Lo sciopero grottesco di Roma
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Lo sciopero grottesco di Roma

Oggi fermi i dipendenti comunali per i tagli agli stipendi. Il tutto mentre il sindaco Marino sta per assumere altri 25 costosi semidirigenti

Alla faccia dei risparmi. La questione dei tagli ai premi di risultato degli impiegati di Roma Capitale è incandescente, come si vede oggi, 6 giugno, con il primo sciopero generale dei 24 mila dipendenti comunali. Significa asili nido chiusi, strade senza vigili urbani e così via. Eppure rischia ugualmente di scivolare nel grottesco. Proprio mentre annuncia riduzioni di stipendio che fanno infuriare il personale, infatti, la giunta di Ignazio Marino si prepara a creare 25 nuove e più costose posizioni semidirigenziali. E’ scritto nero su bianco nel documento consegnato dall’amministrazione ai sindacati pochi giorni fa, anche se sembra non essersene accorto nessuno. 

In questa vicenda si intrecciano le condizioni disastrose dei conti della città e la spending review che gli ultimi governi chiedono da anni a tutti i comuni d’Italia. Il primo passo l’hanno compiuto gli ispettori della Ragioneria dello Stato (ministero dell’Economia), accertando al termine di una lunga analisi dei conti del Campidoglio che la parte variabile dello stipendio viene ormai da tempo elargita indistintamente a tutti i dipendenti comunali, senza alcun riguardo alle effettive prestazioni di ciascuno. Dunque non più di veri premi si tratta, ma di componente fissa, ancorché non dichiarata come tale, della retribuzione. 

Di conseguenza, vista la difficoltà della Capitale a reperire le risorse necessarie e chiudere il bilancio, gli ispettori hanno chiesto al sindaco di prendere in mano le forbici. Non per tagliare interamente i premi, ma almeno per distribuirli secondo la loro «ratio» originaria, ossia riconoscendoli in corrispondenza degli obiettivi effettivamente conseguiti dai più meritevoli. Sia per un fatto di equità sia per portare sollievo ai sofferenti bilanci comunali. La cosa ha sollevato una vera e propria rivolta fra i dipendenti, che ormai da un pezzo consideravano quei 150-200 euro al mese che rischiano di perdere (a seconda dei diversi livelli economici) come parte integrante della retribuzione fissa. Si è dovuto  muovere il vicesindaco Luigi Nieri, prima per annunciare il posticipo del taglio dopo le elezioni, poi per assicurare che si troverà il modo per evitarlo del tutto. 

Per rassicurare il personale la giunta ha consegnato ai sindacati un documento, che Panorama.it ha potuto consultare, in cui si parla in modo abbastanza fumoso di una rimodulazione dei premi e di una loro elargizione trimestrale anziché mensile (cosa che ben difficilmente verrà considerata soddisfacente dalla Ragioneria). Ma soprattutto, ecco la sorpresa, nella proposta dell’amministrazione si aggiungono ben 25 nuove posizioni definite «alte professionalità», destinate verosimilmente a essere occupate da ben selezionati dipendenti già presenti in organico per cui è in arrivo una promozione. Naturalmente con un aumento di stipendio. L’aggravio per le casse dell’amministrazione è stimato, nello stesso documento, pari a 500 mila euro all’anno. Di questi tempi non proprio uno scherzo. Neppure i sindacati sembrano aver colto l’assurdità della situazione. In genere quando ricevono dalle controparti documenti con contenuti sgraditi questi diventano immediatamente di dominio pubblico. Stavolta, invece, nonostante la proclamazione dello sciopero e tutte le accuse alla giunta, dei 25 da promuovere alla chetichella non ne ha saputo niente nessuno.

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Stefano Caviglia