erano in compagnia di una persona di fiducia» e li «invitava a salire presso la sua abitazione per constatarne la veridicità». Quindi i quattro poliziotti entravano insieme con il Pupone nell’appartamento di quest’ultimo e si trovavano di fronte la cinquantenne rumena C.M. che secondo i giornali sarebbe la baby-sitter storica dei Totti. Per altre fonti sarebbe, invece, la moglie del portiere dello stabile in cui vive l’ex numero 10 e svolgerebbe a casa dell’ex campione i classici lavori domestici. Solo a questo punto si sarebbe unita alla combriccola anche la Bocchi.

Nella loro annotazione i quattro poliziotti concludevano: «Alla luce di quanto sopra, una volta accertata la presenza di una persona adulta che si stava occupando dei figli minori dei signori Blasi e Totti, gli scriventi si congedavano rendendo edotti i presenti che dell'intervento esperito sarebbe stata redatta la presente annotazione presso questo ufficio». La relazione prosegue: «Una volta usciti dallo stabile condominiale, gli scriventi prendevano contatti nuovamente con i genitori della signora Blasi, ai quali si riferiva che la minore Isabel era, al momento dell’arrivo» degli agenti «sotto la vigilanza di una persona adulta di fiducia del signor Totti, era in salute e stava dormendo».

Evidentemente non soddisfatta da questa ricostruzione la Blasi, nel luglio scorso, ha presentato un esposto in Procura in cui descriveva fatti inquadrabili nella fattispecie penale dell’abbandono di minore, reato per il quale Totti sarebbe stato iscritto sul registro degli indagati. Adesso la pm Daniela Cento e l’aggiunto Cascini dovranno decidere se archiviare o chiedere ulteriori approfondimenti.

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Giacomo Amadori

(Genova, 1970). Ex inviato di Panorama e di Libero. Cerca di studiare i potenti da vicino, senza essere riconosciuto, perciò non ama apparire, neppure in questa foto. Coordina la sezione investigativa dellaVerità. Nel team, i cronisti Fabio Amendolara, Antonio Amorosi e Alessia Pedrielli, l'esperto informaticoGianluca Preite, il fotoreporter Niccolò Celesti. Ha vinto i premi giornalistici Città di Milano, Saint Vincent,Guido Vergani cronista dell'anno e Livatino-Saetta.

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