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Sea Watch, cosa rischia Carola Rackete, la "Capitana"

Lo speronamento della motovedetta della Gdf al porto di Lampedusa al centro dell'inchiesta. Ecco cos'è successo in quei minuti drammatici

L’attracco della Sea Watch, comandata dalla “Capitana” Carola Racklete è al centro dell’inchiesta della Procura di Agrigento che sta indagando la donna per favoreggiamento all’immigrazione clandestina ma soprattutto per la sua manovra nella quale ha speronato e schiacciato contro la banchina del porto di Lampedusa una motovedetta della Guardia di Finanza con a bordo: resistenza e violenza contro nave da guerra (pena prevista fino a 10 anni di carcere); tentato naufragio (pena prevista fino a 12 anni di carcere); rifiuto di obbedienza a nave da guerra (pena prevista fino a 2 anni di carcere).
Una manovra che è stata al centro della prima giornata di interrogatori e di lavoro da parte dei magistrati.
Carola Racklete si è scusata, “la mia intenzione era quella di completare la missione, non certo di speronarvi. Vi chiedo scusa - avrebbe detto ai magistrati - non era mia intenzione venirvi addosso”.
A raccontare, attimo dopo attimo, l’accaduto è la relazione degli uomini a bordo della motovedetta della Guardia di Finanza che si trovavano al largo di Lampedusa quando la Sea Watch ha riacceso i motori e la Capitana Carola ha dato ai suoi uomini l’ordine di prendere posto e partire.
“Abbiamo tentato più volte di fermarla - scrivo i militari - prima che la nave entrasse in porto, quando la Sea Watch ha messo la prua in direzione Lampedusa ma anche quando è arrivata al molo. Ma ogni volta il comandante non ha risposto all’alt, non ha voluto sentire ragioni e ha continuato a manovrare venendo verso di noi”.

"Sono in stato di necessità" avrebbe detto Carola mentre via radio dalla motovedetta le intimavano l'alt. "C'erano anche problemi di comunicazione, non capivo" ha aggiunto la Capitana.
Una volta entrata in porto, di poppa, la nave della Ong si è avvicinata alla banchina commerciale, dove di solito attracca il traghetto che fa la spola con Porto Empedocle, l’unico con lo spazio necessario per poter dar modo ad una nave di 50 metri di fermarsi. Ha routato la nave ed ha cominciato a manovrare lateralmente per attraccare.

I finanziari così si sono posizionati davanti a quello spazio per evitare l’attracco a protezione della banchina. Manovrando con le eliche di prua però la Sea Watch ha continuato ad avvicinarsi; a quel punto dalla nave alcune persone a bordo hanno intimato alla motovedetta della GdF di allontanarsi (come se fossero loro quelli a poter dare ordini n.d.r.).
A quel punto lo scontro.
La parola ora alla Giustizia, alla Procura di Agrigento; si aspetta la convalida dell’arresto. Nell’attesa il Ministero dell’Interno ha già pronto un decreto di espulsione dal nostro paese per Carola Rackete

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