La triste storia del nonno morto con il nipotino
ANSA/ Davide Bolzoni
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La triste storia del nonno morto con il nipotino

Che cosa è successo veramente a Lendinara (Rovigo) durante quell'uscita? La Procura indaga sull'ipotesi omicidio-suicidio, ma alcuni pensano a un incidente

Una storia straziante che ancora aspetta una risposta. A Lendinara, in provincia di Rovigo un nonno di 73 anni e un nipote di 5 anni, disabile, sono morti annegati nel canale Adigetto.

Nonno e nipote erano uniti in un abbraccio disperato, l'ultimo. Così sono stati ritrovati dallo zio del bambino che stava facendo jogging sulle rive del fiume per andare ad affiancare il nonno e nipote nella passeggiata. La corrente li aveva trascinati per un centinaio di metri o forse più: dal ponte della Chiusa fino al punto in cui i vigili del fuoco li hanno ritrovati. 

L'ipotesi, su cui sta indagando al Procura, è quella dell'omicidio-suicidio: un gesto disperato, probabilmente legato alla forma di disabilità del nipotino.

Fra le prime ricostruzioni infatti emerge quella per cui il nonno si sarebbe gettato nel canale abbracciato al nipote, nella disperata convinzione che quel gesto potesse liberare il bimbo dall'handicap che lo accompagna dalla nascita e la famiglia dal peso di accudirlo.
A supportare questa ipotesi, il fatto che il passeggino del bimbo sia stato ritrovato proprio sul ponte della Chiusa.

Tutto questo mentre i genitori del bimbo si trovavano a Perugia, a un convegno dedicato proprio alla malattia del figlio, la sindrome di Angelman.

Ma molti non sono convinti di questa versione dei fatti e pensano a un incidente. Perché?

Il bambino soffiva della sindome di Angelman (SA), una malattia neurogenetica poco conosciuta. Tra le cose che caratterizzano i soggetti che soffrono di questa sindrome ci sono ritardo mentale, crisi di riso associate a movimenti stereotipati delle mani, disturbi neurologici con andatura da burattino, atassia e attacchi epilettici. Altri segni clinici comprendono l'aspetto felice, l'iperattività senza aggressività, il basso livello di attenzione, i disturbi del sonno e, cosa inquietante in questo specifico caso, l'attrazione irrefrenabile per l'acqua unita. 

E già quest'ultima caratteristica, associata alla vitalità, all'eccitabilità e all'assenza di senso del pericolo, potrebbero portare a una conclusione molto diversa dall'ipotesi di omicidio-suicidio.

Non solo. Alla trasmissione di Rai1, Uno Mattina, è intervenuto l'uomo che ha ritovato i due corpi assieme allo zio: la sua prima impressione è stata quella di un incidente. Gli argini ripidissimi in cemento, possono portare facilmente a una caduta nel canale.

Ad avvalorare l'ipotesi dell'incidente, il parere dello psichiatra Massimo Di Giannantonio, intervistato durante la trasmissione. Secondo l'esperto, un nonno che si trova investito della responsabilità del nipotino, legato da profondo affetto nei confronti del padre, difficilmente avrebbe fatto questa scelta, perché avrebbe implicato una decisione drammatica non solo nei confronti del bambino ma anche rispetto a suo figlio. Fatto rarissimo nei casi di infanticidio che, in genere, avvengono per mano dei genitori.

Le indagini comunque vanno avanti alla ricerca di una verità che vorrebbe dare un senso a tutto questo. Ma gli atti d'amore disperati, forse, non hanno un senso: seguono solo le emozioni, sia nel caso fosse un incidente, sia nel caso di omicidio-suicidio.

Di fronte a fatti così tragici, qualsiasi spiegazione resta sospesa nel vuoto: un vuoto incolmabile per quella famiglia che si trova ora spezzata. 


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Marina Jonna

Giornalista e architetto: scrivo da sempre di design e tecnologia. Ultimamente ho allargato i miei orizzonti scrivendo di benessere, sport, scienze e attualità. Oltre a intervenire, sporadicamente, su R101 . Avete bisogno di un trattato sul "Paradiso della brugola" ? Sono pronta a scriverlo!

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