Siria, attacco con i gas
News

Siria, attacco con i gas: l'impotenza dell'Onu e l'ira di Trump

Mosca difende Assad, bloccando la risoluzione contro il regime siriano. Gli Stati Uniti cambiano rotta e minacciano un intervento "per proprio conto"

La verità secondo Mosca
Mosca ha fatto abortire la bozza di risoluzione Onu preparata da Usa, Francia e Regno Unito per condannare il governo siriano e affidare un'indagine all'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, che già nel 2013 aveva curato l'eliminazione di 1.300 tonnellate sostanze pericolose - tra "precursori" di gas e sostanze chimiche letali - di Assad.  

Le parole del ministero degli Esteri russo, del resto, erano state chiare: le ricostruzioni sull'attacco chimico al villaggio di Khan Sheikhum sarebbero solo "fake news", notizie false. Non sarebbe stata l'aviazione siriana a lanciare i gas sulla popolazione, gli agenti tossici sarebbero fuoriusciti da un deposito dei gruppi ribelli centrato dai missili.

La dura reazione di Trump
La strage di civili siriani con il gas ha profondamente mutato l'atteggiamento del governo americano, che finora aveva considerato la guerra in Siria un argomento secondario rispetto alla guerra all'Isis.
"Quando l'Onu continua a fallire nel compiere il suo dovere collettivamente, ci sono momenti in cui gli Stati sono costretti ad agire per proprio conto", ha ammonito la Haley, alzandosi in piedi e mostrando le foto strazianti dei bambini morti nell'attacco durante la riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza. "Quanti bambini dovranno morire prima che la Russia se ne preoccupi?", ha attaccato, per poi incalzare: "C'è una sola verità: Assad, la Russia e l'Iran non hanno interesse nella pace".

Nel mirino degli Usa c'è anche l'Iran, accusato di avere una responsabilità morale negli attacchi perpetrati dal regime di Assad.


Il presidente statunitense Donald Trump si è mostrato particolarmente scosso e adirato. Così ha tuonato durante la conferenza stampa con il re di Giordania in visita alla Casa Bianca: "Le terribili azioni del regime di Assad sono inaccettabili e non saranno più tollerate. Quando con i gas vengono uccisi bambini, persino neonati, per me sono state superate diverse linee, siamo ben oltre la linea rossa". E ancora: "Quello che ho visto ha avuto un grande impatto su di me e ha cambiato il mio atteggiamento verso la Siria e Assad". Poi ha tagliato corto con una frase sibillina: "Ora la responsabilità è mia".

Il primo faccia a faccia tra Putin e Trump rischia di allontanarsi. Così come sembrano evaporare i segnali reciproci di stima e volontà di collaborazione. Tra le due potenze si profilano scenari da guerra fredda. 

Trump come Obama?
"Se le informazioni arrivate sull'attacco in Siria saranno confermate, si tratta del peggiore attacco dal 2013", ha affermato Kim Won-Soo, alto rappresentante Onu per il disarmo. Analogie con il 2013 si stanno paradossalmente verificando anche tra i vertici Usa.
Nel 2013 Assad usò armi chimiche contro la sua gente uccidendo 1300 persone. Alla presidenza americana c'era Barack Obama, che Trump ora accusa di avergli lasciato in eredità "un disastro". Allora Obama fu a un passo dal lanciare raid aerei in Siria ma venne fermato dal Congresso che votò contro l'intervento militare. Obama allora autorizzò la Cia ad armare i ribelli siriani per combattere Assad.

Gli Usa sono intervenuti con raid aerei in Siria contro l'Isis, così come in Iraq, ma mai direttamente contro il regime di Bashar al-Assad. "Penso che non sia stata una delle migliori pagine per il nostro Paese", ha affermato Trump. "Ora ho io la resposabilità e me la assumerò con orgoglio".
Il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, che la prossima settimana sarà in Russia, ha infine esortato Mosca a "ripensare attentamente il suo costante supporto al regime di Assad". Per Trump si tratta del primo importante test di politica estera.

Idlib Siria attacco con gas
MOHAMED AL-BAKOUR/AFP/Getty Images
4 aprile 2017. Un bambino viene soccorso in un piccolo ospedale a Maaret al-Nomandi, in Siria, dopo essere stato colpito da un attacco chimico sulla vicina città di Khan Sheikhun, controllata dai ribelli, nella provincia di Idlib.

Il 4 aprile un attacco con armi chimiche in Siria, nella provincia di Idlib, avrebbe ucciso 86 civili, tra cui 30 bambini e 20 donne. Immediata la reazione dell'Onu, che ha chiesto l'apertura di un'inchiesta contro Assad. I buoni propositi sbattono però ancora una volta contro la Russia, che finora ha sempre bocciato ogni risoluzione sul conflitto, opponendo il veto, e continua anche adesso a difendere a spada tratta il regime siriano. Dura la reazione degli Stati Uniti, che minacciano un intervento per proprio conto. Già finita la luna di miele tra Trump e Putin?

  • LEGGI ANCHE: Perché questo attacco fa male al mondo intero
  • LEGGI ANCHE: Ogni giorno 2.500 siriani in fuga


L'impotenza dell'Onu

La tragedia senza fine della guerra in Siria mette di nuovo a nudo l'impotenza della comunità internazionale. Al Palazzo di Vetro di New York nemmeno le terribili immagini dei bambini paralizzati dai gas, mostrate dall'ambasciatrice Usa Nikki Haley ai colleghi del Consiglio di sicurezza, riescono a mettere d'accordo Russia e potenze occidentali. 

Usa, Francia e Regno Unito hanno sospeso il confronto sulla risoluzione al Consiglio di Sicurezza Onu, nel tentativo di convincere la Russia. Il voto dovrebbe essere rinviato massimo a oggi.

Nikki Haley
TIMOTHY A. CLARY/AFP/Getty Images
L'ambasciatore Usa all'Onu, Nikki Haley, mostra foto delle vittime siriane nella riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza del 5 aprile 2017, conseguente al sospetto attacco chimico sui civili da parte di Assad.

I più letti

avatar-icon

Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

Read More